Santa Toscana De’Crescenti
Santa Toscana De’Crescenti
Storia e informazioni
Lo stemma della nobile famiglia dei De’ Crescenti di Zevio si blasona, forse: “d’oro al susino al naturale”.
A questa famiglia appartenne santa Toscana che, secondo la tradizione, nacque Zevio (Verona) nel 1280, probabilmente in una delle abitazioni di villeggiatura della famiglia, che aveva preso la residenza a Verona, presso la chiesa di San Pietro Incarnario.
La famiglia la fece sposare molto giovane con Alberto Degli Occhi di Cane, membro di una nobile famiglia di Zevio, la coppia si trasferì a Verona, in via san Zeno in Monte, nei pressi della chiesa di Santa Maria in Betlemme.
La città era allora in un periodo di splendore, grazie al suo signore Cangrande I della Scala (1291-1329), ma c’era anche molta miseria e povertà, Toscana ne rimase colpita e, dopo la morte del marito nel 1318, decise di impegnarsi nell’assistenza e della carità dei bisognosi.
Cominciò a frequentare l’Ospitale della Chiesa del Santo Sepolcro (oggi dedicata a Santa Toscana), sulla strada di Padova e Venezia e nelle vicinanze dell’attuale Porta Vescovo. L’istituto era gestito dai cavalieri di San Giovanni Battista (di Malta), e dava accoglienza ai pellegrini ma anche ai poveri. Qui pare che Toscana compiesse i primi miracoli: come la guarigione delle mani di tre giovani ladre, che avevano attentato alla sua vita; e la resurrezione di tre uomini, morti dopo aver cercato di abusare di lei. A causa di questi prodigi Toscana si convinse, il 24 marzo 1318, ad entrare nel ramo femminile dell’Ordine gerosolimitano in qualità di donata (o conversa), dedicandosi ai lavori più umili nell’Ospitale e alla cura degli infermi.
Dopo una vita ritirarata e modesta, ma fortemente impegnata nella carità, si spense, probabilmente il 14 luglio del 1343 o del 1344. Aveva espresso il desiderio di essere sepolta nella pubblica strada, davanti all’ingresso dell’Ospitale come estremo segno di umiltà, tra le tombe del cimitero. Più tardi il suo corpo venne esumato e trasferito all’interno della chiesa del Santo Sepolcro in un’arca di marmo rosso, adornato con la croce melitense, in una cappella laterale a destra, dove verrà posta la pala quattrocentesca del pittore Liberale da Verona che la raffigura stante su un piedistallo.
Il culto si sviluppò rapidamente nel XIV e XV secolo, il suo primo biografo fu il monaco benedettino Celso dalle Falci, residente presso il monastero di San Nazaro che scrisse la sua Vita di Santa Toscana nel 1474.
Nel 1484 fu inaugurato il trittico del pittore Liberale da Verona, dipinto per la Chiesa del Santo Sepolcro, in cui è rappresentata Santa Toscana insieme a San Pietro e San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta. Lo stesso pittore la raffigura nuovamente nella pala centrale della cappella Bonaveri (molto apprezzata da Vasari) collocata nella centralissima Basilica di Santa Anastasia, dove assiste all’elevazione in cielo di Santa Maria Maddalena assieme a Santa Caterina d’Alessandria, la patrona della Lingua d’Italia dell’Ordine melitense. Sullo sfondo è raffigurata la valle dell’Adige, con una chiesa, forse il Santuario della Madonna della Corona, nella versione cinquecentesca dell’edificio, allora di proprietà dell’Ordine di Malta.
© 2025, Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
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BLASONATURA
“D’oro al susino al naturale”.
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