Grimbergen

Abbaye de Notre Dame de Grimbergen

(Abbazia di Nostra Signora di Grimbergen) – Canonici Regolari Premostratensi



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Grimbergen è un comune fiammingo del Belgio, nella Région Flamande (Fiandre), provincia del Brabant Flamand (Brabante Fiammingo). La sua popolarità è legata all’abbazia Premostratense de Natre Dame de Grimbergen, dalla quale trae origine la produzione della omonima “birra d’abbazia riconosciuta” secondo una antica ricetta del monastero messa a punto nel XII secolo, che veniva anche offerta ai pellegrini in transito per il loro ristoro.

 

La prima fondazione viene fatta risalire al signore di Grimbergen, il nobile Gauthier Berthout, che ne fa richiesta prima agli Agostiniani poi ai Benedettini nel 1105, due tentativi che non danno risultati stabili. Nel 1124 la richiesta venne fatta direttamente a san Norberto di Xanten, che inviò il priore Humbert con dodici canonici; nacque così l’abbazia “mista” di Notre Dame de Grimbergen, una comunità maschile e una femminile, separate, ma governate da un unico abate. La data ufficiale di fondazione è il 1128, e la comunità è formalmente approvata dal vescovo Liétard di Cambrai, che consacra la chiesa nel 1132.

 

Vittima delle contese territoriali dei duchi di Brabante e i signori di Grimbergen viene saccheggiata e incendiata nel 1159. La comunità femminile si trasferisce a Nieuwenrode, per poi estinguersi nel XIII secolo, durante il quale i duchi di Brabante si assicurano la supremazia territoriale, Jean IV, duca di Brabante e  di Limburgo, diviene lo (scomodo) “protettore” del cenobio, del quale gli abati saranno in cambio “consiglieri ducali”.

 

Durate le Guerre di Religione del XVI secolo l’abbazia subisce terribili devastazioni: nel 1542 e nel 1566 viene  saccheggiata dagli iconoclasti, nel 1579 viene nuovamente incendiata e distrutta, al punto che i religiosi devono abbandonarla per rifugiarsi a Bruxelles, dove resteranno fino all’inizio del 1600.

 

Queste continue “rinascite” hanno portato all’adozione nel 1629 dello stemma con la figura della fenice, il mitico uccello dell’Arabia Felix che rinasceva dalle proprie ceneri, unito al motto “ARDET NEC CONSUMITUR” (“brucia ma non si consuma”).

 

La chiesa attuale risale alla ricostruzione promossa dall’abate Carolus Fernandez de Velasco nel 1660 secondo i piani dell’architetto premostratense Gilbert van Zinnick (1627-1665), conclusa solo un secolo dopo, caratterizzata dall’alto campanile (60 metri) e l’elegante arredo ligneo del coro. Il resto del monastero è riedificato a diverse riprese e concluso alla fine del XVIII secolo.

 

Gli abati di Grimbergen assumono l’incarico di membri di diritto degli Stati Generali del Brabante, nei Paesi Bassi Spagnoli, poi Austriaci.

Come tutte le altre abbazie della regione, con l’Amministrazione Rivoluzionaria Francese dei Paesi Bassi Meridionali, anche Grimbergen viene soppressa nel 1796 e gli edifici conventuali messi in vendita o demoliti, compresa la birreria e parte della chiesa, resteranno in piedi solo il presbiterio, la fattoria e poco altro.

 

Con il Congresso di Vienna i Paesi Bassi Austriaci vengono uniti al nuovo Regno dei Paesi Bassi, di religione calvinista, che però consentono all’ex canonico Jean-Baptiste Vanderbergen di rimanere come curato della comunità cattolica. Egli vorrebbe essere promotore della ricostituzione della comunità Premostratense, impedita dall’accesa politica anti-cattolica del re Guglielmo I d’Orange-Nassau. Essa sarà possibile solo dopo l’indipendenza del Regno del Belgio nel 1830.

 

Nel 1835 viene ricostituita la comunità di canonici, formalmente insediata nel 1840, e nel 1846 inizia un intensa attività missionaria inviando due religiosi in Africa del Sud e nel 1875 in Canada, dove vengono creati dei priorati dipendenti.

 

Attualmente la comunità è ancora fiorente e impegnata nel servizio pastorale nelle diverse parrocchie dipendenti.

 

Lo stemma storico è timbrato dalla mitra episcopale, copricapo proprio del vescovo, concessa nel 1503 all’abate Peer van Wayenberg, in quanto prelato territoriale di Grimbergen, e accollato ad un pastorale abbaziale. Il motto storico “ARDEC NEC CONSUMITUR” forma questo noto emblema dal quale deriva la etichetta delle bottiglie che riproduce un dettaglio della vetrata neoromanica dell’abbazia.

Da notare che in francese il motto si può anche prestare a giochi di parole, infatti può essere interpretato come “ha una sete ardente, colui che non lo beve” giocando con i termini “consumer” (consumatore) e “consommer” (consumo).

 

Essendo la fenice l’emblema proprio dell’abbazia non è stato possibile al Comune di Grimbergen di adottarlo come stemma comunale. L’Amministrazione ha quindi optato più appropriatamente per lo stemma proprio di Gérard de Grimbergen: “Geel met een blauwe dwarsbalk en twee rode schuinstaken over alles heen”/“d’or a la fasce d’azur au sautoir de gueules brochant sur le tout” (d’oro, alla fascia d’azzurro, alla croce di Sant’Andrea di rosso attraversante sul tutto) che compariva su tutti i sigilli degli scabini di Grimbergen dal XIII al XVIII secolo. lo stemma è stato formalmente concesso per Decreto Reale del 20 dicembre 1846, la bandiera invece è stata concessa con Decreto Ministeriale del 4 gennaio 1995.

 

La produzione della birra Grimbergen fu ripresa nel 1958, inizialmente a Waarlos, nel Comune fiammingo di Kontich, provincia di Anversa, attraverso numerosi passagi di proprietà pervenne alla Scottish & Newcastel, primo gruppo birraio del Regno Unito, che nel 2008 è stato acquisito in unione tra la danese Carlsberg e l’olandese Heineken, che si sono divise i vari marchi controllati d S&N: il marchio Grimbergen è stato assegnato alla Carlsberg.

 

Oggi si produce in due siti industriali, uno in Belgio e uno in Francia: la Brasserie Maes di Alken in Limburgo, e la Brasserie Kronenbourg di Obernai, in Alsazia (presso Strasburgo). Le due società non producono entrambe l’insieme delle etichette.

 

In Belgio sono annoverate tra le “Bières d’Abbaye reconnues” e, secondo la regolamentazione locale, la produzione deve riconoscere un compenso alla comunità monastica:

 

  • Grimbergen Blond, bionda 6,7 % d’alcool, prodotta dal 1993 ;
  • Grimbergen Dubbel, bruna 6,5 % d’alcool, dal 1958 ;
  • Grimbergen Tripel, bionda 9 % d’alcool, daè 1962 ;
  • Grimbergen Optimo Bruno, ambrata 10 % d’alcool, dal 1988 ;
  • Grimbergen Goud 8°Dorée, bionda 8 % d’alcool, dal 2008 ;
  • Grimbergen Selection Speciaal Dubbel, bruna 7 % d’alcool, in bottiglie da 75 cl ;
  • Grimbergen Selection Speciaal Blond, bionda 7,2 % d’alcool, in bottiglie da 75 cl ;
  • Grimbergen Hiver, stagionale ambrata invernale 6,5 % d’alcool, dal 2012 ;
  • Grimbergen Blanche d’Été, stagionale bianca (Weiss) 6 % d’alcool ;
  • Grimbergen Printemps, stagionale primaverile 6 % d’alcool ;
  • Grimbergen Roussa, rossa 6,2 % d’alcool, dal 2001.

 

In Francia si producono e commercializzano:

 

  • Blonde, 6,7 % d’alcool ;
  • Ambrée, 6,5 % d’alcool, creata nel 2004 ;
  • Blanche, 6 % d’alcool, creata nel 2007 ;
  • La Réserve, 8,5 % d’alcool, creata nel 2008 ;
  • Rouge, 6 % d’alcool, creata nel 2010 ;
  • Poire, 6 % d’alcool, creata nel 2013 una lambic alla pera;
  • Kriek, 6 % d’alcool, creata nel 2014 una lambic alla ciliegia;
  • Alliance de Pêches, 5,5% d’alcool, creata nel 2016 alla pesca.

Da notare che l’attuale comunità monastica di Grimbergen ha avuto intenzione nel 2018 di ripristinare un“micro birrificio” entro le mura dell’abbazia, per riprodurre la Grinbergen “originaria”, ma fino ad ora la ricerca della ricetta antica non ha dato esito. Padre Karel Stautemas ha intenzione comunque di produrre una propria birra per il 2020.