Gonfalone
dal francone Gundfahne (bandiera di combattimento). Inizialmente era una bandiera di grandi dimensioni portata dal gonfaloniere che identificava il corpo degli armati, mentre durante il periodo Comunale veniva sospesa ad unasta montata su un carro (detto Carroccio) come la vela di una nave, e considerato il simbolo della citta, veniva portato in battaglia dopo esser stato benedetto ed era difeso da una speciale compagnia di soldati. 1) drappo rettangolare, piu grande del labaro, attaccato per il lato corto ad una traversa (bilico) attaccata ad una asta verticale per mezzo di corde. 2) figura araldica stilizzata di un gonfalone, formata da una fascia scorciata munita di 2 o 3 pendenti detti bandoni e sormontata da anelli. Segno anche della carica di Gonfaloniere. 3) insegna degli enti territoriali, consistente in uno stendardo in forma di drappo di panno rettangolare, di circa 1 metro per 2, composto da uno o più smalti dello stemma dellente, caricato al centro dello stemma stesso, riccamente decorato e ricamato; terminate in frange (bandoni); sospeso per mezzo di un bilico e due cordoni pendenti ad unasta ricoperta di velluto guarnito di bullette metalliche disposte a spirale, terminante in una punta di freccia sulla quale e riprodotto lo stemma o lemblema della Repubblica, sotto la quale e legata una cravatta dei tre colori nazionali e frangiata. Le parti metalliche, i cordoni, i ricami e le bullette sono doro per le Citta e le Province e dargento per i Comuni. Gli enti insigniti di medaglia lappuntano al gonfalone.
Gonfaloniere
incaricato di portare e difendere il gonfalone. Titolo di un alto ufficiale dellEsercito di un principe o di un Ordine cavalleresco. Durante il periodo dei Comuni lincarico e il titolo erano ereditari e concessi ad una particolare famiglia, che in alcuni casi fini per adottarlo come nome di famiglia (da cui Gonfalonieri, Confalonieri, etc.).
Giarrettiera (Ordine della)
vedi Ordine della Giarrettiera.
Gigio dal Piè Nodrito
termine ricercato per il giglio che muove da una pezza o da una figura e che non mostra il piede, come se fosse reciso o infisso nella pezza.
Gigliato
1) pezza terminante in un giglio [dal piè nodrito]. 2) seminato di gigli. Cfr. Fiorito.
Giglio (Fiordaliso e Fleur-de-Lys)
fiore araldico, si rappresenta con tre petali dei quali uno centrale in forma di punta di lancia e due arrotondati laterali ricadenti ai lati. Letteralmente in francese fleur de lys identifica il fiore del giglio (fam. Liliacee) mentre litaliano fiordaliso si riferisce alla pianta erbacea della famiglia delle Composite, con fiori azzurri e foglie lineari, assai comune nei campi di grano. Popolarmente i termini vengono utilizzati come sinonimo, abitualmente si preferisce il termine giglio. Tre gigli disposti 2 e 1 (come nellarma del Regno di Francia) sono bene ordinati quindi non si dovrebbe indicare la disposizione. Cfr. Regole. Esiste anche rappresentato nella forma al naturale e può essere definito giglio di giardino.
Giglio di Firenze
stilizzazione delliris e assai diverso dal giglio generico, è il simbolo della citta di Firenze e si dovrebbe rappresentare contemporaneamente bocciolato (munito di pistilli) e bottonato (i petali centrali sono allargati e lasciano vedere delle piccole sferette). In origine era bianco in campo rosso e richiamava il Labaro imperiale, ma nel 1251 i Guelfi presero il potere scacciando i Ghibellini e invertirono i colori dello stemma. I fiorentini chiamano il fiore del loro stemma anche giaggiolo, vale a dire l iris, unaltra pianta erbacea ma della famiglia delle Iridacee (Ireos Florentina), tipica della campagna italiana, con fiori bianchi, azzurri o violacei (giaggiolo e dal latino gladiolum, piccola spada, per la forma delle foglie).
Giglio di Giardino
giglio al naturale. Nota durante la dominazione Francese il Giglio di Firenze nellarma di quella città venne sostituito da un giglio di giardino al naturale.
Gentiluomo (e Gentil Homo)
sinonimo di Nobiluomo, uomo nobile di nascita, si abbrevia in N.H. (f. Gentildonna, si abbrevia N.D.).
Giogo
figura caratteristica composta di una semicerchio con due bracci laterali dai quali pendono due piccoli paletti.
Gerusalemme (Croce di)
vedi Gerusalemme (Regno di).
Giostra
una delle parti di un Torneo cavalleresco. Mentre nella giostra i cavalieri combattevano uno contro laltro cercando di sbalzarsi di sella, nel torneo vero e proprio i cavalieri combattevano in drappello in numero pari e con armi cortesi.
Gerusalemme (Regno Latino di)
Regno Cristiano istituito in Palestina dopo la I Crociata dal 1099 al 1291 (da 1187 trasferito ad Acri quindi dal 1291 a Cipro) che comprendeva Acri e Tiro; aveva come vassalli i Regni crociati di Emessa, Antiochia e Tripoli e i sottofeudi di Krak, Galilea, Sidone, Giaffa e Ascalona. I re di Gerusalemme avevano come emblema uno scudo dargento con una croce del Santo Sepolcro potenziata accantonata da quattro crocette, il tutto tradizionalmente doro (ma alcuni studiosi ritengono che, in origine fosse rossa, in seguito lo smalto delle miniature ossidato e metallizzato e stato interpretato come oro). La palese contraddizione con une delle regole fondamentali dellAraldica, che vieta di mettere metallo su metallo, e stata associata alla particolare sacralita della Citta Santa. Vedi anche Ordine del Santo Sepolcro.
Globo Imperiale (e Globo dImperio)
rappresentazione della Terra e del potere universale della dignità imperiale, e costituita da una sfera cinta, crociata e cimata da una crocetta (che può essere avellana, pomettata, trifogliata ); il papa ne portava uno piccolo sulla sommità della Tiara. Cfr. anche Certosino, Ordine e Tiara.
Gheronato
scudo suddiviso in gheroni. Di 6 pezzi; di 8 pezzi (ottenuto da un inquartato e da una decussato, non si blasona); di 10 e 12 pezzi, o in croce patente (8 pezzi).
Goccia dacqua
per convenzione si rappresenta come un piccolo cuore rovesciato con la punta dritta. Cfr. Lagrima.
Gheróne
termine derivato dal germanico gairo («punta del giavellotto»). 1. Lembo, falda della gonnella maschile portata sul davanti passato ad identificare ciascuno dei due lembi triangolari di stoffa innestati sui lati delle camicie di foggia antica per aumentarne lampiezza. 2. Pezza onorevole in forma di pergola in cui però lintervallo tra i due bracci divaricati è pieno; pezza triangolare limitata da due linee di partizione che si intersecano nel cuore dello scudo.
Ghiandifera
se la quercia è fruttifera di ghiande di smalto differente dalle foglie e dai rami.
Ghibellina (alla)
merlatura degli edifici e delle pezze a coda di rondine avente i merli forcati o a coda di rondine. Cfr. Guelfa (alla).
Ghibellino
appartenente alla fazione imperiale. Chi parteggiava per la fazione di Hohenstaufen contro quella di Baviera (Guelfi) per il trono imperiale. In Italia chi sosteneva gli interessi imperiali contro la politica temporale della Chiesa. Dal nome del castello di Waibling (anticamente Wibeling) che era un possesso degli Hoenstaufen. Vedi Hohenstaufen.
Giaco
armatura difensiva formata da maglie o squame d’acciaio. In Araldica identifica lo scudo completamente coperto di squame. Vedi Squamato.
Giallo
simboleggia loro. Si rappresenta convenzionalmente riempiendo di piccoli puntini il campo.
Gemella (improprio Geminata)
due linee dello stesso colore parallele; figura formata da due filetti paralleli racchiudenti una porzione del campo nella larghezza e forma di una pezza (fascia, banda, palo, sbarra, scaglione, decusse); ovvero coppia di bande, fasce, sbarre, ristrette ravvicinate e dello stesso colore. Quindi si dirà gemella in fascia, gemella in banda, gemella in scaglione (meglio scaglione gemello), etc esiste anche la Gemella in Croce. Vedi anche Gemello, Terza.
Gemmato
munito di gemme.
Gagliarda (Pezza)
nome popolare del fasciato di nero e dargento che a Firenze identificava lArte del Calzolai.
Gemme
pietre preziose che adornano le corone e altri gioielli. In Italia si adornano le corone con smeraldi, rubini e perle perché riprendono i colori della bandiera nazionale. Vedi Pietre Preziose.
Gagliardo
bandiera principale (per es. di una nave). Diminutivo Gagliardetto.
Genetta
felino flessuoso ed elegante in passato addomesticato, come il gatto (e con questo spesso confusa nelle rappresentazioni). Secondo la tradizione nel 732 Carlo Martello creo lOrdine della Genetta (spesso maldestramente tradotto come Ginestra) per ricompensare i suoi compagni.
Gaio
il cavallo quando raffigurato passante e senza fornimento. Cfr. Bardato, Imbrigliato, Sellato, Gualdrappato.
Genova
1) Armi della citta di Genova (armi di San Giorgio) scudo gotico dargento, alla croce piana di rosso, timbrato dalla corona di Duca cimata dalla testa di Giano bifronte, scudo e corona supportati da due grifi alati al naturale con la coda ripiegata sul dorso 2) Arma del Duca di Savoia-Genova (vedi), cadetto della Casa di Savoia. 3) capo con le armi di Genova dargento alla croce piana di rosso. Cfr. Capo di Milano.
Galero (o cappello) Prelatizio
in Araldica si distingue il colore a seconda del grado del possessore nella gerarchia ecclesiastica rosso per i cardinali, verde per i vescovi e gli arcivescovi, nero per tutti gli altri religiosi (ad esclusione degli abati dellOrdine Premostratense, che per antico privilegio lo possono portare bianco).
Gentilizio
che e proprio delle famiglie nobili (armi gentilizie). Che si riferisce alla gens (stirpe).
Galero Cardinalizio (o Pontificale)
uno dei cinque tipi di copricapo cardinalizio (di rito romano) il primo è il galero di panno rosso, detto galero pontificale, perché concesso dal Pontefice; con una tesa molto larga e trapassata da due cordoni che terminavano con due nappe che, in origine, venivano annodati sotto il mento; il secondo, chiamato cappello parasole, di seta cremisi, con due fiocchi laterali al cupolino ed una nappa allestremità dei due cordoni, era un oggetto liturgico che non veniva indossato ma sostenuto dal maestro di camera del cardinale nelle liturgie solenni; il terzo, chiamato cappello rosso piccolo o usuale è di feltro rosso; il quarto, detto cappello nero, pure di feltro con la sola distinzione di una fascia di fettuccia rossa con ricami in oro, attorno al cupolino, e usato dai cardinali quando portano la veste talare nera; il quinto è il tricorno o meglio berretta tipico copricapo degli ecclesiastici, possiede una forma approssimativamente cubica ed è munita di tre alette rigide e un fiocco sulla parte superiore (Vedi Tricorno).Il galero rosso, nel tempo aveva perso la primitiva forma e risultava piatto, non veniva indossato, in quanto veniva solo consegnato al neoeletto cardinale dal papa nel corso del Concistoro Pubblico. In pratica veniva usato solo durante il funerale del cardinale e dopo, appeso presso il suo sepolcro. In araldica il cappello di rosso che timbra lo scudo cardinalizio appare agli inizi del XIV secolo, luso divenne comune nel XV, a seguito della graduale scomparsa della mitria nello stemma dei cardinali. I fiocchi inizialmente non erano in numero definito; in numero di 15 per parte disposti in cinque ordini (1, 2, 3, 4 e 5) diviene comune sotto il pontificato di Pio VI (1775-1779) e regolamentato dalla Congregazione Cerimoniale del 9 febbraio 1832. Dallo stemma dei cardinali, con la Costituzione apostolica Militantis Ecclesiae regimini del 19 dicembre 1644 papa Innocenzo X ordinò a tutti i Cardinali, allo scopo di costruire lunità e leguaglianza del sacro collegio, di rimuovere dai loro sigilli e da qualsiasi loro insegna, comunemente chiamata stemma, le corone, i segni e tutti gli attributi di origine secolare, ad eccezione di quelle che sono allinterno dello scudo dellarme della loro famiglia come parte essenziale e integra dello stemma stesso, restando insigniti e decorati del solo cappello rosso, risplendente del colore medesimo del sangue prezioso di Cristo. Il galero o cappello cardinalizio reale (ad esclusione di quello araldico) venne abolito da Paolo VI.
Galero
cappello da pellegrino a larga tesa, da cui e derivato il cappello prelatizio con fiocchi, che e segno delle dignità ecclesiastiche. Dal latino galea (un particolare tipo di elmo), è di panno, con una tesa molto larga e trapassata da due cordoni che terminavano con due fiocchi che, agli inizi, venivano annodati sotto il mento, oltre ai due fiocchi laterali che sporgevano dalla tesa o cupolino;
Galizia (Galizien, gia Galitien)
regno asburgico dellEuropa centro-orientale, arma Dazzurro, alla fascia in divisa cucita di rosso, sostenente un corvo chiuso di nero illuminato dargento, accompagnata in punta da tre corone di tre punte doro, gemmate e poste 2.1.
Gallo dOro
nome popolare della Fenice.
Gallo
si rappresenta sempre crestato e barbato (o bargigliato, cioe munito di bargigli di colore diverso). Se ha la zampa destra alzata si dice ardito, ed e la sua posizione naturale.
Galoppante
il cavallo che corre.
Gambuto
il fiore o larbusto quando hanno lo stelo o il gambo di colore diverso. Vedi Stelato.