Eremo di Santa Maria Annunziata Monte Rua
Eremo di Santa Maria Annunziata Monte Rua
Storia e informazioni
L’emblema di questo eremo è un classico esempio di “arme parlante”: uno stemma cioè che, attraverso le figure, richiama direttamente il toponimo. Si compone infatti della figura di un monte (sormontato dalla croce) e della parola RUA.
Anche il colore del campo è un richiamo al manto della Vergine Maria.
Si può blasonare: “d’azzurro, alla croce latina attraversata dalla parola RUA e fondata sulla cima di un monte di sei colli all’italiana, il tutto d’oro”.
Il piccolo monastero prende il nome dalla vetta sulla quale si trova, il monte Rua (416 m s.l.m. forse corruzione di Rea, la divinità madre della terra alla quale nel luogo era stato dedicato un tempio in età precristiana) nel Comune di Torreglia, nel complesso orografico dei Colli Euganei, caratterizzato da fitti boschi di faggio e roverella.
La sua fondazione si deve a due eremiti appartenenti alla comunità di San Mattia di Murano che, nel 1339, ottennero il permesso dal vescovo di Padova di costruire la chiesa in memoria della Vergine Annunziata sulla vetta del monte.
All’inizio l’eremo, come da tradizione, era un complesso di capanne in legno, che venne ristrutturato in pietra all’inizio del XVI secolo, dopo un periodo durante il quale era stato abbandonato, circondato da solide mura come una piccola fortezza e costituito da 14 celle, sorta di piccole casette complete di camera-studio, un piccolo altare, bagno, legnaia ed esternamente un piccolo orto recintato da un muretto, sul modello dell’eremo di Camaldoli; infatti, fu realizzato dopo l’arrivo, nel 1542, di una comunità di benedettini della Congregazione Camaldolese. Al centro del complesso si erge una chiesa molto semplice, a navata unica, con un coro ligneo.
Una foresteria per gli ospiti venne realizzata poco prima del complesso di celle, dalle quali è separata da un cancello in ferro battuto fatto realizzare dalla famiglia Contarini nel 1550.
Nel tempo assunse un certo rilievo e popolarità e venne ampliato e prosperò fino al 1810 quando l’editto di Napoleone lo soppresse assieme agli altri istituti religiosi contemplativi. Il monastero venne chiuso, abbandonato e saccheggiato degli arredi di pregio.
Nel 1863 il camaldolese padre Emiliano, già membro della comunità dispersa, riuscì a riaprirlo ed è tutt’ora funzionante. In particolari periodi dell’anno, i monaci accettano la visita dei parenti e anche di coloro che desiderino condividere la vita e la pace di questo luogo (anche se l’accesso è consentito ai soli uomini) secondo la regola di san Romualdo.
© 2025, Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro, alla croce latina attraversata dalla parola RUA e fondata sulla cima di un monte di sei colli all’italiana, il tutto d’oro”.
ATTRIBUTI
OGGETTI
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