Diocesi di Chioggia


Diocesi di Chioggia

Storia e informazioni

Lo stemma della Diocesi di Chioggia è relativamente recente1 si ispira al sigillo della stessa circoscrizione ecclesiastica, nel quale si vedono le figure dei due santi patroni Felice e Fortunato, tenenti un ramo di palma ciascuno, e sostenenti insieme una croce processionale, entro una mandorla con la legenda “Sigillum Curiæ Episcopalis Clodiensis”.

Nello stemma i due santi sono simboleggiati dai due soli rami di palma incrociati.

La grande stella al centro simboleggia la Vergine Maria, alla quale è dedicata da chiesa cattedrale, invocata come “Stella Maris” (stella del mare) e protettrice della città lagunare.

Il mare è evocato dalle onde argentee in punta.

 

Si può blasonare: “d’azzurro, alla stella di otto punte raggiante, sormontata da due rami di palma di verde posti in croce di Sant’Andrea, alla terza d’argento ondeggiante in punta”.

 

Secondo la tradizione i fratelli Felice e Fortunato erano due giovani soldati nativi di Vicenza, durante una trasferta ad Aquileia vennero denunciati al pretore Eufemio come cristiani, il quale li fece uccidere nel 304, durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiliano.

Tempo dopo una delegazione di vicentini andò ad Aquileia per reclamare i corpi dei due concittadini, ma nacque un contrasto per il possesso che si risolse con l’assegnazione ai vicentini del capo di san Felice e del corpo di san Fortunato, mentre gli aquileiesi ebbero il capo di san Fortunato e il corpo di san Felice2.

 

Le reliquie rimaste ad Aquileia dopo essere state traslate a Grado e, successivamente, a Malamocco, vennero trasferite assieme alla sede episcopale di Clodia (Chioggia) per volontà del vescovo Enrico Grancarolo, con decreto del doge Ordelaffo Faliero del 10 aprile del 1110, dove i due fratelli vennero scelti come Santi Patroni.

 

L’11 Giugno venne fissata la data in solennità del martirio dei Santi, mentre il 14 Maggio si festeggia la traslazione delle reliquie dei cosiddetti “Santi delle Rose”.

 

La Diocesi di Chioggia (Dioecesis Clodiensis) è suffraganea del Patriarcato di Venezia appartenente alla regione ecclesiastica del Triveneto.

La diocesi comprende la parte meridionale della città metropolitana (Provincia) di Venezia e la parte orientale della provincia di Rovigo.

 

Appartengono alla diocesi per intero  seguenti territori di: 

  • Cavarzere, Pettorazza Grimani, Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po e Porto Tolle;
  • quasi tutto il Comune di Chioggia: la frazione Valli, appartiene infatti alla diocesi di Padova;
  • Foresto, frazione di Cona (il resto del territorio comunale appartiene alla diocesi di Padova);
  • Ca’ Emo, Fasana Polesine e Mazzorno Sinistro, frazioni di Adria (il resto del territorio comunale fa parte della Diocesi di Adria-Rovigo);
  • l’isola di Pellestrina del comune di Venezia.

 

Sede vescovile è la città di Chioggia, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.

 

L’odierna Diocesi trae la sua origine dall’antica città di Metamauco (oggi Malamocco), che per un certo periodo nel VII secolo fu sede temporanea dei vescovi di Padova. Quando il vescovo patavino ritornò nella città, Malamocco rimase comunque sotto la sua giurisdizione almeno fino al IX secolo, quando divenne una Diocesi indipendente suffraganea del patriarcato di Grado.

Il primo vescovo noto di Malamocco fu Felice I, che nell’876 fu deposto da papa Giovanni VIII e morì l’anno successivo.

Come detto più sopra, nell’aprile del 1110 il vescovo Enrico Grancarolo trasferì la sede a Chioggia per la decadenza di Malamocco a causa di una serie di calamità naturali. 

I vescovi, comunque, continuarono a mantenere il titolo “Episcopi Metamaucensis” (vescoco di Malamocco) per qualche decennio e solo nel 1179, con il vescovo Marino, è documentato con il titolo “di Chioggia“.

Già nel 1221 il capitolo della cattedrale contava 19 canonici, tra i quali era anche l’arciprete di Malamocco, a cui spettava di diritto il titolo di arcidiacono.

Nel XIV secolo i danni della guerra tra Genova e Venezia portarono alla ricostruzione degli edifici sacri di Chioggia, gravemente danneggiati.

 

Con la soppressione nel 1451 del patriarcato di Grado, Chioggia divenne suffraganea del Patriarcato di Venezia.

 

Nel 1919 la parrocchia di Malamocco, sede primitiva dei vescovi di Chioggia, fu ceduta al patriarcato di Venezia.

 

 

 

  • Il disegno è di Enzo Parrino e la ricerca iconografica di Giorgio Aldrighetti.

 

  • Secondo una tesi dello studioso vicentino Attilio Previtali, sostenuta dal vescovo di Chioggia Giovanni Soffietti (1675-1747), lo scambio invece sarebbe avvenuto attraverso la consegna ai vicentini del corpo completo di S. Felice e agli aquileiesi del corpo completo di S. Fortunato. Indagini forensi effettuate il 28 luglio1979 dal prof. Cleto Corrain, ordinario di antropologia all’Università di Padova, sui resti mortali conservati nella basilica di Vicenza intitolata ai due martiri hanno confermato che i resti mortali custoditi a Vicenza appartengono ad un unico individuo, verosimilmente san Felice. Per cui a Chioggia sarebbero pervenuti e conservati i resti del fratello san Fortunato.

 

Note di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

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