Comune di Campello sul Clitunno – (PG)

Informazioni

  • Codice Catastale: B504
  • Codice Istat: 54005
  • CAP: 6042
  • Numero abitanti: 2538
  • Nome abitanti: campellini
  • Altitudine: 290
  • Superficie: 49.82
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 53.6

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo ha probabilmente origine da ‘Campo’, attraverso il diminutivo ‘Campello’, che fu attribuito a Campello Alto (per la posizione sulla cima di una erto colle conico di 514 m.), primo insediamento del territorio; mentre la specificazione ‘sul Clitunno’ risale al 18631 e fa riferimento all’omonimo fiume, affluente del Topino, le cui fonti ricche di acqua limpidissima sono poco lontane dal capoluogo, furono cantate dagli autori latini (in particolare da Properzio, Virgilio, Plinio il Giovane) e da Giosuè Carducci nell’ode “Alle fonti del Clitunno”3 nel 18762. A suo volta l’idronimo deriva dal dio Clitunno (o Clitumnus) del quale un oracolo interpretava i segni.

L’insediamento avrebbe avuto origine da un castello fondato verso la metà del X secolo da Rovero di Champeaux, barone di Borgogna, originario di Reims e venuto in Italia al seguito di Guido duca di Spoleto (855-894); da Rovero sarebbe poi discesa la famiglia dei conti di Campello ai quali l’imperatore Lamberto II avrebbe confermato l’investitura del luogo. La prima testimonianza documentale risale al 1226; i locali feudatari furono fedeli sostenitori dell’imperatore Federico II, spesso in lotta con la Chiesa, tanto da essere definiti da papa Onorio II «figli del diavolo».

Nel 1326 Argento conte di Campello risultava “ribelle alla Chiesa” cosa che portò il rettore del ducato a organizzare una spedizione contro di lui, i locali abitanti si precipitarono a fare atto d’obbedienza alla curia ducale, organo amministrativo della Chiesa.

Verso la metà del XIV secolo il castello fu conquistato e distrutto da Piero Pianciani, signore di Spoleto; dopo la cacciata di Pianciani da Spoleto il castello fu ricostruito dal conte Paolo che però lo riperdette dopo il ritorno (1341) del Pianciani dall’esilio. Rafforzato nel 1366 da parte del cardinale Egidio Albornoz il castello fu riconquistato nel 1390 dal conte Paolo che nel dicembre dello stesso anno fu eletto gonfaloniere di Spoleto; prima di assumere la carica Paolo rinunciò a vari diritti su Campello e i suoi boschi a patto che gli abitanti si facessero carico delle tasse dovute dalla sua famiglia; nel marzo 1391 i massari si costituirono in “comunità” con propri statuti e un podestà nominato da Spoleto.

Nel 1500 i conti ripararono il castello danneggiato dai terremoti e dagli scontri.

Successivamente Campello chiese a Spoleto di poter edificare un nuovo mulino, oltre quello di Pissignano eretto nel 1491; a causa del rifiuto ricevuto i campellini si unirono alla rivolta contro la dominante ma, dopo l’impiccagione di Luzio di Campello, uno dei capi della ribellione, e alla vista dell’esercito spoletino accampato presso le vene del Clitunno il castello tornò all’obbedienza.

Il 27 febbraio 1569 la comunità si diede nuovi Statuti; redatti sotto la direzione del conte Cintio Campello e di alcuni magistrati, che furono approvati dai priori spoletini nel 1570; in pergamena e composto da 35 fogli questo testo regola l’igiene pubblica, le norme sul pascolo, il legnatico, la vendemmia, la convivenza, l’allevamento e il numero degli animali, le gabelle. Il centro era retto da un podestà inviato da Spoleto e la giustizia veniva amministrata da un Vicario. Nel 1571 a Pissignano fu istituita la stazione di posta mentre negli anni successivi la popolazione incominciò ad abbandonare il castello e a risiedere a valle.

Coinvolto negli avvenimenti dovuti alla calata dei francesi rivoluzionari alla fine del ‘700 Campello ebbe un sindaco dopo la Restaurazione e posteriormente all’Unità d’Italia vi furono aggregati i castelli di Acera, Agliano, Spina, Pissignano e più tardi Pettino; nel 1887 fu terminata la nuova sede comunale nella frazione La Bianca; nel 1926 Campello fu aggregato a Spoleto ma venne ricostituito quale comune autonomo nel 1928.

Tra il XIII e il XIV secolo Campello, quale centro fortificato sottoposto a Spoleto, partecipava con un proprio vessillo – che doveva riportare il suo “segno” identificativo – alla festa di S. Maria Assunta che si teneva in questa città il 15 di agosto. Il sigillo riportante il cappello e il giglio araldico compare la prima volta su un documento del 9 aprile 1480; la scelta del cappello è dovuta, con tutta probabilità,all’assonanza tra questo termine e Campello – rendendo questo un elemento parlante –, mentre il giglio – che si presenta bottonato, con due infiorescenze, come quello di Firenze – è simbolo di partitanza guelfa, si tratta anche di un simbolo della Madre di Dio, così come il suo colore azzurro che è il colore mariano per eccellenza.3

1R.D. del 29 marzo 1863 n.1260

2Nonché da Byron, Thomas Macaulay ed altri…

3Nella raccolta “Odi Barbare” (1877)

4Ceccaroni, op. cit., pp. 63-64

Nota di Giovanni Giovinazzo e Massimo Ghirardi

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p.143.

Sandro Ceccaroni, Vessilli, sigilli e stemmi delle comunità medievali dell’Umbria centro-orientale in Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, vol. LXXX, 1983, pp. 43-88.

Nomi d’Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i Comuni, p. 125, a cura di: Renzo Ambrogio; Guido Goffi; Alessandra Leone; Cinzia Schena, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 2006

Cenni storici su comune.campello.pg.it [http://www.comune.campello.pg.it/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=79&explicit=SI, consultato il 10 aprile 2016]

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“D’argento, ad un giglio d’azzurro sormontato da un cappello all’antica di verde. Ornamenti esteriori da Comune”

Colori dello scudo:
argento
Oggetti dello stemma:
cappello, giglio
Attributi araldici:
all'antica, sormontato

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di azzurro e di bianco…”

Profilo Araldico

“Drappo partito di azzurro e di bianco caricato dello stemma comunale…”

bandiera ridisegnata

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

bandiera Ufficiale
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LEGENDA

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