Papessa Maifreda da Pirovano


Papessa Maifreda da Pirovano

Maifreda (o Manfreda) da Pirovano fu una suora dell’Odine degli Umiliati, del convento di Biassono (presso Monza). Nacque a Milano da Morando, dei nobili da Pirovano, cugina di Matteo Visconti, e fin da giovane avvertì un’inclinazione verso la religione.

Divenne un membro eminente del gruppo detto “dei Guglielmiti”, dalla guaritrice Guglielma “la Boema”. Dopo la morte di Guglielma, nell’agosto 1281 (accolta nel cimitero dei cistercensi di Chiaravalle, che ne promossero la canonizzazione), ne divenne il principale riferimento, al punto che i suoi seguaci la chiamavano “papessa” ed ebbe come teologo Andrea Saramita, che appoggiava le posizioni millenariste di Gherardo Segalelli di Parma (1240-1300), fondatore degli “Apostolici” (condannati come eretici).

Nel 1284 il domenicano fra’ Maifredo da Dovera, inquisitore di Milano, processò il gruppo per eresia, tutti abiurarono e furono prosciolti.

I Guglielmiti diventarono più prudenti, ma nel 1296 il nuovo inquisitore, fra’ Tommaso da Celano, a seguito di una denuncia riaprì l’inchiesta, che però venne sospesa a seguito del suo trasferimento a Roma.

Il giorno di Pasqua, domenica 10 aprile 1300, Maifreda celebrò una messa pontificale, con rito ambrosiano, assistita da diaconesse e sub diaconesse, da lei investite, alla presenza di centinaia di fedeli.

Il 19 aprile viene convocata dall’inquisitore fra’ Guido da Cocconato e dal suo collaboratore Rainerio da Pirovano (cugino di Maifreda) e il 20 luglio fu avviato un nuovo processo per eresia.

Il compito dell’inquisizione, in aderenza alle “decretali” di papa Bonifacio VIII, era quello di estirpare l’eresia, riportando, se possibile, gli eretici all’ortodossia, ricorrendo anche alla tortura e alla minaccia di morte.

Inizialmente, Maifreda da Pirovano, il 6 agosto, dette tutta la colpa ad Andrea Saramita, accusandolo di essere il vero eresiarca e di professare dottrine cui lei aveva riluttato a conformarsi. Il giorno 20, però, pressata dall’inquisitore, confessò di avere mentito per timore del giudizio e si fece carico della sua parte di responsabilità.

I Guglielmiti (detti anche “Figli dello Spirito Santo”) vennero riconosciuti come eretici e condannati alla morte sul rogo, nonostante l’intervento di Matteo Visconti in loro favore. Furono bruciati in piazza Vetra, davanti alla chiesa di Sant’Eustorgio, ai primi del settembre 1300. Assieme a Maifreda, furono assassinati Andrea Saramita, l’aiutante “soror” (suora) Giacoma dei Bassani da Nova e anche le spoglie riesumate di “santa” Guglielma, che erano state sepolte cristianamente nel cimitero dell’Abbazia cistercense milanese di Chiaravalle.

La figura della “papessa” Maifreda, diede ispirazione alla omonima carta degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, e si vuole sia immortalata nel mazzo dipinto da Michelino da Besozzo per ordine di Filippo Maria Visconti (1392-1447) in occasione del suo matrimonio con Maria di Savoia. L’ipotesi che Maifreda (morta 140 anni prima) fosse stata ritratta come Papessa fu formulata per la prima volta da Gertrude Moakley (1905 – 1998), per 40 anni bibliotecaria alla New York City Public Library, che nel 1966 pubblicò un saggio sui mazzi di carte Visconti-Sforza, ipotizzando una relazione diretta tra alcune e membri delle due famiglie Pirovano e Sforza.

Esiste ancora oggi una sedicente “Chiesa cattolico-guglielmita” che sostiene di essere la continuatrice degli insegnamenti di Guglielma la Boema e che ha un “Matriarcato di Occidente” guidato dalla “papessa-matriarca” Kyara van Ellinkhuizen (La Spezia, 1967), regista e scrittrice e madre di Ginevra, avuta dal duca Amedeo di Savoia-Aosta.

 

Note di Massimo Ghirardi, 2024

 

Bibliografia:

  1. Benedetti – Io non sono Dio – Guglielma di Milano e i Figli dello Spirito Santo – Edizione Biblioteca Francescana – 2004 Milano
  2. Gambarini – La Papessa di Milano – Le cronache dei Visconti – Piemme – Milano 2023 –
  3. Muraro – Guglielma e Maifreda – Storia di un’eresia femminista – La Tartaruga edizioni – 1985

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