Sant’Ignazia Eustochio Verzeri


Sant’Ignazia Eustochio Verzeri

Storia e informazioni

Ignazia Eustochio Verzeri, nacque a Bergamo il 31 luglio 1801, primogenita del conte Antonio Verzeri e di Elena dei conti Pedrocca-Grumelli.

Malgrado il suo carattere molto allegro e vivace, espresse fin da piccola il desiderio di diventare monaca; la zia, Maria Antonia Pedrocca-Grumelli, badessa del monastero di Santa Chiara, convinse i genitori ad assecondare il desiderio della nipote che, a sedici anni, dopo un incontro con Giuseppe Benaglio, rettore del Seminario vescovile di Bergamo, entrò nel 1818 nel monastero di Santa Grata, dove seguì gli insegnamenti di Virginia Simoni (nipote di Benaglio), e cominciò ad occuparsi dell’educazione religiosa delle giovani ragazze di nobili famiglie che vivevano nel convitto del monastero. Assunse il nome di religione di suor Teresa.

Ma le leggi imperiali, promulgate da Giuseppe II d’Austria, le impedivano di prendere i voti fino all’età di ventiquattro anni, perciò dovette rientrare in famiglia.

Nel 1821 tornò come insegnante nel monastero, ma non poté pronunciare i voti monastici per l’ostilità di alcune monache che non comprendevano la riforma che monsignor Giuseppe Benaglio, che era anche Vicario Generale della Diocesi di Bergamo, stava attuando attraverso di lei e le altre suore riformiste: come aprire una scuola aperta ai poveri della città, per la quale si riuscì poi ad ottenere alcuni locali accanto alla chiesa di San Cassiano detti del Gromo che diventarono le aule della nuova scuola.

L’8 febbraio 1831, accettò l’incarico di insegnante, con un gruppo di altre giovani, nella scuola per ragazze povere dando inizio a quello che sarà l’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù, nella convinzione che lasciare all’abbandono gli orfani e i diseredati portasse a situazioni di delinquenza: l’accoglienza e l’istruzione erano, quindi, il mezzo per superare il degrado sociale. l’8 febbraio 1831 è la data di fondazione ufficiale dell’Istituto.

Teresa si impegnò dal 1838 al 1843 alla formalizzazione del suo pensiero pedagogico nel Libro dei Doveri, costituito da 3 volumi e pubblicato nel 1845. La sua linea pedagogica, organizzata secondo il “sistema preventivo”, riteneva l’istruzione e la cultura gli unici mezzi necessari per il progresso e la liberazione dell’individuo, in particolare per la donna.

Teresa Eustochio Verzeri aprì quindici istituti a Bergamo, Brescia, Breno, Darfo, Sant’Angelo Lodigiano, Piacenza, Trento, Riva, Recanati e Roma, riuscendo ad avere, dopo vent’anni, duecento suore attive. Fu la prima donna a occupare il ruolo di superiora generale, carica che era preclusa alle persone di sesso femminile come sancito dalla costituzione apostolica del 1749 Quamvis iusto.

Teresa soffriva di epilessia e morì il 3 marzo 1852 a Brescia, aveva aperto 15 case e accolto più di 200 consorelle. Dichiarata venerabile nel 1883, venne beatificata da Pio XII nel 1946 e canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2001. Le sue reliquie sono conservate nella cappella dell’Istituto delle figlie del Sacro Cuore di Gesù, in Via Donizetti, a Bergamo.

Lo stemma antico dei Verzeri, di antica origine veronese (Verzier) della quale famiglia un ramo si è installato a Bergamo, portava lo stemma: “partito di rosso e d’argento, alla verza di verde sradicata attraversante sulla partizione”, dove la verza, rappresentata in guisa di albero, rimanda, per assonanza  al “verziere”,  nome aulico del giardino, con funzione parlante. Il ramo bergamasco porta uno stemma più complesso che ha come elemento parlante la “verza” o cavolo-verza (anche verzotto, una brassicacea molto nota nella gastronomia del nord Italia): “d’argento al leone tenente con la branca destra un piccolo cavolo-verza, il tutto al naturale, al capo d’azzurro a due cavolo-verze al naturale poste in fascia; il tutto abbassato sotto il capo d’oro all’aquila spiegata a e coronata di nero”.

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