Siena – Storia delle contrade

Questa pagina speciale è riferita al Comune di Siena

Le 17 Contrade del Palio di Siena

 

 

Nonostante le numerose e dettagliate ricerche, nessuno è sinora riuscito a documentare con certezza l’origine delle Contrade senesi. Queste società hanno vissuto per quattro secoli in stretta simbiosi col Palio ed è difficile comprendere una loro diversa funzione. L’ipotesi più verosimile e accreditata le fa derivare direttamente da quelle società delle festeche solitamente affiancavano le numerose compagnie laicali, col compito di organizzare e finanziare i festeggiamenti in onore dei Santi Patroni; tuttavia il fatto che ai loro albori si cimentassero in esercizi marziali come le pugna e le elmora, vere e proprie battaglie con armi di legno, è sostenibile anche l’ipotesi che le Contrade abbiano avuto origine dalle compagnie militari in cui erano divisi i Terzi della città al tempo della Repubblica, per organizzare l’addestramento e le chiamata in armi dei cittadini.

Il più antico documento che comprova l’esistenza della Contrade senesi porta la data del 1482, ma fu in conseguenza della caduta della Repubblica e la perdita di sovranità della città (1555) che queste acquisirono la rilevanza e le caratteristiche che ancor oggi conservano. La Contrada rimase l’ultima cosa che il senese continuò a sentire come veramente sua, facendo nascere quel sentimento di orgoglioso e morboso attaccamento che ieri come oggi lega ogni contradaiolo – uomo o donna, giovane o vecchio – verso i propri colori.

In quel primo periodo, le Contrade erano molto più numerose (circa sessanta), ma nel corso del tempo molte furono soppresse o si accorparono tra di loro. Più che nel Palio, queste società erano coinvolte in manifestazioni come le cacce ai tori o le bufalate (corse con le bufale). Ognuna di esse allestiva un carro allegorico in forma di un animale simbolico o fantastico – traendo ispirazione anche dalle figure istoriate nel pavimento del duomo cittadino – col quale in seguito presero ad identificarsi.

L’origine del Palio si perde nella notte dei tempi e si può far risalire ai Palii alla lunga, corsi da un capo all’altro della città da cavalli scossi (ovvero senza fantino), in genere in occasione di feste patronali, un tempo molto comuni in molte città d’Italia. Al vincitore spettava di solito un drappo di stoffa preziosa, chiamato palio, termine che passò in seguito a denominare l’intera manifestazione. Si ha menzione che a Siena nel 1310 ne fu istituita una in occasione della festa dell’Assunta (15 agosto), ma pare che già allora queste corse fossero una tradizione consolidata. Nel XVI secolo se ne disputavano addirittura quattro nel corso dell’anno.

Il primo Palio corso con l’intervento diretto delle Contrade è documentato il 16 agosto 1581 ma, com’era in uso in quegli anni, fu probabilmente corso alla lunga. Il Palio, così come lo conosciamo oggi, cioè alla tonda in piazza del Campo, cominciò a essere corso a partire dagli inizi del secolo successivo (1605 o 1611). Si trattò comunque di manifestazioni del tutto eccezionali, tanto che nei successivi cinquant’anni si ripeterono per non più di una decina di volte. Il fatto poi che vi partecipassero appena sei o sette Contrade e che raramente si lasciasse traccia scritta di chi avesse vinto, la dice lunga sull’interesse che queste corse avevano tra i contradaioli.

È solo col 2 luglio 1656 che si ha notizia di un Palio delle Contrade corso in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna di Provenzano. Per quella ricorrenza venivano tradizionalmente nominati i Signori del Brio, tre nobili che avevano il privilegio di finanziare l’iniziativa. A partire da quell’anno, in luogo dei consueti fuochi artificiali, fu stabilito che si dovesse correre un Palio nel Campo. Alla Contrada vincitrice, oltre a un premio in denaro, sarebbe stato attribuito un drappo di seta dipinto con l’immagine della Vergine e gli stemmi nobiliari dei Signori del Brio in carica. Fu stabilito anche un regolamento di gara, sia pure leggermente diverso dall’attuale: le contrade, ad esempio, correvano tutte insieme (fino al 1718) e tra i fantini in gara erano ammesse molte più scorrettezze. In ogni caso tutta questa serie di circostanze chiarisce bene come il «vero» Palio delle Contrade, così come lo conosciamo oggi, sia nato in quell’occasione.

Dopo tre anni (2 luglio 1659) il Palio delle Contrade fu istituzionalizzato dagli Ufficiali della Biccherna e da allora istituito con regolarità. Su queste due date vi è un acceso dibattito per individuare l’anno dell’istituzione del Palio delle Contrade, anche se è solo nel 1659 che si ebbero per la prima volta tutti i requisiti necessari a definirne la continuità e l’ufficialità. Tuttavia, i cancellieri della Biccherna ci hanno lasciato dettagliati verbali sullo svolgimento del Palio delle Contrade solo a partire dal 1692. Del primo periodo resta una documentazione frammentaria e non ufficiale, lasciando una parentesi oscura di oltre trent’anni nel corso della quale alcune Contrade si attribuiscono vittorie non documentabili, così come lo stesso Elenco delle Vittorie ufficiale del Comune, alla luce di una più attenta analisi archivistica, non risulta immune da errori.

Nel 1675, la Contrada di Spadaforte, da lungo tempo inattiva, pretese di partecipare al Palio. Si originò così una serie di forti contrasti che tra l’altro non rese possibile la stessa effettuazione della corsa. Fu così decisa, una volta per tutte, la soppressione di quelle Contrade che risultavano ormai da tempo inattive: Gallo, Leone, Orso, Quercia, Vipera e, appunto, Spadaforte. Anche la Contrada dell’Aquila era solita non partecipare al Palio tanto che, quando si decise a farlo per la prima volta (1718), si innescò una nuova serie di diatribe sui confini territoriali che fu risolta solo con l’intervento delle autorità cittadine. Il 13 settembre 1728 la Principessa Violante Beatrice di Baviera, Governatrice della città, fissò una volta per tutte con un bando il numero e i confini delle Contrade. Le norme di questo bando sono ancora in vigore.

Il Palio delle Contrade, in quel primo periodo, veniva corso solo il 2 luglio, festa patronale cittadina, mentre il 15 agosto si continuava a correre (senza l’intervento delle Contrade) il Palio alla lunga in occasione della festa dell’Assunta, consuetudine che durò fino al 1861. Nel 1701 la Contrada dell’Oca, vincitrice del Palio di Provenzano di quell’anno, invitò le altre Contrade a ricorrere il Palio il 16 agosto, per festeggiare la propria vittoria. La corsa fu effettuata nel Campo, alla tonda, e la Contrada mise in palio la somma vinta il 2 luglio. Negli anni successivi furono molte le Contrade che si fecero promotrici di ricorrere il 16 agosto il Palio vinto a luglio, tanto che per tutto il secolo la consuetudine si ripeté spesso, anche se non in modo regolare. Fu solo nel 1802 che il Comune di Siena si fece carico in prima persona dell’organizzazione del Palio dell’Assunta, il 16 di agosto.

Tutte le Contrade sono rette da un Seggio, formato dal Priore (la carica più alta), il Vicario e due Consiglieri. Quella del Bruco e quella dell’Oca hanno invece, rispettivamente, un Rettore e un Governatore al posto del Priore. Il Seggio si occupa di tutte le questioni inerenti alla vita di Contrada, fuorché del Palio. Di questo ha competenza specifica il Capitano, che viene eletto ogni anno. È lui che ha l’incarico di tessere tutta quella rete di contatti e di promesse segrete, dette partiti, che sono l’anima del Palio. Come si può immaginare, è un compito estremamente delicato, specialmente se la sorte ha assegnato alla Contrada un cavallo bòno e i contradaioli si aspettano la vittoria. Il Capitano è affiancato nella sua opera da due luogotenenti, detti Mangini. Un’altra mansione particolarmente importante nei giorni del Palio è quella del Barbaresco, che ha il compito di prendersi cura del cavallo ricevuto in sorte dalla Contrada.

 

Le 17 Contrade del Palio di Siena – Ordinate alfabeticamente, si danno di seguito: la denominazione ufficiale, il toponimo e il terzo cittadino di appartenenza, il simbolo e i colori del vessillo; il numero di riferimento rimanda all’immagine.

1) Nobile Contrada dell’AQUILA (Casato; Terzo di Città); Un’aquila bicipite coronata all’antica; Giallo, listato di nero e blu.

2) Nobile Contrada del BRUCO (Via del Comune; Terzo di Camollia); Un bruco coronato su un ramo di rosa fogliato; Giallo e verde, con liste turchine.

3) Contrada della CHIOCCIOLA (San Marco; Terzo di Città); Una chiocciola strisciante; Giallo e rosso, con liste turchine.

4) Contrada Priora della CIVETTA (Castellare; Terzo di San Martino); Una civetta coronata; Rosso vinato e nero, con liste bianche.

5) Contrada del DRAGO (Camporegio; Terzo di Camollia); Un dragone mitologico, rampante e coronato all’antica; Verde e rosso (fucsia), listati di giallo.

6) Contrada Imperiale della GIRAFFA (Provenzano; Terzo di Camollia); Una giraffa condotta da un moro; Rosso e bianco.

7) Contrada Sovrana dell’ISTRICE (Camollìa; Terzo di Camollia); Un istrice arruffato e coronato all’antica; Bianco, con liste rosse, nere e azzurre.

8) Contrada del LEOCORNO (Pantaneto; Terzo di San Martino); Un unicorno mitologico, rampante; Bianco e arancione, con liste azzurre.

9) Contrada della LUPA (Vallerozzi; Terzo di Camollia); Una lupa romana coronata che allatta due gemelli; Bianco e nero, listato di arancione.

10) Nobile Contrada del NICCHIO (Pispini; Terzo di San Martino); Una conchiglia coronata, tra due rami di corallo; Turchino, con liste rosse e bianche.

11) Nobile Contrada dell’OCA (Fontebranda; Terzo di Camollia); Un’oca incoronata alla reale; Bianco e verde, con liste rosse.

12) Contrada Capitana dell’ONDA (Malborghetto; Terzo di Città); Un delfino natante coronato alla reale; Bianco e celeste.

13) Contrada della PANTERA (Stalloreggi; Terzo di Città); Una pantera rampante coronata; Rosso e azzurro, con liste bianche.

14) Contrada della SELVA (Vallepiatta; Terzo di Città); Un rinoceronte all’ombra di una quercia, con armi da caccia; Verde e arancione, con liste bianche.

15) Contrada della TARTUCA (Castelvecchio; Terzo di Città); Una tartaruga; Giallo e azzurro.

16) Contrada della TORRE (Salicotto; Terzo di San Martino); Un elefante coronato che sorregge una torretta; Rosso cremisi, con liste bianche e azzurre.

17) Contrada di VALDIMONTONE (Ponte di Romana; Terzo di San Martino); Un ariete rampante coronato; Rosso e giallo, con liste bianche (a); in corsa il fantino, per distinguersi dai colori simili della Chiocciola, indossa un giubbettocolor rosa antico (b).

Gli stemmi delle Contrade sono caricati da figure minori, esprimenti le onorificenze acquisite nel corso di varie e diverse occasioni.

Nota a cura di Michele Turchi

 

 

Bibliografia

 

Bando sopra la nuova divisione, e riforma de’ Confini delle Contrade della Città di Siena, Siena 1729.

Riccardo Brogi, Il Palio di Siena. Cenni storici ed impressioni, III ed., Siena 1894 (ristampa, Siena 1981).

William Heywood, Palio e Ponte. Gli sports dell’Italia Centrale dai tempi di Dante fino al Ventesimo Secolo, London 1904 (ristampa ed. italiana del 1904, Palermo 1981).

Alberto Comucci, Siena e le sue Contrade. Brevi cenni storici, Siena 1926 (ristampa, Siena 1994).

Renzo Larco, Il Palio di Siena, Siena 1929 (II edizione).

Luciano Artusi, Silvano Gabbrielli, Il Palio delle Contrade, in Gioco, Giostra, Palio in Toscana. Antiche rievocazioni storico-popolari della regione Toscana, Firenze 1978.

Alan Dundes, Alessandro Falassi, La terra in piazza. Antropologia del Palio, Berkeley and Los Angeles 1975 (ed. italiana, Siena 1986).

Roberto Donati, Il Palio, Narni 1979.

Antonio Zazzeroni, L’araldica delle contrade di Siena, Firenze 1980.

Daniele Magrini, I guerrieri del Palio. I fantini degli ultimi venti anni raccontano, nelle loro vittorie e nelle loro sconfitte, la nuova leggenda della festa senese, Siena 1982.

Judith Hook, Siena. Una città e la sua storia, London 1979 (ed. italiana, Siena 1988).

Sergio Profeti, Nel Campo le Vittorie, Siena 1991.

AA.VV., Guida al Palio, Betti Editrice, Siena 1995.

Francesco Dolcino, Così in campo. Analisi statistica delle partecipazioni e delle vittorie delle contrade nei Palii tradizionali e straordinari dal 1693 ai giorni nostri, Siena s.d. (ma 1996).

Marco Delogu e Massimo Reale, I fantini del Palio. Ritratti, Viterbo 1999.

Alessandro Savorelli, Il Palio di Siena e i suoi simboli, Firenze 1999.

Massimo Biliorsi, Cento anni di Palio. Contrade, cavalli, fantini: tutti i protagonisti dei duecentouno Palii del XX secolo, dal 2 luglio 1900 al 16 agosto 1999, Siena s.d. (ma 2000).

Alessandro Savorelli, Compratevi il sacchetto dei barberi. Capirete ciò che accade nel Campo, «La Nazione», 30 giugno 2018, pp. 16-17.

Andrea Rauch, Contrade Colori, Siena, S. Maria della Scala, 2002.

https://www.ilpalio.siena.it/5/default.aspx

https://www.ilpalio.org/