Polesine Parmense


Zona Municipale

Polesine Parmense

Polesine Zibello
Informazioni

Il paese di Polesine Parmense si è sviluppato intorno alla antica cappella di San Martino, nei documenti del XIII secolo ‘Capella Sancti Martini de POLEXENO’ e alzava, abitualmente, uno scudo sagomato interzato. Nella parte alta si vede la figura del dio Eridano, personificazione del Po, che dalle fonti del Monviso versa acqua sulla pianura padana. Al centro un castello dominato dall’aquila imperiale e, nella parte bassa, una scacchiera: entrambi rimando all’arme e alla signoria dei principi Pallavicino, che ebbero piena giurisdizione con il loro Stato su questi territori fino al XVI secolo, il castello in particolare richiama quello, effettivamente esistente, detto Palazzo delle Due Torri e considerato un po’ il simbolo del paese.
Lo scudo dello stemma municipale si completava con la divisa LAESUS A PADO, riferimento all’origine alluvionale del territorio, come riporta A. Savorelli: “il nome deriva da POLECINI o POLESINI, cioè isolette formate dal fiume ad ogni piena, e che si sono dilatate fino a saldarsi con la riva. Proprio su uno di questi polesini sorse il borgo, la cui storia è disseminata da alluvioni”.

Analogamente all’omonimo territorio veneto il nome POLESINE indica ‘i depositi di melma che finiscono per emergere dall’acqua in forma di isolotti’ e derivato dal latino ‘pullus’ nel significato di ‘terreno molle’ (da cui anche l’italiano ‘polla’) e di ‘pollone, germoglio’. Si tratta quindi dei tipici banchi di sabbia portata dal fiume in piena, che si ricoprono velocemente di vegetazione spontanea.

Lo stemma, mai formalmente concesso, si blasonava: “Interzato in fascia: nel 1° d’azzurro, alla catena rocciosa al naturale, movente dal fianco destro e terminante, a sinistra, in un terreno di verde con radicati tre pioppi al naturale, posti l’uno accanto all’altro; fra la catena rocciosa emerge a mezzo busto e in maestà la figura di un mitico re di carnagione, crinito e barbuto d’argento, coronato d’oro, vestito di rosso con mantello d’azzurro, la mano destra posata sulla bocca di un’anfora lambente il terreno raggiungendo il fianco sinistro; nel 2° d’argento, al castello in raffigurazione naturalistica, le torri munite di tre merli alla guelfa, chiuso e finestrato di nero, fondato di verde, il cammino di ronda sostenente un’aquila dal piumaggio bruno al naturale e dal volo spiegato sopra le torri; nel 3° scaccato di rosso e di nero1 su tre file orizzontali, 4,4”.

Nell’uso comune si sono viste molte rappresentazioni dello stemma con lo scaccato con il nero al posto del rosso (così, ad esempio, in “Stemmi delle Province e dei Comuni dell’Emilia Romagna”, 2003), probabilmente generato da esemplari a stampa dello stemma con una tonalità di rosso particolarmente scuro che, nelle versioni in bianco e nero in uso fino al 1996, diventava decisamente nero.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Alessandro Savorelli

Si ringrazia Davide Maestri, già sindaco di Polesine Parmense, per la gentile collaborazione

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997 (prima edizione 1990).
AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Stemma Ridisegnato


Fonte: Davide Maestri

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Interzato in fascia: nel 1° d’azzurro, alla catena rocciosa al naturale, movente dal fianco destro e terminante, a sinistra, in un terreno di verde con radicati tre pioppi al naturale, posti l’uno accanto all’altro; fra la catena rocciosa emerge a mezzo busto e in maestà la figura di un mitico re di carnagione, crinito e barbuto d’argento, coronato d’oro, vestito di rosso con mantello d’azzurro, la mano destra posata sulla bocca di un’anfora lambente il terreno raggiungendo il fianco sinistro; nel 2° d’argento, al castello in raffigurazione naturalistica, le torri munite di tre merli alla guelfa, chiuso e finestrato di nero, fondato di verde, il cammino di ronda sostenente un’aquila dal piumaggio bruno al naturale e dal volo spiegato sopra le torri; nel 3° scaccato d’argento e di nero su tre file orizzontali, 4,4”.

Note stemma


Lo stemma ufficiale utilizza una versione poco storicamente provata di scaccato argento e nero.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune