Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi
Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi
Storia e informazioni
L’attuale Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi – che ha sede nella antica città etrusca in Largo Cacioli – è l’erede della Opera della Cattedrale, ed è associata all’ AFI (Associazione delle Fabbricerie Italiane)1 e gestisce attualmente la conservazione della con-cattedrale di San Secondiano di Chiusi2, il Museo del Duomo di Chiusi (che conserva, tra gli altri tesori, i magnifici corali miniati dell’abbazia di Monteoliveto Maggiore) e il cosiddetto “Labirinto di Porsenna”, tutti tra le maggiori attrazioni della città (unitamente al Museo Nazionale Etrusco).
Nel corso del XX secolo il canonico Don Giacomo Bersotti (+ 1980) – già segretario dell’ Ente – fece delle accurate ricerche sull’ente che presiedeva che lo portarono a ipotizzare la nascita dell’Opera contemporaneamente all’edificazione della cattedrale ad opera del Vescovo “Florentinus” sulla fine del VI secolo D.C.
Nel dicembre 1464 il Consiglio Generale della Città elegge – su proposta del Vescovo Piccolomini – un “Santese” od “Operaio” (termini ricorrenti anche nei documenti posteriori) che affiancandosi all’altro di nomina episcopale devono provvedere alla manutenzione del tempio, possiamo quindi agevolmente datare il “fondamento giuridico” dell’Ente attuale.
Tra le alterne vicende storiche dei secoli successivi, l’Opera continua il suo compito istituzionale fino ai giorni nostri: custodisce il tempio insigne per antichità e sede della cattedra vescovile già col vescovo Lucio Petronio Destro (che venne sepolto nella vicina catacomba di San Mustiola il 10 dicembre 322).
La Cattedrale di Chiusi, dedicata a San Secondiano martire, è tra le più antiche della Toscana: venne fatta costruire infatti dal vescovo Fiorentino nel VI secolo. L’edificio attuale ha una veste dovuto ai radicali “restauri” realizzati dall’arch. Giuseppe Partini alla fine del 1800 in occasione del grande restauro della Basilica. All’interno conserva la struttura ad impianto basilicale paleocristiano, con diciotto colonne di marmi pregiati e travertino che sorreggono le arcate che dividono la navata centrale da quelle laterali. L’urna davanti all’altare custodisce le reliquie di Santa Mustiola vergine e martire nel 274, patrona di Chiusi e della Diocesi.
Lo stemma dell’Ente riprende la “balzana” rossa e argento della Città di Chiusi, ma senza il leone e il lambello azzurro, e si blasona: “Troncato: il primo di rosso all’acronimo OPA d’argento; il secondo di argento pieno. Corona nobiliare d’oro, gemmata, con sette punte visibili sostenenti altrettante sferette”. Spesso lo scudo mostra una bordura diminuita, d’oro.
Nota di Massimo Ghirardi e Roberto Pinca
Note:
- Le Fabbricerie che fanno parte dell’Afi sono: Opera Laicale della Cattedrale di Chiusi, Opera di Santa Croce di Firenze, Opera Santa Maria del Fiore di Firenze, Chiesa Parrocchiale Monumentale di Santa Maria Assunta di Carignano in Genova, Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Opera del Duomo di Orvieto, Fabbriceria della Basilica Cattedrale di Parma, Fabbriceria della Chiesa Cattedrale Monumentale di S. Stefano Martire in Pavia, Fabbriceria della Chiesa Cattedrale di Pienza, Opera della Primaziale Pisana, Opera del Duomo di Prato della Chiesa Cattedrale Monumentale di S. Stefano, Opera della Metropolitana di Siena, Fabbriceria della Sagrestia della Cattedrale di Todi, Procuratoria di San Marco di Venezia, Opere Ecclesiastiche Riunite di Montepulciano, Fabbriceria del Duomo di Monreale, l’Opera Medicea Laurenziana Firenze.
- Il 15 giugno 1772 la Diocesi di Chiusi venne unita alla Diocesi di Pienza, e poi il 30 settembre 1986 a quella di Montepulciano; dal 21 luglio 2022 fa parte della Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino-Montepulciano-Chiusi-Pienza.