Congregazione dei Celestini


Congregazione dei Celestini

La Congregazione dei Celestini (in lingua latina Congregatio o anche Ordo Coelestinorum, sigla O.S.B. Coel.) fu fondata da Pietro del Morrone. Detti originariamente fratelli di Santo Spirito o majellesi, dall’eremo di Santo Spirito a Maiella, e poi morronesi dal monastero del Morrone, i monaci assunsero il nome di Celestini dopo il pontificato e la canonizzazione del fondatore.

Attorno al 1240 il monaco benedettino Pietro, proveniente dall’abbazia molisana di Santa Maria di Faifoli, si stabilì sulla Maiella allo scopo di rafforzare l’osservanza regolare per mezzo di una vita eremitica. Qualche anno più tardi fondò, presso il castrum di Roccamorice, l’eremo di Santo Spirito a Maiella: la tradizione ne fa risalire la fondazione al 29 agosto 1248. Attorno a Pietro si sviluppò presto una comunità di eremiti, la cui esistenza è documentata per la prima volta il 23 maggio 1259, quando le autorità cittadine di Sulmona donarono ai frati Giacomo e Giovanni, rappresentanti legali di Pietro, un terreno in località Morrone; il 5 giugno successivo il vescovo di Valva e il capitolo di San Panfilo di Sulmona concessero agli eremiti il permesso di edificare una chiesa dedicata alla Vergine.

Con la bolla del 1º giugno 1263, papa Urbano IV diede mandato al vescovo di Chieti di incorporare l’eremo di Santo Spirito all’ordine benedettino e, il giorno seguente, il pontefice concesse alla comunità la protezione apostolica e ne confermò i beni.

Poiché la diocesi di Chieti in quegli anni versava in una situazione difficile, l’incorporazione della comunità nell’ordine benedettino fu eseguita solamente il 21 giugno 1264.

Dal 1270 gli eremiti della Maiella cominciano ad acquisire un numero sempre più rilevante di proprietà: terreni, case e soprattutto enti ecclesiastici, spesso dotati di un discreto beneficio.

Benché le comunità dipendenti da Santo Spirito a Maiella fossero inserite nell’ordine benedettino e non avessero quindi nulla da temere, Pietro si recò al Concilio di Lione per difendere la sua posizione.

Il 22 marzo 1275 papa Gregorio X rilasciò alla comunità un privilegio che sancì il passaggio dell’Ordo Sancti Spiritus de Maiella da realtà eremitica a ordine monastico costituente un gruppo religioso con consuetudini ben precise.

I monasteri dipendenti da santo Spirito a Maiella si diffusero rapidamente in Abruzzo, Molise, Terra di Lavoro, Capitanata e Lazio. La crescita insediativa dell’ordine determinò la necessità di una migliore organizzazione interna il cui aspetto più evidente fu l’istituzione della carica di abate generale. La necessità di continui contatti dei monasteri con l’abate generale portò, tra il 1292 e il 1293, al trasferimento della sede generalizia da Santo Spirito a Maiella al monastero di Santo Spirito al Morrone, presso Sulmona.

Pietro del Morrone divenne un personaggio molto noto e il 5 luglio 1294 venne eletto papa e parecchi monaci del suo ordine vennero chiamati a ricoprire importanti cariche presso la curia romana. Pietro assunse il nome di Celestino V e il 27 settembre 1294 confermò gli statuti morronesi e assegnò all’abate generale prerogative quasi vescovili.

Il suo successore, Bonifacio VIII, nel 15 maggio 1297 confermò l’immediata dipendenza dell’abbazia di Santo Spirito alla Chiesa romana.

Agli inizi del Trecento l’ordine si diffuse nella Francia settentrionale e in Lombardia su volontà di Filippo IV il Bello.

Nel capitolo generale del 1320 vennero elaborate le costituzioni approvate il 25 marzo 1321 da papa Giovanni XXII.

La congregazione francese scomparve con la Rivoluzione; i monasteri del Regno di Napoli furono soppressi nel 1807, mentre quelli nel resto d’Italia nel 1810.

Sopravvissero solo due monasteri femminili: quello di San Basilio all’Aquila e quello di San Ruggero a Barletta e il ramo femminile dell’ordine è ancora esistente.

Dei tentativi di ricostituire l’ordine vennero effettuati da Giovanni Aurélien nel 1873 e da Achille Fosco nel 1935, ma entrambi fallirono.

 

Lo stemma è rappresentato da una croce di nero su di un monte all’italiana dello stesso e accollata da una S che sta per spirito Santo. La sparizione dell’ordine pone diversi dubbi circa gli effettivi smalti.

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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