Città di Verucchio – (RN)

Informazioni

  • Codice Catastale: L797
  • Codice Istat: 99020
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 10079
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 27.04
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Dal latino verruculus, maschile di verrucula (“piccola verruca”) nel senso figurato di rialzo, altura, in riferimento alla cima sulla quale sorge il paese, con l’arcigno castello che fu feudo dal XII secolo dei Malatesta (o Malatesti) discendenti di Malatesta da Verucchio che nel 1295 conquisteranno la signoria di Rimini.

Il 31 ottobre 1462, verranno sconfitti da Federico del Montefeltro e costretti cedere Verucchio al Duca d’Urbino.

In seguito alla estinzione dei Montefeltro passa, con tutto il Ducato, ai Della Rovere, poi ai Medici, e ai Pio-Comneno.

Dal 1500 torna sotto il dominio diretto della Chiesa e Papa Leone X (Giovanni de’Medici, papa dal 1513 al 1521) concede a Verucchio il titolo di “citta’”.

Lo stemma attuale, riconosciuto nel 1989, riprende quello antico: presenta due curiose torri nere che richiamano uno dei colori dell’arme dei Malatesta; porta una corona regolamentare per le città, ma precedentemente era timbrato da una corona marchionale.

Stemma: “D’azzurro, ai due monti di verde, rocciosi, fondati in punta, il monte posto a destra piu’ alto e in primo piano, declinante fino al lembo sinistro, essi monti sostenenti le due torri, di nero, merlate di quattro alla guelfa, chiuse e finestrate di una, d’oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero: VERUCULUM PRIMA MALATESTARUM PATRIA. Decreto del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga del 3 gennaio 1989”.

Secondo alcuni autori le torri rappresentano la Rocca Maggiore e la Rocca del Passerello, poste su due alture a dominio del paese. Da questa figura di due torri che, in antico, erano rappresentate al “naturale” e non in nero come al presente, sarebbero derivate le bande scaccate dell’arme Malatesta. Si trovano infatti alcuni boccali della prima meta’ del XIV secolo, sui quali sono rappresentate due o tre torri su un pendio e una M (di Malatesta), si assume per ipotesi che le bande a scacchi rosse e argento dello stemma Malatesta siano una rappresentazione astratta e geometrica di mura, torri e castelli in muratura.

Da queste, quindi, il blasone Malatesta (più noto): “d’argento, a tre bande scaccate di rosso e d’oro di tre file, alla bordura indentata d’oro e di nero” popolarmente la bordura dentata è detta “sega Malatesta” del quale esistono molte versioni (a Rimini, a Fano, a Gradara, a Fossombrone e altre località di pertinenza del loro passato dominio).

 

Note di Massimo Ghirardi 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DEI NOMI GEOGRAFICI ITALIANI, TEA/UTET Torino 1992 Pagnini G.P. (A cura di),

GLI STEMMI DEI COMUNI TOSCANI AL 1860 dipinti da Luigi Paletti e descritti da Luigi Passerini. Polistampa, Firenze 1991 Regione Emilia-Romagna,

GLI STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, IBACN/Stampatori, Bologna 2001 Rimondini Giovanni,

ARALDICA MALATESTIANA, Pazzini Editore, Verucchio 1994

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, ai due monti di verde, rocciosi, fondati in punta, il monte posto a destra più alto e in primo piano, declinante fino al lembo sinistro, essi monti sostenenti le due torri, di nero, merlate di quattro alla guelfa, chiuse e finestrate di una, d’oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero: VERUCULUM PRIMA MALATESTARUM PATRIA”.

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo troncato di giallo e di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, giallo
Partizioni del gonfalone: troncato
Profilo Araldico

“Drappo troncato di giallo e di azzurro…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Massimo Ghirardi

bandiera Ufficiale
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Bolla Papale
    concessione

    Titolo concesso il 21 marzo 1518 con bolla papale da Leone X.


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    3 Gennaio 1989