Barra


Zona Municipale

Barra

Napoli

Storia e informazioni sullo stemma

Nel quartiere di Barra sorgevano ville rustiche già in epoca romana.

Con la fine dell’Impero Romano, questo territorio cade in un graduale abbandono, e le terre un tempo fertili diventano paludose.

Nel primo periodo del Medioevo, però, questo terreno viene “strappato” alle “lave d’acqua” da tenacissimi servi della gleba, così che quel territorio fu chiamato “Tresano”, che può significare o “tre volte salubre” oppure, facendo risalire questo nome a un francesismo “molto sano”.

Si erano così formati, già prima dell’anno 1000, due nuclei abitativi: Sirinum, Casavaleria.

Con il formarsi dei casali, anche questi nuclei abitativi lo divennero, e nel 1275, fu donato alla famiglia Coczi gran parte del territorio di Tresano da parte di Carlo I d’Angiò e si chiama, per la presenza di numerose torri, Barra de Coczi.

Nel 1494, i territori di Barra de Coczi e del Sirinum furono uniti.

Nel 1642 fu unito anche il territorio di Casavaleria, e quasi nello stesso periodo, i contadini barresi espansero verso nord i loro confini, bonificando le terre paludose. Fu così che si formò “l’università”, che aveva come congrega principale la chiesa Ave Gratia Plena, conosciuta come chiesa di S. Anna, patrona di Barra.

Durante il Viceregno spagnolo, per non passare sotto controllo feudale, rimase in mano al demanio coprendo la spesa per rimanere Casale Regio.

Di fede borbonica, non partecipò al plebiscito del 1860 e al 1890 risalgono i lavori di “risanamento”, simili a quelli avvenuti a Napoli.

Rimase comune autonomo sino al 1925, seppur già nel 1918, per la presenza della raffineria nella zona nord del comune, quest’ultima era già stata aggregata al comune di Napoli.

Fonte: Giovanni Giovinazzo

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