Esculapio
dio dellarte medica. Vedi Verga di Esculapio.
Esente
vedi Nullius.
Estaie (e Scaglionetto)
termine francese per indicare lo scaglione ridotto ad 1/4 quarto della sua larghezza ordinaria.
Estasiato
attributo del delfino e degli altri pesci, quando hanno la bocca aperta senza lingua. Anche Boccheggiante o Spasimato..
Este (di) arma
armi dorigine della dinastia dei Duchi di Ferrara e Modena originaria dellomonima cittadina ai piedi dei Colli Euganei (oggi in Provincia di Padova); Dazzurro, allaquila dargento al volo abbassato, coronata imbeccata e membrata doro.
Estrez
termine desueto che indica una croce diminuita della metà della sua larghezza ordinaria, come se si fosse ritirata.
Evirato (e Castrato)
animale privato dei suoi attributi sessuali. Vedi diffamato.
Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana
monumentale opera araldico-genealogica, il cui titolo completo è Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana. Famiglie nobili e titolate viventi riconosciute da Regio Governo dItalia compresi città, comunità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, in dieci volumi e curata ed edita dallo storico e genealogista italiano marchese Vittorio Spreti tra il 1928 e il 1932.
Enigmatiche (anche Enigmitiche)
armi irregolari delle quali non si riesce a spiegare il significato.
Echidna
vedi Melusina.
Enti Morali
insieme degli Enti Amministrativi della Repubblica Italiana Regioni, Province, Comuni e Città, nonché Fondazioni, Banche, Università
Egretta
nome aulico dellAirone, dal dialettale francese Aigron. secondo alcuni indica il ciuffo di piume sulla testa della fenice.
Equipollenti (Punti)
vedi Punti Equipollenti.
Elce (ed Elice)
nome aulico del leccio.
Erboso
attributo che caratterizza il terreno al naturale.
Elefante
rappresentato di profilo, può essere fermo, passante, cinghiato, sostenete (es. una torre), minaccioso (se ha la proboscide alzata), gualdrappato.
Ermellino
sinonimo attuale di Armellino. Vedi Armellino.
Elemento Decorativo
elemento di completamento dello stemma degli Enti Territoriali, composta da un serto formato con un ramo di quercia e uno di alloro al naturale fruttiferi doro passati in decusse sotto la punta dello scudo e legati da un nastro in fiocco con i colori nazionali. Nota per la Regione Autonoma della Valle dAosta il fiocco è composta da due nastri (uno con i colori della bandiera nazionale e uno partito con i colori di Aosta rosso e nero); per gli stemmi della Provincia Autonoma di Bolzano lelemento decorativo non è previsto. In alcuni casi particolari sono rappresentate essenze vegetali diverse (olivo, palma, pino, melo, vite). Secondo alcuni autori non dovrebbe essere aggiunto alle armi delle attuali Province, giacché queste ultime ne portano uno assai simile uscente dalla corona di rango (fino al 1943 la corona era formata da un cerchio turrito, vedi Provincia).
Elettore
vedi Principe Elettore.
Ellittico (scudo)
scudo ovale detto anche impropriamente italiano perché assai in uso nel nostro paese tra il XVIII e il XIX secolo sia come emblema di Stato che di persona.
Elmo Gerarchico (o di Dignità)
in Italia luso di un particolare tipo di elmo è disciplinato dal Regolamento Tecnico-Araldico. Se posto un uno scudo inclinato, sta sul lato superiore sinistro e voltato verso la parte abbassata dello scudo. Se sullo scudo sono posti due elmi essi si guardano.Baroni elmo d’argento, liscio, bordato d’oro, graticolato di 13 pezzi, gorgieretta d’oro.
Elmo
copricapo dellarmatura che varia di foggia e di materiale, legato alla dignità del possessore. Può essere adottato dalle famiglie non nobili ma che hanno acquisito il diritto allo stemma. La composizione dello scudo sovrastato dallelmo deriva dallusanza dei tornei di appendere lo scudo allelmo per mezzo una cinghia di cuoio e poterlo affiggere alle pareti o ad un palo. Per lo stesso motivo, quasi una ricerca di realismo, alcuni scudi araldici sono rappresentati inclinati.A Becco di Passero- appuntito sulla parte anteriore e munito di feritoie per gli occhi
Emblema della Repubblica Italiana
lattuale simbolo della fu adottato con Decreto Legislativo n. 535 del 5 maggio 1948 firmato dal Presidente della Repubblica Enrico De Nicola. Il Decreto istituisce lemblema nazionale caratterizzato da una ruota dentata dacciaio, simbolo dellattività lavorativa e richiamante il 1° articolo della Costituzione (LItalia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro); caricata della Stella dItalia dargento filettata di rosso (da sempre associata alle personificazioni dellItalia e già presente nello stemma del Regno Unito dItalia, detto stellone epiteto che passerà poi anche allemblema repubblicano). Il ramo dolivo simboleggia la volontà di pace della Nazione, quello di quercia vuole significare la forza e la dignità del popolo italiano (entrambe le essenze sono tipiche del nostro territorio) decussati (incrociati) sotto la ruota e legati da un nastro rosso simbolo di valore e recante la scritta in caratteri lapidari latini maiuscoli REPUBBLICA ITALIANA. Da notare che il serto vegetale è formato da un ramo dolivo e uno di quercia, anziché dalloro e quercia come negli emblemi delle Città e dei Comuni.
Emblema Nazionale Italiano
vedi Emblema della Repubblica Italiana.
Emblema
vocabolo di derivazione greca (letteralmente messo dentro), figura o insieme di figure che hanno un significato speciale (a volte recondito) che può essere interpretato da chi abbia le cognizioni necessarie. Sinonimo di Armi. Vedi Simbolo.
Emblemi Araldici
termine burocratico collettivo che si riferisce allo stemma, al gonfalone, ed eventualmente alla bandiera e al sigillo di un Ente Morale.
Emblemi Civici (o Territoriali)
termIne che identifica le Armi degli Enti Territoriali- stemma, gonfalone, sigillo e bandiera. Buona parte degli emblemi civici del nostro Paese risalgono all’epoca di nascita dei Comuni nel XII secolo allorché l’Imperatore o il vescovo della città concedevano l’insegna ai cittadini riuniti in assemblea (“Arengo”, dal gotico “Hrings”- circolo, unione) come segno di autonomia e libertà (non a caso molte città adottarono la scritta LIBERTAS). Nascono come vessilli di guerra e solo successivamente vengono riportati sugli scudi (le antiche fonti fanno quasi sempre riferimento a “vessilli”); spesso monocromi o bicromi che dalla metà del secolo XII cominciano ad essere caricati di figure. Si ispirano al Vexillum rosso, l’antica insegna militare dell’esercito imperiale Romano. I primi stemmi comunali sarebbero comparsi dopo il trattato di pace di Costanza del 1183 dove venne riconosciuta l’autonomia dei Comuni e probabilmente li motivò a creare un proprio sistema di simboli e di cerimoniali. Il termine collettivo si riferisce alle armi degli Enti Territoriali (Province, Comuni, Città) che, legalmente, rientrano tra gli “Enti Morali”, sono regolate ancor’oggi dal Decreto del Re d’Italia Vittorio Emanuele III del 7 giugno 1943 n. 651 dal titolo “Ordinamento della stato nobiliare italiano” e n. 652 “Regolamento per la Consulta Araldica del Regno”, che dispongono anche per l’araldica degli altri Enti Morali (Banche, Fondazioni, Monti e simili). Si fa riferimento altresì anche al vecchio “Regolamento Tecnico Araldico della Consulta Araldica del Regno d’Italia”, approvato con Decreto del 13 aprile 1905 n. 234, e stilato dal barone e senatore Antonio Manno, commissario del re presso la Consulta, da cui il nome improprio che alcuni gli attribuiscono di “Codice Manno”. Esso stabilisce che “Province, Comuni ed Enti Morali non possono servirsi dello stemma dello Stato, ma di quell’ arme o simbolo del quale avranno ottenuto la concessione o il riconoscimento”. Il termine “simbolo” ha consentito, in tempi recenti, l’adozione di disegni e composizioni grafiche diverse dalle figurazioni araldiche. Tra gli enti territoriali rientrano anche le Regioni, anche se istituite solo nel 1948, con la Costituzione Repubblicana. Vedi anche Corona, Serto di alloro e quercia.