Università degli Studi di Parma


Università degli Studi di Parma


Il sigillo dell’Università di Parma è anche il suo logo, ne rappresenta quindi l’identità, mostra una complessa figurazione circondata dalla legenda SIGILLUM ALMAE UNIVERSITATIS STUDII PARMENSIS, si riconosce la figura di Sant’Ilario di Poitiers, patrono della città (tenente un vessillo crociato con la scritta AUREA PARMA, San Giovanni Evangelista, i quali inquadrano la scena di un docente intento a impartire una lezione ad alcuni scolari, in basso lo stemma del Comune di Parma (in originale “d’oro alla croce d’azzurro”) e del Popolo di Parma (“di rosso al torello passante d’argento”), il tutto soggetto alla figura della Vergine Maria incoronata regina dal figlio Gesù.

“Aurea Parma” richiama la storia della città: Parma, fu infatti colonia romana a partire dal 183 a.C., e ha sempre rivestito importanza politica grazie alla posizione geografica che ha favorito intensi scambi economici e socio-culturali. Durante il periodo della denominazione bizantina assume il nome di “Chrysopolis” (città dell’oro: Aurea Parma, appunto), probabilmente perché sede dell’erario. L’appellativo compare anche sul gonfalone comunale.

La vergine incoronata

La prima Università (Studium Parmense) di Parma venne creata per decreto imperiale “potestatem eligendi sive ordinandi sibi notarios” del 962 (attualmente conservato nell’archivio vescovile) dell’imperatore Ottone I, che concedeva al vescovo-conte Uberto, di tenere una scuola superiore di diritto, indirizzata alla formazione della professione notarile.

Tra gli insegnanti più illustri si ricordano: Pier Damiani (che ne fu prima allievo), Anselmo da Besate, Donizone di Canossa (autore della “Vita Matildis”, biografia di Matilde di Canossa), Biagio Pelacani da Costamezzana, insigne giurista.

Francesco Petrarca, residente a Parma intorno al 1340, iscrive allo Studium il figlio Giovanni.

Inopinatamente soppresso nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, che intendeva favorire quello di Pavia, venne rifondato da Niccolò III d’Este, marchese di Ferrara, nel 1412 configurandolo come Università.

Lo Studio, gestito dai Gesuiti, è dotato dal duca Ranuccio I Farnese (1602) di ingenti mezzi, di privilegi per docenti e studenti, di strutture efficienti, fra le quali il Collegio dei nobili, destinato alla formazione della classe dirigente non solo parmense: un’istituzione che vede il suo massimo splendore nel XVIII secolo, con l’afflusso di studenti provenienti da tutt’Italia (e fra essi si possono ricordare Beccaria ed i fratelli Verri).

Dopo il periodo napoleonico, l’ateneo tornò alla sua tradizionale configurazione durante il ducato di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena sviluppandosi in maniera costante a partire dalla metà del XIX secolo.

Massimo Ghirardi

sigillo ridisegnato

sigillo Ufficiale
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LEGENDA

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