San Gottardo Pallastrelli


San Gottardo Pallastrelli

Storia e informazioni

La nobile famiglia piacentina dei Pallastrelli vanta origini romane: la leggenda di famiglia narra che nel 218 a.C. il console Marco Claudio Marcello (268-208 a.C.), dopo avere sconfitto i Galli Insubri guidati da Viridomaro a Clastidium(Casteggio) vicino al fiume Po, volle fondare un insediamento e fra i trecento cavalieri romani prescelti vi era anche un Paulus Austerius, da cui sarebbero derivati i Pullastrerii, poi detti Pallastrelli.

Di fatto documentata dall’XI secolo e probabilmente di origine longobarda, ebbe la signoria su un territorio posto tra il Po e le colline piacentine, con fulcro nel castello di Sàrmato, comprendente le località di Fodesta, Roncori, Pontenure, Cotrebbia, la campagna appena fuori Piacenza oltre Trebbia e Ottavello; possedeva anche territori in Appennino, intorno al castello di Seriano (Sariano) presso Gropparello, nella Val Vezzeno, e a quello di Celleri, il cui territorio verrà eretto in contea dai Farnese e loro riassegnato.

 

Secondo la storia e la tradizione, Gottardo Pallastrelli, signore di Sarmato, incontrò San Rocco, nel 1322, mentre giaceva malato di peste in una grotta presso il fiume Po, (dove si erge oggi l’Oratorio di San Rocco), l’agiografia vuole che si insospettì vedendo il proprio cane (chiamato Reste) rubare ogni giorno una pagnotta e inoltrarsi nella campagna per portarlo al sant, che Gottardo ospitò e curò nel suo castello di Sarmato. Colpito dalla personalità e dal carisma del pellegrino di Montpellier, decise di diventare suo discepolo e vendette i beni di famiglia per destinarli ad opere di carità.

Da notare che nell’albero genealogico dei Pallastrelli non esiste un Gottardo Pallastrelli, ma un Gherardo, vivente nel 1347 che lasciò molti debiti e potrebbe corrispondere al Gottardo della tradizione.

Sempre secondo la tradizione san Gottardo/Gherardo, prima di andarsene dalla sua città, volle lasciare un ricordo del suo maestro dipingendo l’effige di San Rocco nella chiesa di santa Maria in Betlemme (oggi detta di Sant’Anna), dove Rocco era stato ospitato, a Piacenza accanto all’immagine della Vergine Maria. La tradizione vuole anche che, oltre ad essere stato il suo primo “ritrattista”, Gottardo ne sarebbe stato anche il primo biografo.

La vicenda è narrata in un manoscritto inedito della fine del Seicento, intitolato “Leggenda di San Gottardo nobile piacentino di casa de signori Pallastrelli di Piacenza compagno di San Rocco del 1322” proveniente dall’archivio della famiglia Pallastrelli, ora all’Archivio di Stato di Piacenza.

 

Il figlio di Gherardo/Gottardo, Gabriele Pallastrelli si sposò con Bertolina Branciforte (della famiglia dei principi siciliani Bracciforte). Questi, con i suoi fratelli, vendette nel 1362 il castello di Sarmato con decime, diritti di cacci a pesca alla famiglia Seccamelica e sul finire del XIV secolo si trasferì in Portogallo, i discendenti assumeranno il cognome Perestrello.

Lo stemma originale dei Pallastrelli era “d’oro, al leone di nero”; a partire da una data imprecisata del XV secolo fu circondato da sei fiammelle di rosso, secondo Gabriele Reina esse sarebbero una concessione viscontea, richiamante la “radia magna” (“sole raggiante”) spesso raffigurata con fiammelle e raggi che si dipartono dal sole centrale, per questo definito anche “fiammante”: una delle tante e note “imprese araldiche” del casato milanese, e risalente al 1444, quando Bartolomeo Pallastrelli ricevette vari privilegi da Filippo Maria Visconti.

 

Stemma antico della famiglia Pallastrelli

Da notare che il ramo portoghese della famiglia non porta le fiammelle, usando lo stemma “antico”.

 

© Massimo Ghirardi, 2020

 

Bibliografia:

 

Reina G. Lo stemma di Perestrello e alcune importanti testimonianze artistiche. III CONGRESSO INTERNAZIONALE COLOMBIANO – Torino, Palazzo Lascaris 12 e 13 Ottobre 2017

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’oro al leone di nero.

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