Sede Vacante
Sede Vacante
Storia e informazioni
La sede vacante (in latino sedes vacans) è il periodo che si verifica quando una diocesi o una Chiesa particolare resta priva di guida, ossia quando viene a mancare il vescovo in carica. Per evitare un vuoto di potere, queste circostanze vengono regolamentate precisamente dal Codice di diritto canonico. Un caso particolare è quando a essere vacante sia la Sede apostolica (la Santa Sede).
Si verifica la sede apostolica vacante tra la morte o la rinuncia di un pontefice e l’elezione del suo successore, la diocesi di Roma resta senza vescovo, ossia il papa della Chiesa cattolica.
Durante l’assenza del papa il governo della Chiesa è affidato al collegio dei cardinali, i quali in maniera del tutto consultiva suppliscono all’autorità papale. Possono essere trattati gli affari pubblici della Chiesa, ad esempio preparare i funerali del pontefice e stabilire la data di inizio conclave, ma non possono essere affrontati i temi che spettano esclusivamente al pontefice. Durante questo periodo, la figura di maggior rilievo è il cardinale camerlengo, il quale assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa. Il camerlengo attuale è Cardinale Kevin Joseph Farrell.
Le procedure adottate durante la sede apostolica vacante sono dettate dalla costituzione apostolica «Universi Dominici Gregis», promulgata da papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996.
Le procedure prevedono che il Camerlengo accerti la morte del Pontefice alla presenza del Decano del Collegio cardinalizio, del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, dei familiari del papa defunto e del direttore della Direzione di Sanità e Igiene.
Una volta accertato il vengono apposti i sigilli alla camera e allo studio del Pontefice e il Camerlengo annuncia il decesso al Cardinale Vicario di Roma che, a sua volta, lo comunicherà al popolo romano. Lo stesso camerlengo si incarica poi di spezzare l’anello del pescatore che il papa porta all’anulare destro che è il simbolo della successione a San Pietro. Contemporaneamente viene spezzato il sigillo del pontefice a simboleggiare la fine del suo potere.
L’atto visivamente più evidente della morte del pontefice è la chiusura a metà del portone di bronzo di San Pietro, in segno di lutto, e la campana di San Pietro viene suonata a martello.
La salma viene composta e rivestita dei paramenti papali: la mitra bianca, la casula di colore rosso (che è il colore del lutto per i pontefici) e il pallio, una sorta di sciarpa bianca di lana caricata di croci di nero.
Per nove giorni poi si celebreranno i Novendiali, vengono cioè celebrate delle messe in suffragio dell’anima del pontefice. Per tre giorni, inoltre, il corpo del pontefice viene esposto alla venerazione dei fedeli. Famoso è rimasto il problema del corpo di Pio XII che stava per esplodere a causa di un’errata imbalsamazione.
Infine, si celebrano i funerali solenni. Dopo la Missa poenitentialis, le spoglie vengono poste in un’unica cassa in legno (papa Francesco ha annullato l’uso delle tre casse di cipresso, piombo e noce) e, infine, tumulate all’interno delle Grotte Vaticane o in altro luogo prescelto dal pontefice defunto. Papa Francesco ha espressamente richiesto di essere sepolto a Santa Maria Maggiore avendo sempre professato una grande devozione per la Madonna Salus Populi romani, che si trova nella chiesa di piazza dell’Esquilino.
Alla morte del papa tutti i cardinali della Curia Romana e il Cardinal Segretario di Stato decadono dal loro incarico, ad eccezione del Camerlengo, del Penitenziere Maggiore, del cardinale vicario della Diocesi di Roma e della Città del Vaticano e del Decano del Collegio Cardinalizio.
Infine, il Camerlengo convoca i cardinali elettori e, trascorsi dai quindici ai venti giorni, gli stessi si riuniscono in conclave per l’elezione del nuovo papa.
Note di Bruno Fracasso
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
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