Ordine dei Frati Ospedalieri di Santo Spirito


Ordine dei Frati Ospedalieri di Santo Spirito

Storia e informazioni

Lo stemma con la croce doppia (patriarcale) biforcata, rappresentata talvolta da sola e talaltra associata alla colomba dello Spirito Santo, è lo storico emblema di quest’Ordine Ospedaliero. Si può blasonare: “di nero, alla croce patriarcale patente e biforcata d’argento, cimata da una colomba discendente dello stesso entro un sole raggiante d’oro movente dal margine superiore”.

 

Sono state formulate varie interpretazioni sul significato di questo emblema: per alcuni l’asta orizzontale superiore simboleggiava il quarto voto di servire i poveri e gli infermi, il resto i tre voti comuni a tutti i religiosi; per altri le dodici punte delle biforcazioni rappresentavano i dodici apostoli che annunciavano al mondo la Croce di Cristo; secondo altri ancora la croce era doppia perché simboleggiava la croce del Salvatore e quella di ogni cristiano, oppure il duplice impegno di lavorare per la propria salvezza e per il conforto dei fratelli.

 

I religiosi dell’ordine indossavano un abito talare nero lungo fino alle caviglie con la croce dell’ordine in bianco ricamata sul petto. In alternativa indossavano solo un mantello nero con l’insegna dell’ordine sul lato sinistro, all’altezza del cuore; sotto al mantello portavano una divisa che era, generalmente, rosa per i chierici e azzurra per i laici.

Dopo il 1565, i religiosi adottarono un semplice abito ecclesiastico nero con la croce doppia biforcata bianca sul petto che rimase l’elemento essenziale della loro uniforme.

 

Le origini dell’Ordine risalgono all’Ospedale di Santo Spirito fondato a Montpellier dall’ex cavaliere templare Frate Guido, figlio del conte della città, verso il 1170, che associò a sé alcuni compagni, chierici e laici professi che lo assistessero nel governo dell’ospedale e nel servizio ai poveri e ai bisognosi.

Gli ospedalieri di Santo Spirito godettero del sostegno di papa Innocenzo III che li aveva conosciuti da cardinale durante la sua permanenza in Francia e che autorizzò l’Ordine con la bolla Hiis praecipue del 22 aprile 1198, quindi lo raccomandò a tutti gli altri prelati, chiedendo di concedere loro il permesso di fondare cimiteri ed edificare chiese o oratori presso i loro ospedali (richiesta rinnovata con la bolla Cum sitis del 1° luglio 1203).

 

Il 23 aprile 1198 gli ospedalieri ricevettero dal papa un’altra bolla, la Religiosam vitam eligentibus, con cui approvava l’Ordine prendendolo sotto la protezione apostolica l’ospedale di Santo Spirito e tutti i suoi terreni, case e possedimenti a Montpellier e in altri luoghi.

Tra il 1198 e il 1201, papa Innocenzo III fondò a Roma, in Saxia (ovvero presso l’antica sede della Schola Saxonum, la foresteria creata dal re Ine per accogliere i pellegrini che giungevano a Roma dal Wessex) un nuovo ospedale, detto originariamente di Santa Maria (prenderà il titolo Arcispedale di Santo Spirito solo nel Cinquecento) e con la bolla Cupientes pro plurimis del 10 dicembre 1201, affidò l’ospedale a Guido e ai suoi religiosi.

 

Con la bolla Inter opera pietatis del 19 giugno 1204 papa Innocenzo III unì l’ospedale di Santo Spirito di Montpellier a quello di Santa Maria in Saxia: con un solo maestro per entrambi gli ospedali che li avrebbe visitati annualmente. Il maestro era esente dalla giurisdizione di qualsiasi prelato. L’ordine era tenuto ad assicurare la presenza in Santa Maria in Saxia di almeno quattro chierici.

 

Il 3 gennaio 1208 papa Innocenzo III, con la bolla Ad commemorandas nuptias, istituì una stazione sacra nella chiesa dell’ospedale e fissò come data della celebrazione annuale la domenica successiva all’ottava dell’Epifania: in tale giorno la liturgia della Messa prevedeva la lettura del racconto evangelico delle nozze di Cana. Il papa e i cardinali erano tenuti ad assistere alla stazione sacra e quanti vi assistevano erano esortati a contribuire con le loro elemosine alle opere dell’ospedale. Dalla basilica di San Pietro in Vaticano partiva una processione che recava il velo della Veronica e raggiungeva la chiesa di Santa Maria in Saxia dove, al termine della celebrazione si distribuivano tre denari a ciascuno dei 300 ricoverati nell’ospedale e altri tre a ciascuno dei 1000 poveri che venivano da fuori (un denaro era per comprare il pane, un altro per il vino e il terzo per la carne).

 

Fino al cinquecento si ebbero approssimativamente 738 fondazioni in tutto il mondo, ma con la diffusione del protestantesimo l’ordine iniziò a declinare.

 

I membri dell’ordine seguivano sin dalle origini la regola di sant’Agostino, e si consideravano canonici regolari agostiniani, affiancata da delle Costituzioni, la Regula sive statuta hospitalis Sancti Spiritus, con norme tratte in parte dalle costituzioni degli ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

La natura clericale e canonicale dell’ordine fu rafforzata da papa Pio V che, con la bolla Ex supernae dispositionis del 1º settembre 1571, concesse a Santo Spirito in Sassia il titolo di arcispedale e confermò ai religiosi lo statuto di canonici o chierici regolari.

Accanto a quello dei religiosi, esisteva un ramo femminile di ospedaliere di Santo Spirito e spesso nello stesso ospedale vivevano, in reparti separati, una comunità di religiose e una di religiosi sotto la guida del medesimo superiore; esisteva poi la categoria degli oblati, che non erano propriamente religiosi, ma prendevano parte alla vita della comunità.

I superiori locali e il generale portavano il titolo di maestro, ma erano detti anche precettori, rettori o commendatori. Il maestro generale era, al contempo, maestro degli ospedali di Santo Spirito in Sassia e di Montpellier.

Il capitolo generale dell’ordine si celebrava annualmente a Roma nel giorno di Pentecoste e vi prendevano parte i religiosi della comunità di Roma, i precettori delle case affiliate direttamente a Santo Spirito in Sassia e i precettori delle case magistrali, cioè che avevano filiali. In ogni comunità si teneva settimanalmente un capitolo locale.

Oltre ai tre voti comuni a tutti i religiosi (povertà, obbedienza, castità), gli ospedalieri di Santo Spirito ne emettevano un quarto: di servire i poveri e gli infermi e di amministrare fedelmente i beni.

 

Il passaggio di vaste regioni d’Europa alla fede protestante comportò la scomparsa dell’ordine in queste zone. La necessità di assicurare un conveniente numero di religiosi alle numerose case dell’ordine, poi, causò un allentamento dei criteri di reclutamento e formazione dei nuovi membri; papa Leone X istituì la Commenda per l’Ordine (il primo maestro commendatario dell’ordine fu Alessandro de’ Neroni, creato monsignore nel 1515) e il suo governo fu affidato a ecclesiastici secolari.

 

La conseguente degenerazione dei costumi e l’inevitabile declino portarono alla soppressione dell’Ordine in Francia, dove i religiosi adottarono lo status di istituzione cavalleresca e, nel 1672, furono uniti all’ordine di San Lazzaro per essere definitivamente soppressi con la Rivoluzione.

 

Si ebbero alcuni tentativi di riforma. Nel 1601 Gabriele de Aller, cappellano del romitorio di Nuestra Señora de la Peña, presso Congosto, trasformò il suo santuario con annesso ospizio in un convento di ospedalieri di Santo Spirito Riformati: ripristinò lo spirito primitivo, l’osservanza regolare e l’ideale specifico dell’ordine; fu anche nominato vicario generale e visitatore in tutti i regni della Spagna e delle Indie, ma dopo la sua morte (1619) la sua comunità smise di essere un centro propulsore per la riforma di altri conventi.

 

Papa Leone XII promosse una riforma e scelse per metterla in atto il passionista Gioacchino dello Spirito Santo: che redasse una nuova regola dell’ordine, approvata nel 1829, il pontefice intendeva nominarlo maestro generale di Santo Spirito, affiancandogli religiosi provenienti dall’ordine dei Fatebenefratelli, ma con la morte del papa il progetto non prese forma e il nuovo pontefice, Pio VIII, non volle consolidare la riforma.

Ridotto a una decina di membri, l’ordine fu infine soppresso da papa Pio IX con la bolla Inter plurima del 1º luglio 1847.

 

Solo il ramo femminile delle Sorelle Ospitaliere di Santo Spirito sopravvisse: le religiose degli ospedali di Poligny e Neufchâteau andarono a costituire due congregazioni di diritto diocesano di Suore di Santo Spirito alle dipendenze dei vescovi, rispettivamente, di Saint-Dié e Saint-Claude; le religiose dell’ospedale di Cracovia formarono una congregazione di diritto pontificio di “Canonichesse dello Spirito Santo in Sassia”; nei conventi di ospitaliere sopravvissuti in Spagna, invece, furono introdotte la clausura e i voti solenni e, nel 1958, i loro quattro monasteri di “commendatrici” furono riuniti dalla Santa Sede in una federazione.

 

Il 18 maggio 2024, con la lettera apostolica Fide incensus, papa Francesco ha concesso agli ordini, alle congregazioni e alle comunità ispirate al carisma di Santo Spirito in Sassia il culto liturgico del fondatore con il titolo di beato.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di nero, alla croce patriarcale patente e biforcata d’argento, cimata da una colomba discendente dello stesso entro un sole raggiante d’oro movente dal margine superiore”.

ATTRIBUTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma senza la colomba dello Spirito Santo e di nero.

Stemma senza la colomba dello Spirito Santo e di azzurro.

Stemma alternativo di azzurro.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune