Pietrabuona
È il primo castello che si incontra in Valleriana provenendo da Pescia ed è collocato su un’altura che controlla una stretta del torrente Pescia Maggiore, costituendo un vero e proprio sbarramento a difesa della valle. Come tale, nel corso del XIV secolo è stata coinvolta in atti di guerra, tra cui un memorabile assedio raccontato dai principali cronisti di quel periodo, il Villani e il lucchese Sercambi. Il castello, infatti, era inserito nel dominio lucchese nella cosiddetta “vicarìa” di Valdinievole, a cui fu sottomesso, almeno dall’inizio del trecento, dopo che, all’inizio del duecento, si affrancò dal controllo della mensa vescovile lucchese per costituirsi in libero comune. Nel convulso periodo che accompagnò la morte di Castruccio Castracani e la fuga dell’imperatore Lodovico il Bavaro, Pietrabuona sottoscrisse il trattato di alleanza con Firenze, per recederne pochi anni dopo e sottomettersi di nuovo a Lucca che nel frattempo aveva subito la signoria della nemica Pisa. La contesa vide prevalere Firenze che nel 1371 assegnò il castello alla podesteria di Pescia, all’interno della quale si resse in comune fino al 1775, quando confluì nella comunità di Vellano da cui si staccò nel 1883 per passare a quella di Pescia dov’è tuttora. La presenza nel fondovalle di notevoli impianti industriali dediti alla produzione cartaria differenzia questo castello, di cui si conservano ancora notevoli avanzi, dagli altri centri della Valleriana la cui economia è prevalentemente agricola e dello sfruttamento del bosco.
Il manoscritto segnato 1A90 della biblioteca comunale di Pescia assegna a questo castello uno stemma “parlante” con un blocco di pietra sormontato dal giglio fiorentino: la pietra ed il “buono”, rappresentato dal governo della città di Firenze. Questo stemma, che ricorre anche nei sigilli cinquecenteschi del comune, reitera una modalità operativa tipica della mentalità medievale dove si associavano a concetti, anche elaborati, figure semplici dal significato immediato. Anche uno stemma in pietra, datato 1525 e collocato su quello che doveva essere un edificio pubblico del castello, è conforme a questo modello, ma, abrogata la comunità nel XIX sec. fu riconosciuto semplicemente come stemma fiorentino, e, nello spazio vuoto all’interno della figura del blocco di pietra vi fu iscritta la data 1822.
Nota di Vieri Favini
Bibliografia:
Firenze, archivio di Stato
Firenze, biblioteca Nazionale
- Merlo, Il castello di Pietrabuona, Pisa 2012, pp. 74,147,173,174.
Pescia, biblioteca comunale
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