Innocenzo III – Segni


Innocenzo III – Segni

Innocenzo III, era nato Lotario dei conti di Segni, nacque a Gavignano il 22 febbraio 1161 e morì a Perugia, 16 luglio 1216.   Era figlio di Trasimondo, conte appartenente ai notabili della cittadina di Segni e di Clarissa Scotti. Proviene da una stirpe che può vantare tra i suo antenati Benedetto IX, Gregorio I e Alessandro IV.   Compì i suoi studi a Roma, poi studiò teologia a Parigi e diritto canonico a Bologna, con Uguccione da Pisa e divenne uno degli intellettuali più raffinati e tra i maggiori esperti di diritto canonico del suo tempo.   Ebbe incarichi durante i brevi pontificati di Lucio III, Urbano III, Gregorio VIII e Clemente III, dal quale, nel concistoro del settembre 1190, fu nominato cardinale-diacono. La sua carriera non fu interrotta nemmeno dall’ascesa al soglio pontificio di Celestino III benché la famiglia Orsini fosse nemica dei conti di Segni.   Alla morte di Celestino III si riunì il conclave e Lotario dei conti di Segni venne eletto papa a soli trentasette anni. Il nome pontificale non sarebbe stato scelto dall’eletto, ma gli sarebbe stato imposto da Graziano da Pisa per eliminare il ricordo dell’antipapa Innocenzo III. Con questo nome Lotario avrebbe resa chiara la sua volontà di cambiare politica nei confronti dell’Impero.   Fu il primo pontefice a utilizzare uno stemma personale, “Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro” (stemma dei conti di Segni), tradizione che si consolidò arrivando fino ai giorni nostri.   Innocenzo III rivendicherà il diritto di nominare i vescovi in tutto l’Occidente e successivamente tenterà di avanzare questo primato anche in Oriente. Ma il suo intento di riunificare la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli naufraga per le atrocità e violenze dei crociati e sulla questione del primato di san Pietro impedirono la riconciliazione.   Innocenzo III vuole essere il baluardo contro ordini e gruppi religiosi non sempre fedeli alla Chiesa, come i patarini o i catari. Ma intendeva il papato come potere spirituale che era in grado di controllare tutti gli altri poteri.   Nel 1198 Innocenzo iniziò la quarta crociata. I Veneziani decisero di sfruttare l’occasione per andare a sedare una rivolta scoppiata a Zara nel 1202 e poi a Costantinopoli, dopo aver ricevuto una richiesta del figlio del deposto Imperatore d’oriente che poi decise di non mantenere fede ai patti, per questo misero in atto il sacco di Costantinopoli producendo la fittizia riunificazione delle Chiese greca e latina e la fine dello Scisma d’Oriente. In risposta, Innocenzo scomunicò i veneziani   Innocenzo fu uno strenuo avversario delle idee ritenute eretiche che si stavano diffondendo in Europa: i catari (o albigesi) nel sud della Francia avevano fatto presa su gran parte della popolazione, dagli aristocratici ai ceti più umili e il papa decise di avviare contro gli eretici una crociata sotto la guida di Simone IV di Montfort. I feudatari del nord della Francia furono ben lieti di rispondere all’appello.   Fu questo il preludio della legittimazione dell’Inquisizione nel 1233: l’eresia doveva essere punita per il bene spirituale dell’individuo e per la conservazione della Chiesa.   La crociata ebbe il risultato di annientare quasi totalmente i catari, anche se si registrano alcuni focolai clandestini superstiti in Lombardia e in Toscana. La Chiesa però si assunse la responsabilità di massacri di ferocia inaudita, fra cui spicca quello di Béziers del 1209, dove i crociati massacrarono non meno di 20.000 persone.   Nel 1210 Innocenzo III dette un primo assenso orale all’Ordine francescano e nel 1211 anche ai Guglielmiti.   Innocenzo inizia una strategia di favore verso gli ordini mendicanti che non mettevano in discussione l’autorità gerarchica ecclesiastica.   Nel 1215 Innocenzo convocò il IV concilio lateranense, che emanò settanta decreti di riforma nel quale venne definitivamente dichiarata la superiorità della Chiesa rispetto a qualunque altro potere secolare, si istituiva il tribunale dell’Inquisizione, si incoraggiava la predicazione popolare legittimando gli Ordini mendicanti. Si decise, inoltre, la quinta crociata.   Il concilio fu il trionfo di Innocenzo e anche il suo ultimo atto. Morì a Perugia, dove risiedeva all’epoca la curia romana nel 1216, a soli 55 anni.   Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro”

Colori dello scudo:
rosso
Oggetti dello stemma:
aquila, volo
Attributi araldici:
abbassato, imbeccato, membrato, scaccato

LEGENDA

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  • istituzione nuovo comune