Cardinale Pietro Parolin


Cardinale Pietro Parolin

Storia e informazioni

Pietro Parolin è nato il 17 gennaio 1955 a Schiavon, in provincia e diocesi di Vicenza; è di origini modeste, figlio di un negoziante di ferramenta, Luigi, e di una maestra elementare, Ada Miotti. Ad appena dieci anni è rimasto orfano di padre, morto in un incidente stradale; la madre si è occupata di lui e dei suoi due fratelli.

Nel 1969, a quattordici anni, è entrato nel Seminario vescovile di Vicenza. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 27 aprile 1980, a venticinque anni, da Arnoldo Onisto, vescovo di Vicenza. Per due anni ha svolto il ruolo di viceparroco nella parrocchia della Santissima Trinità di Schio; in seguito, i suoi superiori hanno deciso di mandarlo a Roma per studiare alla Pontificia Università Gregoriana con la prospettiva di farlo diventare un funzionario del tribunale diocesano. Nel 1983 è entrato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica dove avviene la formazione di tutti i futuri diplomatici vaticani e dove, nel 1986 ha conseguito la laurea in diritto canonico.

È entrato, quindi, nel servizio diplomatico della Santa Sede e ha prestato la propria opera presso le nunziature di Nigeria e Messico dove ha condotto le trattative che hanno portato al riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica e all’allacciamento delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Tornato a Roma presso la seconda sezione della Segreteria di Stato vi è rimasto otto anni. Nel 2000 è passato alla sezione italiana come collaboratore del futuro cardinale Attilio Nicora. Si è occupato di questioni riguardanti l’ordinariato militare e l’assistenza religiosa per i carcerati e per i degenti negli ospedali.

A Roma, dal 1996 al 2000, è stato direttore di Villa Nazareth, istituzione fondata nel dopoguerra dal cardinale Domenico Tardini per sostenere la formazione di ragazzi meritevoli ma privi di mezzi.

Il 30 novembre 2002 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato, quarantasettenne, sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati, dove ha collaborato prima con il cardinale Angelo Sodano e poi con Tarcisio Bertone, occupandosi in particolare delle relazioni tra la Santa Sede e i Paesi asiatici.

Ha fornito inoltre un fondamentale contributo all’adesione vaticana al Trattato di non proliferazione nucleare.

Il 17 agosto 2009 papa Benedetto XVI lo ha nominato, cinquantaquattrenne, nunzio apostolico in Venezuela, assegnandogli contestualmente la sede titolare di Acquapendente con dignità personale di arcivescovo titolare. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il successivo 12 settembre, presso la Basilica di San Pietro in Vaticano, per imposizione delle mani dello stesso Pontefice.

Il 31 agosto 2013 papa Francesco lo ha nominato, cinquantottenne, segretario di Stato succedendo a  Tarcisio Bertone. Al momento della nomina era il più giovane segretario di Stato dai tempi di Eugenio Pacelli.

Il 12 gennaio 2014, durante l’Angelus, papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale nel concistoro del 22 febbraio seguente. Durante la cerimonia, svoltasi nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il Pontefice gli ha conferito la berretta, l’anello cardinalizio e il titolo presbiterale dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela. Ha preso possesso della sua chiesa titolare in una celebrazione svoltasi il 9 ottobre dello stesso anno alle ore 18:30. Fino al 5 ottobre 2019, giorno in cui è stato creato cardinale Matteo Maria Zuppi, è stato il più giovane porporato italiano vivente.

Papa Francesco lo ha nominato: membro della Congregazione per i vescovi, il 16 dicembre 2013; membro della commissione cardinalizia di vigilanza sullo I.O.R., il 15 gennaio 2014; membro della Congregazione per le Chiese orientali, il 19 febbraio 2014; membro della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il 22 maggio 2014; membro della Congregazione per la dottrina della fede, il 28 maggio 2014.

Dopo aver partecipato a diverse precedenti riunioni del Consiglio dei cardinali, organo istituito da papa Francesco per consigliarlo sulla riforma della Curia, dal 1º luglio 2014 ne è divenuto membro a tutti gli effetti, portando da otto a nove il numero dei porporati coinvolti.

Il 28 ottobre 2016 il Pontefice lo ha nominato membro della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

Il 26 giugno 2018 papa Francesco lo ha elevato all’ordine dei cardinali vescovi, con effetto dal 28 giugno successivo.

Si è dichiarato possibilista sulla revisione della norma che stabilisce l’obbligo del celibato per il clero di rito latino poiché non è un dogma della Chiesa.

Sulla democrazia della Chiesa è su posizioni aperte.

Nel 2015, in seguito all’approvazione da parte dei cittadini irlandesi del referendum che legalizzava i matrimoni tra persone dello stesso sesso, il cardinale dichiarò che l’esito della consultazione era “una sconfitta per l’umanità”, dicendosi molto triste per quanto era successo.

Circa l’eutanasia ha stigmatizzato la scelta degli Stati che la introducono nel loro ordinamento e ha affermato che essa è generata “dalla tracotanza violenta di chi vuole equipararsi a Dio”.

Malgrado alcune posizioni, è considerato uno dei possibili candidati papabili del gruppo dei cardinali progressisti in caso di rinuncia o di morte di papa Francesco. I suoi rapporti con l’attuale papa non sono sempre stati improntati alla totale condivisione, ma, in tutti i casi, tra i due c’è sempre stata reciproca stima tanto che il papa lo ha voluto come Segretario di Stato.

 

Lo stemma del cardinale, il cui originale è stato realizzato dal cardinale araldista Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, unisce elementi presi dalla sua vicenda personale: la croce argento in campo rosso è quella della città di Vicenza, capoluogo della Provincia e della Diocesi di nascita, sede della cattedrale diocesana nella quale venne consacrato sacerdote. Nei quarti sono caricate la M di Maria, indice della particolare venerazione per la Vergine e le tre stelle simboliche della Trinità. L’elemento più caratteristico è il paiolo utensile che, nel dialetto vicentino suona come “paròl” e un “piccolo paiolo” è un “parolìn”.

Si blasona: “Di rosso, alla croce d’argento caricata da un paiolo dello stesso, accompagnata nel 1º quarto dalla lettera M d’oro e nel 2º, 3º e 4º quarto da una stella a 8 raggi dello stesso.”

 

Il motto “Quis nos separabit a caritate Christi?” insolitamente scritto con il punto interrogativo (sconosciuto al latino) si può tradurre con “Chi ci separerà dall’amore di cristo?” tratto dalla lettera ai Romani VIII, 35 di San Paolo.

 

 

Note di Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Di rosso, alla croce d’argento caricata da un paiolo dello stesso, accompagnata nel 1º quarto dalla lettera M d’oro e nel 2º, 3º e 4º quarto da una stella a 8 raggi dello stesso.”

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