Diocesi di Fiesole


Diocesi di Fiesole

Città di antica fondazione etrusca (IV sec. a.C.), Fiesole ha patito nel corso della sua lunga storia il complesso rapporto con la (troppo) vicina Firenze che inevitabilmente ha finito per segnarne il destino. Il suo evangelizzatore viene indicato in san Romolo, che secondo la “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze sarebbe stato inviato dall’apostolo Pietro in una città, Fiesole appunto, ancora pervicacemente legata alle tradizioni pagane. Più realisticamente, il santo viene riconosciuto come primo vescovo fiesolano, martirizzato nell’anno 252 al tempo dell’imperatore Decio, anche se sulla sua figura permangono tuttora dubbi irrisolti.

È invece accertato che la prima cattedrale si trovava fuori delle mura urbane, nella valle del torrente Mugnone, dove oggi sorge la Badia Fiesolana. Le poche notizie del lungo periodo altomedievale narrano di una diocesi in forte decadenza, con i feudatari minori del territorio pronti ad approfittare delle debolezze del presule (vescovo-conte, ebbero per lungo tempo la titolarità di “conti di Turicchi”, località oggi in territorio di Rufina) per accaparrarsi i beni della Chiesa. Ne fece le spese Alessandro (sec. IX, in seguito canonizzato) che, recatosi a Pavia per reclamare presso l’imperatore i propri diritti, incontrò sulla via del ritorno i propri oppositori che gli si avvicinarono col pretesto di scortarlo, e invece lo annegarono nel Reno. La storia ricorda i nomi di religiosi irlandesi, giunti in pellegrinaggio in Italia e fermatisi qui fino ad acquisire la cattedra vescovile. Degno di nota il saccheggio ad opera di pirati vichinghi (sec. IX), che risalito il corso dell’Arno devastarono l’episcopio, incendiando l’archivio e depredando i tesori. Va inoltre sottolineato che i vescovi di Fiesole ricoprivano il ruolo di feudatari imperiali, con diritti su un vasto contado che si allargava nella val di Sieve, l’alto Casentino, buona parte del Valdarno superiore e del Chianti.

Nel 1028 il vescovo Jacopo il Bavaro (cioè “della Baviera”) fece edificare la nuova cattedrale entro le mura urbane, in stile romanico, intitolandola al santo patrono Romolo, la cui festività ricorre il 6 luglio.

Nel 1125 i fiorentini, che mal tolleravano antagonismi alle loro porte, dopo alcuni infruttuosi tentativi riuscirono a conquistare la vicina ma scomoda sorella, devastandola e deportando a valle buona parte degli abitanti, che – al dire del cronista Villani – «feciono uno popolo co’ Fiorentini».

Il vescovo Rodolfo (1153-1178), di fatto esule ed esautorato del suo contado, pensò di trasferire la cattedra vescovile a Figline, nel Valdarno superiore, ma la sua intenzione fu stroncata sul nascere nel 1175 dai fiorentini che, armi in pugno, rasero al suolo il vecchio castrum figlinese nel quale si trovava la pieve, obbligando al tempo stesso il vescovo e i suoi successori a risiedere stabilmente in Firenze, presso la chiesa di Santa Maria in Campo (fino al 1874). Di quella che un tempo era stata una piccola ma vitale città era rimasto un villaggio arroccato sul colle dalla caratteristica forma lunata, abitato da un vivace popolo di artigiani, in gran parte dediti alla lavorazione della pregiata pietra serena delle locali cave, coltivate fin dall’epoca etrusca.

 

Oggi la Diocesi di Fiesole (Dioecesis Faesulana) è suffraganea dell’arcidiocesi di Firenze e comprende la parte sud-orientale della ex Provincia (oggi Città Metropolitana di Firenze), quella nord-occidentale della Provincia di Arezzo e quella nord-orientale della Provincia di Siena.

Organizzativamente la diocesi è divisa in 7 Vicariati (Isola di Fiesole, Valdarno Fiorentino, Valdarno Aretino, Altipiano Valdarnese, Val di Sieve, Chianti, Casentino) da cui dipendono 218 parrocchie. Caratteristica peculiare della Diocesi è che la sede vescovile di Fiesole si trova distaccata dal corpo principale del suo territorio diocesano costituendo un’exclave, o isola, all’interno dell’arcidiocesi di Firenze. Tutt’ora la chiesa di Santa Maria in Campo, che si trova in via del Proconsolo a Firenze, pur non essendo sede parrocchiale dal 1684, appartiene alla Diocesi di Fiesole.

 

Lo stemma diocesano proprio si blasona; “d’argento, al destrocherio di carnagione manicato di rosso, movente da una nube al naturale nel cantone sinistro del capo, benedicente e tenente la legatura, pure di rosso, di due chiavi l’una d’oro l’altra d’argento addossate e poste in palo, al crescente montante d’azzurro in punta” è la trasposizione araldica di un antico sigillo, già recensito da Manni (nel XVIII sec.), dove si vede una mano (di San Pietro) tenente le chiavi pontificie con un piccolo crescente di luna in punta. La falce di luna rossa (in Araldica: crescente) è lo storico e tradizionale emblema di Fiesole, compare anche sullo stemma cittadino associato alla stella.

 

Lo stemma in uso da parte del Capitolo dei Canonici, che compare all’interno del duomo e sull’architrave della casa canonicale, oltre che sul frontespizio di alcuni manoscritti dell’archivio diocesano, porta due chiavi decussate, legate e con gli ingegni in alto, accostate ai lati da due crescenti affrontati; il tutto di rosso in campo d’argento. 

Sulla facciata della cattedrale compare uno stemma leggermente diverso: lo scudo reca all’interno solo le chiavi, mentre i due crescenti sono esterni allo scudo, affrontati e accollati ai lati della punta. 

 

 

 

 

© 2022, Nota di Massimo Ghirardi e Michele Turchi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs


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Profilo araldico


“D’argento, al destrocherio di carnagione manicato di rosso, movente da una nube al naturale nel cantone sinistro del capo, benedicente e tenente la legatura, pure di rosso, di due chiavi l’una d’oro l’altra d’argento addossate e poste in palo, al crescente montante d’azzurro in punta”

LEGENDA

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  • istituzione nuovo comune