Congregazione del Santissimo Redentore


Congregazione del Santissimo Redentore

La Congregazione del Santissimo Redentore (in latino Congregatio Sanctissimi Redemptoris) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione clericale, detti comunemente redentoristi o liguorini, pospongono al loro nome la sigla C.SS.R.

La congregazione venne fondata a Scala, presso Amalfi, il 9 novembre 1732 da sant’Alfonso Maria de’ Liguori per l’evangelizzazione della gente del popolo e delle campagne; i suoi statuti vennero approvati da papa Benedetto XIV nel 1749.

Membro di una famiglia dell’aristocrazia napoletana, Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) si laureò in legge all’età di sedici anni ed esercitò per alcuni anni la professione forense. Nel 1723 decise di abbandonare la vita mondana, rinunciò al titolo di nobile del sedile di Portanova e depose la sua spada di cavaliere sull’altare della Madonna della Mercede. Entrò nel clero secolare e, per qualche periodo, insegnò catechismo presso la chiesa di Sant’Angelo a Segno, dove ebbe modo di entrare in contatto con gli strati più umili della popolazione.

Si unì poi alla congregazione dei missionari di Propaganda, una compagnia di sacerdoti secolari dedita alla predicazione delle missioni popolari nelle città e i villaggi del regno di Napoli.

Mentre si recava con i suoi compagni a Minori, venne colto da una tempesta e trovò rifugio nell’eremo di Santa Maria dei Monti di Scala dove rimase per qualche tempo a predicare ai pastori della zona.

Nel 1730, Tommaso Falcoia, religioso dei pii operai, inviò Liguori a predicare gli esercizi spirituali a Scala: iniziarono così i contatti tra il fondatore e lasuperiora del monastero locale, madre Crostarosa.

Lo stesso anno, Falcoia convocò Liguori per chiedere la fondazione di una congregazione per la predicazione ai poveri che accettò su consiglio del suo confessore.

Il 9 novembre 1732, festa della dedicazione della basilica lateranense del Santissimo Salvatore, il vescovo Falcoia celebrò a Scala la messa durante la quale venne dato inizio alla congregazione: i primi compagni di Alfonso furono sette sacerdoti, due laici e un converso, che presero il nome sacerdoti del Santissimo Salvatore.

Il 21 luglio 1740 diedero il voto di perseverare nella congregazione. Il 6 maggio 1743 diedero i tre voti di religione più un quarto di dedica all’evangelizzazione degli infedeli e di rinuncia ad aspirare a dignità ecclesiastiche: da compagnia di preti secolari la società si trasformò in congregazione religiosa.

Nel 1747, venne presentato alla Santa Sede un supplex libellus per chiedere l’approvazione degli statuti. La regola venne approvata da papa Benedetto XIV il 25 febbraio 1749.

La congregazione, per evitare confusioni, venne intitolata al Santissimo Redentore. Nel regno di Napoli il breve di approvazione non ottenne il regio exequatur.

Solo il 9 dicembre 1752 i redentoristi ottennero un reale dispaccio in cui veniva lodato il loro apostolato, si consentiva loro di condurre vita comune, ma veniva loro proibito di acquisire e amministrare beni immobili e restavano alle dipendenze dei vescovi locali.

La Congregazione dei vescovi e regolari reagì separando le case negli Stati della Chiesa da quelle napoletane e istituendo così una congregazione autonoma.

Alfonso de’ Liguori, rimasto a Nocera dei Pagani, si trovò escluso dalla sua congregazione: il 24 marzo 1781 scrisse una lettera a Tommaso Maria Ghilini, cardinale ponente della causa, chiedendo la revoca del Decreto di separazione. Morì nel 1787.

Nel 1793 venne celebrato il capitolo che sanzionò la riunione dei due rami in cui si era divisa la congregazione.

A causa delle leggi eversive, alla fine dell’Ottocento vennero confiscate tutte le case redentoriste sul suolo italiano, a eccezione della casa generalizia a Roma, e parte delle case in Francia e in Germania.

Dopo il Concilio vaticano II, venne celebrato a Roma un capitolo generale straordinario (1967-1969) per aggiornare le costituzioni, che vennero corrette nel 1979 e approvate dalla Santa Sede il 2 febbraio 1982.

Tratti peculiari della spiritualità redentorista sono: la coscienza delle urgenze pastorali del momento; l’esperienza del mistero della redenzione e della salvezza misericordiosa di Dio in Gesù; il senso della chiamata per l’evangelizzazione missionaria nella Chiesa; la mistica della comunità apostolica; l’imitazione e la sequela di Cristo sull’esempio degli apostoli e dei grandi missionari per diventare soci di Gesù nell’opera di redenzione dell’umanità.

Alfonso Maria de’ Liguori venne beatificato il 15 settembre 1816 e proclamato santo da papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839.

Lo stemma reca una croce con una lancia e una canna con una spugna conficcata poste su tre monti; la croce è affiancata dai monogrammi dei nomi di Gesù e Maria ed è sormontata da un occhio emanante raggi; lo scudo è sormontato da una corona ed è circondato dal motto “Copiosa apud eum redemptio” (grande presso di lui la redenzione).

Attività

I redentoristi si dedicano alla predicazione delle missioni popolari e degli esercizi spirituali, alla catechesi, alle confessioni, alle missioni estere.

L’abito proposto in origine alla congregazione era ispirato a quello del Salvatore nell’iconografia tradizionale napoletana: tonaca rossa con mantello, cappello e calze blu e sandali bianchi. Il fondatore respinse l’idea di adottare un costume simile, che divenne però quello delle monache redentoriste. Agli inizi i religiosi vestirono l’abito del clero secolare napoletano, ma dopo l’approvazione pontificia adottarono l’uso di una sottana nera chiusa sul petto, una cintura a fusciacca dello stesso tessuto della sottana, un collare piuttosto ampio e un sovracollare in tela bianca; alla cintura portano la corona del rosario terminante con una medaglia e al collo, pendente da un laccio di cotone, un crocifisso che portano dentro l’apertura della sottana.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte da wikipedia

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