Certosa di Santa Maria de Schola Dei di Parma
Certosa di Santa Maria de Schola Dei di Parma
Storia e informazioni
Nota anche come Certosa di San Girolamo, è la “vera” Certosa di Parma1, che ha dato il titolo al celebre romanzo di Stendhal (anche se, pare che lui si sia ispirato alla vicina abbazia gotica di San Martino de’Bocci di Valserena), si trova alla periferia nord-orientale di Parma, ancora oggi in un ambiente rurale, vicina alla frazione di Vicopò.
Venne fondata nell’estate del 1285, per volontà testamentaria del parmense Rolando Taverna, vescovo di Spoleto (dal 1278 al 1285). Nel 1286 il Capitolo Generale dell’Ordine Certosino prese in carico la nuova fondazione, conferendole il titolo di Sanctae Mariae de Schola Dei (titolo ufficiale mantenuto fino alla soppressione). Nel 1289 le struttura principali vennero concluse e il vescovo di Parma, Obizzo Sanvitale, poté consacrare la chiesa e il cimitero.
Il complesso originario era molto semplice e modellato sullo schema di tutti i monasteri certosini, organizzato nella corte d’ingresso, sulla quale prospettava la piccola chiesa ad aula; il chiostro piccolo, su cui affacciava la sala capitolare, il refettorio, la biblioteca, l’infermeria; il chiostro grande con le celle dei monaci, il dormitorio dei conversi e le cosiddette “obbedienze” (cucina, dispensa, legnaia, forno). Intorno, cinti da un’alta muraglia, gli orti, il frutteto e la peschiera.
Un primo ampliamento avvenne alla metà del Quattrocento, mentre tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo la Certosa venne ricostruita in forme rinascimentali con due chiostri.
Nell’autunno del 1551 fu gravemente danneggiata, durante l’assedio imperiale e pontificio posto alla città di Parma contro il duca Ottavio Farnese (1524-1586).
I lavori di ricostruzione iniziarono solo nel 1562 e durarono quasi un secolo. Tra il 1671 e il 1722, venne progettata e costruita l’attuale chiesa barocca dedicata a San Girolamo, su disegni iniziali del cremonese Francesco Pescaroli, oggi la chiesa è rimasta incompiuta nella parte alta della facciata.
L’edificio fu decorato tra il 1699 e il 1721 dai maggiori pittori dell’epoca: Alessandro Baratta (1699-1700), Ilario Spolverini e Pietro Righini (1711-12), Francesco Natali e suo figlio Gian Battista Natali con Pietro Righini e Giacomo Antonio Boni (1720-1721), Sebastiano Galeotti (1720-1721) e altri.
Nel 1769 la certosa fu compresa nel decreto ducale di Ferdinando I di Borbone-Parma, dettato dal suo primo ministro Guillaume Du Tillot, con il quale vennero soppressi 59 monasteri nei ducati di Parma e Piacenza, il complesso fu secolarizzato, ma la chiesa rimase aperta al culto. Nel 1778 lo stesso duca ottenne da papa Pio VI la conferma della soppressione della ex-certosa e il trasferimento di tutti i suoi beni ai frati domenicani di San Liborio di Colorno (la cappella ducale della reggia borbonica).
Nel 1805, quando anche il convento dei frati colornesi venne soppresso dal regime napoleonico, la certosa di Sancta Maria de Schola Dei divenne la sede centrale della Fabbrica Ducale dei Tabacchi. La chiesa fu sconsacrata e adibita a deposito. La parte del monastero prospettante sulla piazza d’ingresso fu drasticamente ristrutturata e più tardi dotata di una facciata neoclassica, progettata da Alessandro Abbati, su commissione della duchessa di Parma, Maria Luigia d’Austria.
Lo stabilimento del tabacchificio fu chiuso nel 1891 e, dopo ulteriori pesanti ristrutturazioni, che comportarono la distruzione di tutte le celle del lato sud del chiostro grande e di metà del lato nord, nel 1900 l’antico monastero venne trasformato in un riformatorio per giovani delinquenti (che venivano educati alle professioni per essere reinseriti nella società) intitolato a “Raffaele Lambruschini”. La chiesa di San Girolamo alla Certosa fu riaperta al culto come oratorio del riformatorio.
Dal dicembre del 1975 vi ha preso sede la scuola di formazione e aggiornamento della Polizia Penitenziaria (“Istituto di Istruzione della Direzione Generale della Formazione” di Parma), dipendente dal Ministero della Giustizia e che ospita circa 200 corsisti, con annesso carcere di sicurezza.
Il complesso è visitabile in determinate occasioni o su richiesta alla direzione della scuola, la visita comprende la chiesa, la sagrestia nuova barocca, la sagrestia vecchia gotica, il chiostro maggiore e quello minore (entrambi del XV secolo), il refettorio (del XV secolo, e oggi utilizzato come salone polivalente della Scuola per Polizia penitenziaria).
1): Il nome di questo complesso monumentale evoca il romanzo de “La Certosa di Parma” scritto nel 1838 da Stendhal (1783-1842), che narra l’infelice storia d’amore tra Fabrizio Dongo e Clelia. Lo scrittore francese visitò la città emiliana nel 1814 e ne rimase talmente affascinato da ambientarvi la sua celebre opera. Sebbene la “certosa” ricordata da Stendhal sia una finzione letteraria, sembra che in realtà l’ispirazione gli sia venuta dall’Abbazia cistercense di San Martino de’Bocci o di Valserena, impropriamente nota come Certosa di Paradigna, situata a pochi chilometri di distanza, in quanto all’epoca in cui fu scritto il romanzo, la Certosa di San Girolamo aveva da tempo cessato di essere un monastero certosino.
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