Priorato di Santo Spirito e Santa Maria dei Colli di Ospitaletto
Priorato di Santo Spirito e Santa Maria dei Colli di Ospitaletto
Storia e informazioni
Casa dipendente dal Maestro Generale dell’Ordine dei Frati Ospitalieri di Santo Spirito oggi è un complesso di edifici situato a Ospedaletto, frazione del comune di Gemona del Friuli, che comprende l’antico Ospedale di Santo Spirito e l’omonima chiesa parrocchiale.
Aveva un proprio emblema, che è lo stesso dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma, consistente in uno scudo: “di nero, alla croce patriarcale patente e biforcata d’argento, sormontata da una colomba discendente dello stesso entro un sole raggiante d’oro”. Lo stemma, pur in uso da secoli, è stato formalmente (ri)concesso al priore di Ospedaletto con breve del 19 Luglio 1916, da Papa Benedetto XV.
Sorto all’inizio del XIII secolo in posizione strategica lungo la via Julia Augusta, nella località di “Rivoli Bianchi”, come ospedale addetto al ristoro e assistenza di viandanti e pellegrini di passaggio lungo una delle principali vie di comunicazione fra la attuale Germania e Venezia. Fra le sue mansioni vi sono state, più in generale, quella di accoglienza e cura dei poveri, degli infermi, degli orfani e degli esposti che era il compito principale dell’Ordine.
In un atto del 1 agosto 1213 viene citato come “Hospitale Beate Sante Marie vie stricte de Canale de Carantana”, il luogo dove sorgeva continuò ad avere un nome indefinito per ancora qualche tempo; nel 1233 viene indicato “Hospitale S. Marie de strata apud Glemonam” riferendosi alla vicina cittadina di Gemona, ma il borgo che andava via via strutturandosi prenderà il nome di Villa Hospitalis nel 1285 (lett. “borgata dell’Ospedale”) e, più tardi, di Ospitaletto.
L’Ospedale di Santa Maria dei Colli, come verrà chiamato in seguito, viene (ri)fondato dal Vescovo di Trieste Corrado Marzutto, esponente della casata di Prampero, Signori di Gemona.
L’Istituto prenderà forma e denominazione definitiva nella seconda metà del XIII secolo con la sua affiliazione all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, (già nel 1273 l’Ospedale è elencato fra le filiali) dell’ordine dei Frati Ospedalieri di Santo Spirito. La struttura era governata da un Priore, sottostava al controllo del consiglio comunale e poteva essere anche commendatario, da diverse figure di personale medico e farmaceutico, alcuni dei frati che svolgevano le mansioni di ospitalità, e numerosi civili addetti ai servizi.
Durante il secolo XIII le proprietà dell’Ospizio andavano espandendosi grazie alle consistenti donazioni sia da parte di privati cittadini sia da parte degli stessi Priori, dal Friuli alla Carinzia: boschi, segherie, masi, case, vigne, stalle, campi, prati, diritti d’acque; a Villach (Villaco) il Priore aveva il potere di giurisdizione su i pievani (e la loro nomina) e di controllo sui benefici (conteso e più tardi parzialmente sottratto dal Vescovo di Bamberga).
Nel 1307 la villa di Ospedaletto venne incendiata dalle milizie del conte di Gorizia, in guerra col patriarca di Aquileia, Pagano della Torre, le cui truppe erano acquartierate nei dintorni. Il conflitto coinvolgerà l’abitato e l’Ospedale anche nel 1360 e ancora nel 1392, portando distruzione e saccheggi. Purtroppo per la sua posizione ebbe a subire ancora numerosi attacchi di militari e anche terremoti, come quelli disastrosi del 1348 e del 1511.
Nonostante questo, l’espansione dell’Ospedale continuò fino a raggiungere il suo apice alla metà del XV secolo, ma nel 1503 si trovò ad affrontare una grave crisi economica che si risolse con l’intervento del Comune di Gemona al quale, in cambio, venne riconosciuto il diritto formale di nominare il Priore.
A seguito di una lunga ma inesorabile decadenza il Comune di Gemona chiese nel 1778 al doge di Venezia la soppressione del Priorato e dell’Ospedale, non potendo questi assolvere ai compiti del suo statuto “reso estremamente depauperato per le crisi sofferte nella Germania, ove teneva la maggior parte delle sue rendite” (a seguito della riforma protestante le rendite provenienti dall’area germanica non furono più corrisposte). La proposta venne accettata l’11 agosto del 1785 con la condizione che, dopo la morte dell’ultimo Priore, l’Istituto venisse affidato a sacerdoti secolari veneti. Le rendite passarono al Comune che le avrebbe destinate alla pubblica utilità.
Nel XVIII secolo la cospicua comunità di Villa Hospitalis, chiese alle autorità religiose di renderla indipendente dalla Pieve di Gemona. Dopo un duro scontro con il Comune ottenne nel 1735 l’autonomia dal Vescovo Emmanuele Lodi che concesse il fonte battesimale. Ancora nel 1913 erano in corso le trattative per la costituzione della parrocchia di Ospedaletto che ormai contava più di 1500 “anime”. Con decreto dell’11 Luglio 1914 il vescovo Antonio Anastasio Rossi eresse la cappellania di Ospedaletto a rango di parrocchia, nonostante l’energica opposizione del pievano e del Comune di Gemona, l’istituzione divenne ufficiale con l’assenso del Re Vittorio Emanuele III, comunicato dal duce Tommaso di Savoia-Genova l’8 marzo 1917.
Con breve del 19 Luglio 1916, Papa Benedetto XV concesse al Parroco di Ospedaletto il titolo di Priore e, tra gli altri privilegi, di poter usare nello stemma la croce dell’Ordine di Santo Spirito.
Dopo il tragico terremoto del Friuli del 1976 i lavori di ricostruzione del complesso gli hanno restituito le forme ottocentesche neo-gotiche, vagamente ispirate ai resti delle più antiche costruzioni duecentesche. La chiesa venne ricostruita nello stesso stile nel 1846 dal cappellano don Leonardo Bertossi, su disegno dell’ingegner Zozzoli, e venne consacrata nel 1872 (alla fine del secolo sarà ampliata di una campata). È stata riaperta al culto nel 1985.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Di nero, alla croce patriarcale patente e biforcata d’argento, sormontata da una colomba discendente dello stesso entro un sole raggiante d’oro”.
ATTRIBUTI
OGGETTI
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LEGENDA