Mortano


Zona Municipale

Mortano

Santa Sofia
Informazioni

Dell’ex Comune di Mortano, dal 1923 aggregato a Santa Sofia,  si conoscono due stemmi: il primo fornito dal Comune stesso in occasione del “censimento” operato dal Cardinale Gaetano Bedini, simboleggia l’unione dei due territori di Pondo e di Mortano. Il primo è rappresentato da un robusto torrione nero sormontato dalla legenda DULCE PONDO e l’altro con una composizione vagamente cimiteriale (in riferimento al toponimo di Mortano), con una croce nera sormontata da un pipistrello e affiancata da due stelle. Questo stemma è blasonato: “Partito, nel 1° d’argento, alla rocca rotonda di nero, merlata di cinque pezzi alla guelfa, murata dello stesso, palcata e aperta del campo, accompagnata in capo dal motto DULCE PONDO e lettere dello stesso (Pondo); nel 2° d’azzurro, alla croce latina di nero, sostenuta dal pipistrello dello stesso e accompagnata ai fianchi da due stelle di sette raggi d’oro (Mortano)”.

Questo stemma era cimato da un elmo d’argento, chiuso, posto in terza (di sguincio), con svolazzi d’argento e neri, decorato con festoni d’acanto, di quercia e d’alloro. Lo stesso ente dichiara di non avere, già all’epoca, documenti comprovanti l’origine e la concessione dello stemma, del quale si conosce anche una leggera variante: “Partito: nel 1° d’argento, alla rocca nera merlata di cinque pezzi alla guelfa con marcapiano e porta aperta del campo, accompagnata in capo dal motto DULCE PONDO in lettere nere; nel 2° d’azzurro, allo scaglione di rosso cimato da una croce latina dello stesso accompagnata ai lati da due stelle d’oro di sette raggi e da un pipistrello nero in capo”. Dove il pipistrello “…simbolo della Morte”, come dichiarato dallo stesso Comune nella relazione, domina la croce rossa del Calvario dello stemma dei Mortani.

Forse per mitigare l’aspetto decisamente sinistro dell’emblema se ne fece una nuova versione senza pipistrello così blasonata: “Partito, nel 1° d’argento, alla rocca rotonda a naturale, merlata di cinque pezzi alla guelfa, murata di nero, palcata e aperta del campo, accompagnata in capo dal motto DULCE PONDO e lettere di nero; nel 2° d’azzurro, alla croce latina di rosso, sostenuta dal monte di tre cime all’italiana dello stesso e accompagnata ai fianchi da due stelle di sei raggi d’oro (Mortano)”.

Secondo lo storico Polloni il toponimo Mortano deriverebbe dal termine latino myrtanum o murtanum, letteralmente ‘luogo della mortella’ o ‘piana dei mirti’ (da intendersi forse più correttamente come zona caratterizzata dalla presenza di mirtilli). Secondo un altro storico, il Faranda, il castello di Mortano fu un possesso del famoso capitano ghibellino Uguccione della Faggiuola già a partire dall’anno 1293. Nelle cronache degli Annali Camaldolesi viene riportata la notizia che i discendenti di Uguccione, in particolare Francesco II ed il di lui figlio Ranieri III (detto “Neri”) “… scaduti dall’alto grado cui era salito il loro antenato, ed esiliati da Arezzo, si ridussero ad abitare in Castrum de Mortani” (Amati), cioè in quello che oggi è il palazzo Mortani, edificato sui resti dell’antico castello. È assai probabile che gli eredi del grande capitano ghibellino avessero preso dimora nel borgo di Mortano alla fine del 1362, nel tentativo di sfuggire alla rappresaglia scatenata dal cardinale Egidio Albornoz contro la famiglia e la loro consorteria.

Verso la fine del XIV secolo il paese di Pondo era il centro dominante di un vasto feudo, che costituiva il cosiddetto Stato di Pondo, che fu feudo degli Ubertini della Carda-Apozzo, poi detti Ubertini di Chitignano, nell’Urbinate. Stando a quanto riportato ancora negli Annali Camaldolesi, fu nel 1364 che questa famiglia ebbe la signoria di Pondo, uno dei castelli più forti esistenti nella vallata del Bidente. Al feudo apparteneva anche il castello di Mortano e altri castelli circonvicini che passarono ai Malatesta nel XV secolo, quando Jacopo Salviati, capitano delle milizie della Repubblica fiorentina, nel maggio del 1404 assediò Civitella e distrusse per rappresaglia il castello di Pondo ed altri appartenenti agli Ubertini, famiglia ghibellina. Il Salviati, come narra Scipione Ammirato, mosse il proprio esercito al di là dell’Appennino, forte di 2 000 fanti e 600 cavalieri, per vendetta contro Andreino Ubertini. Questi infatti, avendo in custodia il castello di Montegranelli (presso San Piero in Bagno) dal conte Antonio Guidi, consegnò il feudo al conte Riccardo Guidi di Bagno, nemico del conte Antonio (nonostante la parentela) e della Repubblica di Firenze, ove lo stesso Antonio, nell’anno 1400, era stato capitano del popolo. Tra l’altro, in una pergamena datata 1496, conservata presso il sacro Eremo di Camaldoli, viene ricordato un Lamberto Malatesta conte di Pondo, a conferma di come, sul finire del XV secolo, lo Stato di Pondo fosse già stabilmente in mano ai Malatesta di Sogliano e di Giaggiolo. Secondo altre fonti, invece, i Malatesta subentrarono agli Ubertini nel possesso di tali feudi tra la metà del XV secolo e l’inizio del XVI, in seguito al matrimonio di Antonia, figlia di Androino degli Ubertini, con un membro della illustre famiglia di origine riminese, forse Ramberto IV dei Malatesta di Sogliano (da Wikipedia).

Diversi disastrosi terremoti, in particolare quello devastante del 1768 che rase al suolo Pondo, spinsero i feudatari del tempo (i Doria-Pamphili-Landi, allora signori di Pondo per conto dello Stato della Chiesa) a trasferire il centro amministrativo a Mortano, nel palazzo che fu dei Mortani.

Con l’arrivo dei francesi e la soppressione del sistema feudale venne creato il Comune di Mortano di Pondo nel 1797.

Nell’anno 1828 il borgo di Mortano ereditò da Pondo il titolo di comunità: fu così che nacque ufficialmente il Comune di Mortano, la cui sede rimase la stessa già utilizzata dagli amministratori locali a partire dal 1768. Con l’avvento del fascismo e l’aggregazione del Circondario di Rocca San Casciano alla Provincia di Forlì, la prospettiva di una fusione tra i due comuni di Mortano e Santa Sofia divenne un’eventualità ben possibile e concreta, tanto più che il capo del governo, Benito Mussolini, nel presentare il decreto, citò proprio Mortano come esempio eclatante di malforme ripartizione di un territorio comunale. In data 30 dicembre 1923, con Regio Decreto n. 3033 (pubblicato il 25 gennaio 1924), la fusione tra il Comune di Mortano e quello di Santa Sofia divenne realtà: fu lo stesso Mussolini che, quale ministro dell’Interno, si assunse l’incombenza di andare a relazionare in udienza davanti al Re Vittorio Emanuele III. Una parte dell’ex feudo di Pondo venne assegnata ai Comuni di Galeata (dal quale si era precedentemente separato il territorio di Santa Sofia nel 1811) e Civitella.

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

Amati Amato, Dizionario Corografico Illustrato dell’Italia, Vallardi, Milano, 1878;

Plessi Antonio, Gli stemmi dei Comuni delle Quattro Legazioni, Forni, Bologna, 1999;

Polloni Antonio, Toponomastica Romagnola, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 1966.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs/Pdc


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Profilo araldico


“Partito, nel 1° d’argento, alla rocca rotonda al naturale, merlata di cinque pezzi alla guelfa, murata di nero, palcata e aperta del campo, accompagnata in capo dal motto DULCE PONDO in lettere di nero; nel 2° d’azzurro, alla croce latina di rosso, sostenuta dal monte di tre cime all’italiana dello stesso e accompagnata ai fianchi da due stelle di sei raggi d’oro (Mortano)”.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune