Pralungo

Questa pagina speciale è riferita al Comune di Pralungo

Pralungo viene citata quale luogo abitato per la prima volta nel 1377-8. Appartenne storicamente a Biella, costituendone frazione fino al 1622, quando fu elevata a Comune autonomo da Vittorio Amedeo I; rimase compresa nel feudo biellese fino al 1695, quando fu concessa alla famiglia Provana.

Nel 1941 la Commissione Araldica Piemontese esaminò la domanda del Comune relativa agli emblemi civici, in essa Pralungo chiedeva «la concessione dello stemma e del gonfalone. Espone di usare da antico tempo uno stemma trinciato d’argento e di verde, col primo carico di una falce posta in palo. Chiede la sostituzione di una stella d’oro alla falce e la aggiunta del Capo del Littorio».
La relazione del commissario Giorgio De Vecchi di Val Cismon dava in proposito parere favorevole notando che «Anche la modifica dello stemma del Comune appare opportuna con la sostituzione della stella alla falce», probabilmente in quanto ad un simbolo (la falce) avente connotazioni troppo “comuniste”, si era allora sotto regime fascista, ne veniva sostituito uno più “patriottico” (la stella a cinque punte, la “Stella d’Italia”).

La scelta veniva sanzionata con Regio Decreto del 24 agosto 1941: Trinciato di argento e di verde; l’argento caricato di una stella d’oro. Capo del littorio; da notare che la stella di “metallo” (oro) venne posta sopra un fondo anch’esso di metallo (argento), infrangendo così una delle regole base dell’araldica, la “regola di contrasto dei colori”; con lo stesso fu concesso un gonfalone consistente in un drappo di azzurro.

Caduto il Fascismo e finita della seconda guerra mondiale con D.P.R. 18 giugno 1949 fu ripristinata l’antica figurazione: Trinciato d’argento e di verde; l’argento caricato di una falce al naturale; anche se non specificato nel bozzetto la falce non è “posta in palo” (verticale) come dichiarato dal Comune nel 1941 ma (probabilmente per esigenze grafiche) “in banda” (cioè obliqua).

Nota di Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

Stemmario civico. Biellese, cusiano, novarese, ossolano, valsesiano, verbano, vercellese, vol. I, pp. 166-167, Editrice EOS, Novara 1991
Archivio di Stato di Torino, Commissione Araldica Piemontese, Mazzo 7