Monsignor Francesco Patrizi


Monsignor Francesco Patrizi

Storia e informazioni

Francesco Patrizi, in latino Franciscus Patricius Senensis (Siena, 1413 – Gaeta, 1492[1]), è stato uno scrittore, politico, vescovo cattolico ed umanista italiano.

Appartenente alla nobile famiglia senese dei Patrizi, membri del Monte dei Nove, Francesco rimase coinvolto nella congiura del 1456 ai danni della Repubblica di Siena che lo costrinse all’esilio.

Papa Pio II, suo amico personale, il 4 ottobre 1463 lo nominò vescovo di Gaeta, incarico che tenne con grande cura fino alla morte.

Dal 21 maggio 1461, e per un breve periodo, fu governatore di Foligno, allora nello Stato Pontificio, mentre nel 1465 fu a Firenze per conto di Ferdinando I di Napoli.

Frequentò in quegli anni i circoli culturali napoletani, segnalandosi per le sue letture erudite.

Tra le sue opere in latino si citano il «De regno et regis institutione» del 1519, tradotto, nel 1559, con il titolo «Il sacro regno de’l gran Patritio, de’l vero reggimento, e de la vera felicità de’l principe, e beatitudine humana» in cui tratta anche dell’amicizia e il «De institutione reipublicae», del 1520, tradotta in volgare e commentata da Giovanni Fabrini, stampata sotto il titolo di «De discorsi del reuerendo monsignor Francesco Patritij Sanese vescouo Gaiettano» sulle cose appartenenti ad una città libera, e famiglia nobile.

Queste due opere, che ebbero grande diffusione nel XV e XVI secolo, furono apprezzate e discusse per il loro realismo sociale e politico intriso delle nuove idee umanistiche.

Nei suoi trattati morali e politici Patrizi, distaccandosi dal dibattito fino ad allora imperante incentrato sui difficili rapporti fra la Chiesa e l’Impero, propose una società basata sulla concezione umanistica della vita che metteva al centro l’uomo con la sua autonomia e lo liberava dai vincoli creati dal potere gerarchico.

Lo stemma è un «Fasciato di argento e di nero», lo stemma della sua famiglia che, tra l’altro, riprende gli smalti senesi.

 

 

Nota di Bruno Fracasso

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Fasciato di argento e di nero”.

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