Ordine dei Chierici regolari di San Paolo – Barnabiti


Ordine dei Chierici regolari di San Paolo – Barnabiti

Storia e informazioni

I Chierici regolari di San Paolo (in latino Congregatio Clericorum Regularium S. Pauli) sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di quest’ordine, detti popolarmente barnabiti, pospongono al loro nome la sigla B.

È uno dei più antichi ordini di chierici regolari nella storia della Chiesa: nacque alla vigilia del Concilio di Trento sull’onda dei movimenti di “riforma” della vita cristiana. Il suo nome deriva dalla casa-madre dell’istituto, presso la chiesa di San Barnaba di Milano.

Al carisma dell’ordine, fondato da sant’Antonio Maria Zaccaria (1502-1539), partecipano anche le suore angeliche di San Paolo e i laici di San Paolo.

L’Ordine dei chierici regolari di San Paolo fu pensato nel 1532 composto da tre collegi: sacerdoti, religiose e laici.

Il collegio maschile venne approvato il 18 febbraio 1533 da Clemente VII. Il 15 gennaio 1535 Paolo III autorizzò il collegio femminile a costituirsi in monastero. Le religiose adottarono l’abito delle domenicane e si diedero il nome di Angeliche. Il 25 luglio dello stesso anno il pontefice diede all’ordine maschile la qualifica di “chierici regolari”. Subito dopo lo Zaccaria si fece promotore anche del “terzo collegio”, quello dei laici, che furono chiamati “coniugati” o “maritati” di San Paolo.

Immediatamente il nuovo Ordine sconvolse i milanesi per le sue pratiche, il suo modo di predicare, il suo modo di vestire e le sue penitenze.

Il vescovo di Vicenza, cardinale Niccolò Ridolfi, richiese l’aiuto dell’Ordine per riformare i monasteri della città.

I sacerdoti dell’Ordine iniziarono ad essere chiamati Barnabiti dopo il 1545, quando si stabilirono definitivamente presso la chiesa di San Barnaba.

Il cardinale Carlo Borromeo, appena assunto l’incarico di arcivescovo di Milano, capì subito le potenzialità di questi sacerdoti e decise di sceglierli come strumento per la riforma della Chiesa milanese. Fu proprio grazie all’assistenza del cardinale che le Costituzioni furono promulgate nel 1579. I principali capitoli dell’Ordine si tennero a Milano fino al pontificato di Alessandro VII (1655-1667), che ordinò loro di riunirsi a Roma. Qualche anno più tardi il vescovo di Ginevra Francesco di Sales si servì del loro aiuto per contrastare la diffusione del calvinismo in quella regione.

barnabiti decisero di dedicarsi a un nuovo tipo di apostolato: la scuola. Lentamente, questa sarebbe diventata la loro attività principale, anche se non lasciarono mai il ministero pastorale diretto e le altre forme di apostolato.

Il Settecento è considerato il “secolo d’oro” dell’Ordine: in questo periodo raggiunse il suo massimo splendore. Nel 1718 papa Clemente XI aggregò cinque barnabiti alla missione di monsignor Mezzabarba presso l’Imperatore della Cina. Un membro dell’ordine, padre Ferrari, rimase in Cina, dove si stabilì prima a Pechino e poi a Canton. Da quel momento fino al 1738 i compagni di Padre Ferrari predicarono il vangelo in Cocincina.

Grazie al loro impegno nell’insegnamento, molti barnabiti divennero grandi studiosi e scienziati.

Il secolo successivo, con l’invasione napoleonica, tutti gli ordini religiosi furono disciolti, così anche quello dei barnabiti. Era il 1810. Nel 1814 la Congregazione fu riformata a Roma e nel 1825 a Milano, ma ormai era decimata. L’attività principale di questo periodo fu l’educazione della gioventù in scuole, convitti e oratori.

Agli inizi del Novecento, con l’apertura delle scuole apostoliche, il numero dei barnabiti ricominciò a crescere e l’Ordine cominciò ad espandersi nel mondo. Con il concilio Vaticano II anche le Costituzioni sono state cambiate per renderle più aderenti alle nuove esigenze. Negli anni successivi al Concilio, con la crisi delle vocazioni, si è assistito ad un ridimensionamento delle comunità e delle attività; ma, in compenso, si sta assistendo all’internazionalizzazione della Congregazione.

Le assemblee dei provinciali si tengono ogni 3 anni per l’elezione di un nuovo generale, la cui durata in carica è limitata a quel periodo, dato che è consentita un’unica rielezione a ciascun detentore della carica. In aggiunta ai tre voti regolari di povertà, castità e obbedienza, i membri dell’ordine fanno voto di non aspirare mai ad alcuna carica o posizione di prestigio, né di accettarle se non dietro ordine della Santa Sede.

Il loro abito è la tonaca nera (in latino: tunica talaris), che costituiva il normale abbigliamento dei presbiteri secolari milanesi al tempo di Carlo Borromeo.

Santi e altri membri importanti della Congregazione

Lo stemma della congregazione si blasona: «D’azzurro alla Croce del Calvario d’oro su tre monti d’oro, affiancata dalle lettere P A (PAULUS APOSTOLUS)».

Lo stemma utilizzato dalla Curia Generalizia, mostra anche lo scudo sormontato da una corona oltre ad una palma e una spada poste in decusse al di sotto dei tre monti.

Come noto la palma e la spada sono gli attributi tipici di San Paolo, in riferimento al martirio subito dall’Apostolo.

 

Note di Bruno Fracasso