Ordine Cistercense


Ordine Cistercense

L’Ordine cistercense (in latino Ordo cisterciensis, sigla O.Cist.) è un ordine monastico di diritto pontificio. Ebbe origine dall’abbazia di Cîteaux (in latino Cistercium), in Borgogna, fondata da Roberto di Molesme nel 1098. Sorse all’interno della congregazione cluniacense, dal desiderio di maggiore austerità di alcuni monaci e da quello di ritornare alla stretta osservanza della regola di san Benedetto e al lavoro manuale. L’ordine è organizzato in monasteri autonomi riuniti in congregazioni monastiche, ciascuna delle quali dotata di costituzioni proprie, ed è retto da un abate generale residente a Roma.

L’esatta ricostruzione delle vicende storiche che hanno portato alla nascita dell’ordine cistercense è difficoltosa sia per la scarsità e l’incerta datazione dei documenti sia perchè la sua origine e legata alla ricerca progressiva condotta da un gruppo di monaci di una nuova forma di vita religiosa.

L’abbazia madre di Cîteaux venne fondata da Roberto che, dopo un’esperienza eremitica condotta nella foresta di Collan, nel 1075 fondò un monastero benedettino riformato a Molesme, in Borgogna, e ne venne eletto abate. Poiché il monastero divenne una ricca abbazia, raccolse ventuno membri della comunità e, il 21 marzo 1098, diede inizio a una nuova comunità monastica a Cîteaux nei pressi di Digione, dove il visconte Rainaldo di Beaune gli aveva donato una chiesa e dei terreni.

Nell’estate del 1099 papa Urbano II ordinò a Roberto di tornare nell’abbazia di Molesme e i monaci di Cîteaux elessero come suo successore Alberico.

Il crescente afflusso di persone desiderose di far parte della comunità rese necessaria la fondazione di monasteri filiali e, nel 1115, dodici monaci guidati da Bernardo diedero vita al monastero di Clairvaux (o Chiaravalle), del quale fu il primo abate.

I fondamenti della struttura giuridica del monachesimo cistercense sono esposti nella Charta caritatis, redatta sotto l’abate Stefano Harding, e più volte modificata.

In contrapposizione al tradizionale modello organizzativo benedettino, che prevedeva la totale autonomia di ogni monastero rispetto agli altri e la dipendenza dall’autorità vescovile, e a quello rigidamente centralizzato di Cluny, governato dall’abate di Cluny rappresentato in ogni monastero da un priore da lui confermato, i cistercensi crearono un sistema di abbazie autonome, legate tra loro da legami di fratellanza, sotto il controllo del capitolo generale al quale partecipavano tutti gli abati.

Ogni abbazia doveva essere visitata annualmente dall’abate dell’abbazia-madre, ogni monastero poteva assurgere al rango di abbazia madre fondando filiali.

Al vertice della struttura organizzativa dell’ordine cistercense era posto il capitolo generale,

assemblea generale di tutti gli abati, che si riuniva ogni anno a Cîteaux sotto la presidenza del suo abate: le decisioni del capitolo avevano carattere vincolante anche per l’abate di Cîteaux.

Tale sistema entrò in crisi proprio a causa del grande sviluppo dell’ordine. Nel 1422 il capitolo generale istituì i vicari generali con il compito di visitare i monasteri di una certa provincia.

L’ordine ebbe un ruolo primario nelle crociate e nell’organizzazione degli ordini cavallereschi.

Per la fondazione di nuovi monasteri non si sceglievano sempre luoghi deserti e incolti, in luoghi ricchi d’acqua e in bella posizione. Erano i cistercensi a dare a questi luoghi un carattere di solitudine, acquistando i terreni circostanti e i diritti a essi legati.

Pur emettendo voto di povertà, i cistercensi non misero mai in discussione il possesso di terre o denaro poiché grazie a questi beni i monaci sarebbero stati in grado di provvedere a loro stessi con il loro lavoro, come prescritto dalla regola di san Benedetto, e si sarebbero garantiti la libertà necessaria per realizzare la forma di vita monastica.

La forza propulsiva dei cistercensi iniziò a esaurirsi nel XIII secolo, parallelamente alla grande diffusione degli ordini mendicanti.

I monasteri cistercensi iniziarono a federarsi in congregazioni a carattere regionale o nazionale.

La divisione dell’ordine in congregazioni significò la fine per l’unità dell’ordine e le tendenze riformistiche sorte nell’ordine a partire dal XVI secolo portarono anche alla nascita di congregazioni di riforma che si resero poi completamente autonome dal capitolo generale cistercense.

La guerra dei cent’anni, le guerre hussite e la Riforma protestante causarono gravi perdite all’ordine e portarono alla scomparsa dei cistercensi da vaste regioni d’Europa centrale e settentrionale.

Nel 1790, con la Rivoluzione, tutti i monasteri cistercensi di Francia vennero soppressi e con l’epoca napoleonica le secolarizzazioni si estesero ad altri paesi europei. Nel corso del XIX secolo governi liberali ordinarono la dissoluzione dei monasteri in Portogallo, Spagna e Svizzera.

La ripresa iniziò sotto il pontificato di Pio VII, che invitò le abbazie romane di Santa Croce in Gerusalemme e San Bernardo alle Terme a ricostituire la congregazione italiana di San Bernardo. Nel 1869 i rappresentanti dei monasteri superstiti si riunirono a Roma sotto la presidenza di Teobaldo Cesari, abate di San Bernardo alle Terme, e decisero di ripristinare la carica di abate generale dell’ordine. I monasteri della stretta osservanza non parteciparono alla riunione e nel 1892 la Santa Sede sanzionò la definitiva indipendenza delle tre congregazioni riformate che andarono a costituire l’ordine di Nostra Signora della Trappa.

 

Lo stemma dell’ordine riprende il seminato di gigli di Francia in campo azzurro e vi vengono sovrapposte le armi del ducato di Borgogna, zona di nascita dei Cistercensi. Si può blasonare:  «d’azzurro, seminato di gigli d’oro allo scudetto sul tutto uno scudetto bandato d’oro e d’azzurro e bordato di rosso».

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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«D’azzurro, seminato di gigli d’oro sul tutto uno scudetto bandato d’oro e d’azzurro e bordato di rosso».

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