Castelmonardo


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Castelmonardo

Filadelfia
Informazioni

Sulla collina a sud-est di Filadelfia sorgeva l’antico centro di Castelmonardo, distrutto alla fine del secolo XVIII da una serie di devastanti terremoti. Il centro pare avesse un proprio emblema costituito dalla figura di un uomo portante sulle spalle un castello turrito.

Probabilmente la figurazione vuole richiamare il nome della località: Castel Monardo, derivato dalla parola “castello” con il nome personale latino Mainardus (che a sua volta deriva dalla parola greca monon, che vuol dire “solo”, e dalla parola latina ardum, che vuol dire “difficile”) o (più probabilmente) da castello e dal nome proprio Meinardo.

 

Fino al 1783 Castelmonardo sarà la denominazione ufficiale dell’attuale Comune di Filadelfia.

 

Su questo insediamento si hanno poche notizie: la tradizione ne attribuisce la fondazione agli abitanti della antica città di Crissa, che si rifugiarono in posizione più elevata per sfuggire dagli attacchi dei saraceni. Lo storico François Lenormant sostiene che Castel Monardo tragga il suo nome dal cavaliere longobardo Monardo che costruì nella zona un grande maniero nell’VII secolo).

La più antica attestazione documentale risale al 1056, in un documento conservato nell’archivio della Diocesi di Squillace, dove è riportato il Castello del Mainardi, casato legato ai Normanni ma arrivato in Calabria precedentemente.

 

Successivamente fu feudo di diverse famiglie: nel 1252, Pietro II Ruffo conte di Catanzaro, governatore delle Calabrie e viceré in Sicilia; al quale successe Federico Lancia (regio vicario generale in Calabria e Sicilia) nel 1261; quindi passò ai Ruffo (fino al 1440) e infine ad Antonio Centelles (fino al 1445).

In seguito, dopo una rivolta popolare, Alfonso V d’Aragona avocò la baronia al Regio Demanio. Il 22 aprile 1476 il feudo fu concesso ai fratelli Bartolomeo e Giovanni De Nobili ai quali seguirono Antonio delle Trezze (1486), Antimo Savelli Cesarini (1504), Francesco delle Trezze (1505), ancora Savelli Cesarini (1517), Antonio II delle Trezze (1522).

L’imperatore Carlo V, vincitore sui francesi destituì il francofilo De Tricio e nominò Ettore Pignatelli feudatario, la cui casata conservò la baronia fino al 1806, quando il feudalismo fu abolito da Giuseppe Bonaparte in favore del libero comune di Castelmonardo.

Nel 1659 si ebbero i primi devastanti terremoti: che causarono l’abbandono di molte case del paese, tra il 5 febbraio e il 29 marzo 1783 si susseguirono altre numerose scosse che determinarono l’abbandono della città in favore di un nuovo insediamento, nella piana della Gorna, intorno all’unica casa superstite al sisma che, per decisione degli abitanti, prenderà il nome di Filadelfia. La struttura urbanistica della città venne elaborata da due sopravvissuti al terremoto: Biagio Stillitano e Francescantonio Serrao.

 

L’assemblea fu tenuta il 16 aprile del 1783: lì nacque anche lo stemma di Filadelfia: due mani, di cui una guantata, che si stringono.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

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LEGENDA

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