Eugenio IV – Condulmer
Eugenio IV – Condulmer
Storia e informazioni
Gabriele Condulmer nacque a Venezia l’11 gennaio 1383 e divenne papa con il nome di Eugenio IV. Nacque a Venezia dai Condulmer, una famiglia assai influente grazie alle ricchezze accumulate con i commerci. Questo aveva permesso al padre, Angelo, di sposare la madre Bariola, figlia di Niccolò Correr e sorella di Angelo che, nel 1406, diverrà papa con il nome di Gregorio XII.
Iniziò la carriera ecclesiastica nel clero regolare, aderendo alla neoistituita congregazione di San Giorgio in Alga, una comunità agostiniana nel cuore della laguna veneta. Quando lo zio ascese al soglio pontificio, fece chiamare a sé i due nipoti, che entrarono così nel clero secolare.
Favorito dal parente, Gabriele fu promosso a protonotario papale e tesoriere, quindi, nel 1407, fu nominato vescovo di Siena, usufruendo di una dispensa, ad appena 24 anni.
Nella diocesi toscana non svolse un ruolo di primo piano poiché già il 12 maggio 1408 venne creato cardinale col titolo di San Clemente. Tale nomina fu però la causa della rottura del “fronte romano” durante lo Scisma d’Occidente, in quanto Gregorio si era impegnato, nel conclave che lo elesse, a non nominare nuovi cardinali a meno che il papa “avignonese”, Benedetto XIII, non ne avessi nominati di più rispetto alla sede romana. Per tutta risposta, i cardinali fedeli a Gregorio XII abbandonarono prontamente il pontefice, riunendosi con gli avignonesi scontenti anch’essi del temporeggiamento di Benedetto e dando tutti insieme origine a un Concilio volto a eliminare la piaga dello scisma.
Dal 1408 fino al 1415 Gabriele rimase al fianco dello zio papa nel suo peregrinare tra Napoli e Carlo Malatesta e, dopo la spontanea abdicazione di Gregorio nel 1415, fu confermato nel titolo di cardinale e partecipò al Conclave del 1417, dove fu eletto Martino V.
Tra il 1417 e il 1431, il cardinale Condulmer fu inviato da Martino V a governare la Marca Anconitana e la città di Bologna, in pieno stato d’anarchia.
Nel 1426, cambiò il titolo cardinalizio, passando da San Clemente a Santa Maria in Trastevere.
Quando Martino V morì, il 20 febbraio 1431, il Conclave che ne seguì durò poco tempo, a causa dell’imminente apertura del Concilio di Basilea, proclamato poco prima che papa Martino spirasse. I voti dei cardinali conversero su Gabriele Condulmer, eletto il 3 marzo e poi incoronato in San Pietro l’11 marzo 1431 con il nome di Eugenio IV. Per un accordo scritto stipulato prima della sua elezione, accettò di distribuire ai cardinali la metà di tutte le entrate della Chiesa e promise di consultarsi con loro su tutte le questioni d’importanza spirituale o temporale.
All’atto della sua elevazione a pontefice, Eugenio emanò misure repressive contro diversi esponenti della famiglia Colonna, cui il suo predecessore Martino V aveva invece concesso terre e castelli. Il neoeletto si alienò così la più potente famiglia di Roma e limitò l’azione del papato nella stessa capitale.
Nel giro di pochi anni i Colonna si vendicarono del trattamento ricevuto e tolsero al pontefice il dominio su Roma imponendo un governo comunale autonomo. Eugenio IV si mise in salvo andando in esilio il 4 maggio 1434. Travestito con abiti da monaco, venne condotto da una barca a remi al centro del Tevere, inseguito dalla milizia comunale e sotto il lancio di pietre gettate da entrambe le rive, fino a Ostia dove lo attendeva un vascello fiorentino. Anche se l’Urbe venne ricondotta all’obbedienza da Giovanni Maria Vitelleschi vescovo di Recanati, nell’ottobre seguente, il Papa risiedette a Firenze e Bologna.
Il 23 luglio 1431 i legati pontifici aprirono il Concilio di Basilea che era stato convocato da Martino V. Gli argomenti principali in discussione furono due: gli hussiti e la riunificazione della Chiesa cattolica con la Chiesa ortodossa. La questione era se le decisioni del Concilio prevalessero sul Papa (conciliarismo). Eugenio IV per evitare che prevalesse questa posizione trasferì il concilio dalla Svizzera all’Italia, sciolse l’assemblea e indisse un nuovo concilio, da tenersi diciotto mesi dopo a Bologna. I padri conciliari, però, si opposero alla decisione di Eugenio. Essi quindi decisero di citare il pontefice davanti al Concilio, il cui potere proveniva direttamente da Cristo. Una soluzione di compromesso fu trovata dal neoimperatore Sigismondo di Lussemburgo: il Papa ritirò la bolla di scioglimento e, riservando tutti i diritti alla Santa Sede, riconobbe il concilio come ecumenico.
Nel 1434 il Papa fu costretto a fuggire da Roma trasvestito da monaco, riuscendo quindi a rifugiarsi a Pisa. L’anno successivo riprese la lotta tra il pontefice ed il concilio riunito a Basilea. Il 9 giugno 1435 i padri conciliari cercarono di limitare l’autorità papale nella riscossione delle decime, senza però ottenere alcun effetto. Papa Eugenio, ritenendo che la riunificazione della chiesa cattolica con quella ortodossa fosse possibile e vicina, propose all’imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII Paleologo l’indizione di un concilio di unione. Al momento di scegliere il luogo, il pontefice confermò il voto della minoranza che preferiva una città italiana contro la maggioranza dei padri conciliari che preferivano Basilea o Avignone. Il concilio di unione con gli ortodossi ebbe inizio a Ferrara. A Basilea rimase un’assemblea di conciliaristi composta da un cardinale e diversi dottori e clero minore. Questi tentarono di schierare la Chiesa contro il Papa. Istruirono un processo e nel gennaio 1438 lanciarono sul papa la sospensione, alla quale il pontefice rispose con la scomunica.
Lo stesso argomento in dettaglio: Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze.
Frattanto il concilio di unione era stato trasferito a Firenze a causa dello scoppio di un’epidemia di peste. Le due chiese erano rappresentate dal cardinale Giuliano Cesarini e dal basileus Giovanni e dal Patriarca Giuseppe II. Le trattative furono molto difficili, ma il concilio si poté concludere positivamente. Nel 1439 venne proclamata l’unione tra le due Chiese con la proclamazione, nella basilica di Santa Maria del Fiore, della bolla Laetentur Coeli il 6 luglio. Il 22 novembre dello stesso anno Eugenio IV sottoscrisse un accordo con la Chiesa apostolica armena.
Frattanto i padri conciliari riuniti a Basilea avevano scomunicato il Papa come eretico (25 giugno 1439) e il novembre successivo avevano eletto come antipapa Amedeo VIII di Savoia, con il nome di Felice V che ottenne scarsa considerazione, tanto che, nel 1442, il consigliere pontificio, l’umanista Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II, fece pace con Eugenio. Ottenuto il ritorno all’unità della Chiesa, Eugenio poté fare un trionfale ritorno a Roma il 26 settembre 1443, dopo un esilio durato quasi dieci anni.
Eugenio IV si ammalò all’inizio di gennaio 1447 e morì il 23 febbraio 1447 nel Palazzo Vaticano. Fu sepolto il 24 febbraio nella Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma.
Lo stemma papale coincide esattamente con quello della sua famiglia di origine, i Condulmer. Si blasona: «Di azzurro alla banda d’argento». Lo stemma, estremamente semplice, dimostra l’antichità della creazione.
Nota di Bruno Fracasso
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro alla banda d’argento”.
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