Innocenzo XIII – Conti


Innocenzo XIII – Conti

Storia e informazioni

Papa Innocenzo XIII, nato Michelangelo Conti nacque a Poli, cittadina del subappennino laziale, il 13 maggio 1655. Discendeva dalla nobile famiglia dei Conti di Segni, che aveva già dato alla Chiesa cattolica tre papi e numerosi cardinali. Suo padre era Carlo IV, duca di Poli e Guadagnolo, e sua madre era donna Isabella Muti.

Completò gli studi ginnasiali e liceali al Collegio dei Gesuiti di Roma. Si laureò all’Università La Sapienza in legge. Uno dei suoi primi incarichi, nel 1690, consistette nell’essere inviato da papa Alessandro VIII a Venezia a consegnare al doge Francesco Morosini lo stocco.

Il successore Innocenzo XII lo introdusse nella prelatura e gli affidò vari incarichi nelle province dello Stato pontificio. Trascorse undici anni (1698-1709) in Portogallo come nunzio apostolico. Sembra che qui si sia formato il suo giudizio critico nei confronti dell’ordine dei gesuiti, che ebbe tanta importanza successivamente. Fu creato cardinale il 7 giugno 1706 dal papa Clemente XI. Il 13 giugno 1695 e fino al 7 giugno 1706: fu arcivescovo titolare di Tarso e contemporaneamente venne nominato segretario del papa.

Dal 1709 al 1712 è nominatovescovo di Osimo. Nel 1712: è nominato vescovo di Viterbo, ma, nel 1719 rinuncia alla cattedra per motivi di salute e torna a Roma. Nel frattempo diventa cardinale camerlengo.

Michelangelo Conti viene eletto papa l’8 maggio 1721 nel Palazzo Apostolico e incoronato il 18 maggio dal cardinale protodiacono Benedetto Pamphilj.

Il conclave si aprì il 31 marzo. Durante i lavori si formarono quattro gruppi: gli zelanti, i filo-borbonici, i filo-imperiali, un gruppo guidato dal cardinale Annibale Albani, i clementini. Dopo che la fazione filo-imperiale mise il veto su Paolucci, l’8 maggio 1721 la maggioranza dei voti confluì sul cardinale Conti, per le sue doti umane e spirituali. Egli, inoltre, non era apertamente schierato con nessuno dei due gruppi principali e ottenne il voto unanime di tutto il Sacro Collegio. In onore del papa Innocenzo III, a cui lo accomunava il lignaggio, scelse il nome pontificale di Innocenzo XIII.

Innocenzo XIII confermò la condanna dei riti malabarici e dei riti cinesi emessa dal predecessore Clemente XI e i gesuiti furono i più danneggiati da tale proibizione. Il generale dell’Ordine, inoltre emise un precetto formale con il quale si vietò l’ulteriore ammissione nella Compagnia di Gesù di novizi e di invio di missionari nelle Indie orientali. Il papa decise di riunire a Roma, dopo 25 anni, il Capitolo generale della Famiglia francescana e presiedette all’elezione del ministro generale.

Il 23 marzo 1723 pubblicò la costituzione apostolica sulle funzioni sacerdotali e la disciplina ecclesiastica dietro le sollecitazioni di alcuni vescovi spagnoli preoccupati del rilassamento dei costumi del clero iberico.

Il pontefice confermò come eretiche le tesi di Giansenio.

All’indomani dell’elezione, il 27 maggio 1721, il pontefice indisse un giubileo straordinario.

Con la costituzione apostolica «Ex injuncto nobis» proibì agli ebrei di tessere la seta, di acquistarla e di venderla, e li obbligò a commerciare solo nei generi usati.

Conferì a Carlo VI d’Asburgo (1711-1740) l’investitura del Regno di Napoli (1722); in cambio del suo giuramento di fedeltà e alleanza, ma non riuscì a fargli rinunciare alla Sicula Monarchia e a Comacchio. Carlo IV, inoltre,impose che il ducato di Parma e Piacenza, governato dalla famiglia Farnese, fosse considerato feudo imperiale.

Innocenzo XIII concesse a Giacomo Francesco Edoardo Stuart, figlio dell’ultimo re cattolico d’Inghilterra ed erede al trono, un fondo di circa centomila ducati per armarsi e riconquistare il regno.

Il nome di Papa Innocenzo XIII è leggibile sul torrino del Palazzo del Quirinale

poiché fece proseguire l’edificazione della Manica lunga del Palazzo del Quirinale.

Innocenzo XIII morì a Roma il 7 marzo 1724 a causa di un’ernia e fu sepolto il 12 marzo nella Basilica Vaticana. Volle che il suo cuore fosse conservato nel santuario della Mentorella di cui fu abate commendatario fino alla sua morte.

 

Lo stemma papale è quello della famiglia dei Conti di Segni, già utilizzato da Innocenzo III, Gregorio IX e Alessandro IV, che si blasona: «Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

 

Nota di Bruno Fracasso

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

«Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

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