Cardinale Pierbattista Pizzaballa


Cardinale Pierbattista Pizzaballa

Il cardinale Pierbattista Pizzaballa è, dal 24 ottobre 2020, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Appartiene all’Ordine dei frati minori.

È nato a Castel Liteggio, frazione di Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, il 21 aprile 1965 da Pietro e Maria Maddalena Tadini.

In tenera età si è trasferito presso i frati minori dell’Emilia Romagna per intraprendere il suo percorso di formazione: ha frequentato le scuole medie nel seminario minore “Le Grazie” di Rimini e ha conseguito la maturità classica presso il seminario arcivescovile di Ferrara nel giugno del 1984.

Ha vestito l’abito religioso il 5 settembre 1984 nel convento di Santo Spirito a Ferrara ed è entrato nel noviziato del santuario della Verna come frate minore dell’allora provincia francescana di Cristo Re, che comprende l’Emilia-Romagna. Qui ha emesso la professione temporanea il 7 settembre 1985.

Ha continuato quindi la sua formazione filosofico-teologica a Bologna dove, il 10 ottobre 1989, ha emesso la professione solenne presso la chiesa di Sant’Antonio di Padova.

Nel 1990 ha conseguito il baccalaureato in teologia presso lo studio teologico “Sant’Antonio” di Bologna, affiliato alla Pontificia Università Antonianum di Roma; nello stesso anno, il 15 settembre, è stato ordinato presbitero, nella cattedrale di Bologna, dal cardinale Giacomo Biffi.

Trascorso un periodo di un anno a Roma, si è trasferito in Terra santa, a Gerusalemme, nell’ottobre 1990.

A Gerusalemme si è iscritto allo Studium Biblicum Franciscanum, conseguendo nel 1993 la licenza in teologia con specializzazione biblica. Dopo aver trascorso un periodo di studi in ebraico moderno e lingue semitiche presso la Hebrew University di Gerusalemme, dal 1998, è stato professore assistente di ebraico biblico e giudaismo presso lo SBF e lo Studium Theologicum Jerosolymitanum (STJ).

Il 2 luglio 1999 è entrato formalmente a servizio della Custodia di Terra Santa.

Accanto all’impegno accademico, la sua attività pastorale è stata indirizzata soprattutto verso la comunità “ebreofona”. Nel 1995 ha curato la pubblicazione del Messale Romano in lingua ebraica e tradotto vari testi liturgici in ebraico per le comunità cattoliche in Israele.

Ha ricoperto il ruolo di assistente generale dell’ausiliare del patriarca latino di Gerusalemme per la cura pastorale dei cattolici di espressione ebraica in Israele e di vicario parrocchiale per la comunità cattolica di lingua ebraica a Gerusalemme. Tra il 2001 e il 2004 è stato superiore del convento dei Santi Simeone e Anna a Gerusalemme.

Nel 2004 è stato nominato 167º custode di Terra Santa e guardiano del Monte Sion. La sua azione pastorale si è contraddistinta per equilibrio e spiccata capacità strategica e diplomatica: nella complicata mediazione tra lo stato d’Israele e le autorità palestinesi ha dichiarato di essere disponibile al dialogo con tutte le forze presenti nel territorio, per garantire la presenza della comunità cristiana in Terra Santa. La sua voce è una delle più ascoltate nell’intricato mondo politico religioso della Terra Santa.

Dal 2008, per un quinquennio, è stato anche consultore della Commissione per i rapporti con l’ebraismo presso il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Nel maggio 2014 papa Francesco gli ha affidato l’incarico di organizzare l’incontro di preghiera tra il presidente d’Israele Shimon Peres, il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen e il papa stesso alla presenza del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, incontro svoltosi effettivamente l’8 giugno 2014.

Anche per questo motivo il suo governo è stato insolitamente lungo, dodici anni consecutivi, essendo stato riconfermato alla guida della custodia per ulteriori tre anni nel maggio 2010 e nel giugno 2013. Con tali rielezioni il suo governo è diventato il più lungo dal 1946.

Ha terminato il suo incarico di custode il 20 maggio 2016.

Il 24 giugno 2016 papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico sede vacante del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, fino alla nomina di un nuovo patriarca, con dignità di arcivescovo; gli è stata assegnata contestualmente la sede titolare di Verbe. È entrato formalmente in carica il 15 luglio successivo.

Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 10 settembre 2016, nella cattedrale di Bergamo, dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, co-consacranti il patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal e il vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Il 21 settembre successivo ha fatto il suo ingresso solenne a Gerusalemme. Il 25 ottobre 2016 è stato nominato pro-gran priore dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, mentre il 13 febbraio 2017 è stato eletto vicepresidente vicario della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe.

Il servizio episcopale di monsignor Pizzaballa come amministratore apostolico è stato contrassegnato da un quadriennio di scelte difficili prese per appianare un pesante debito economico di un centinaio di milioni di euro che la precedente amministrazione aveva accumulato soprattutto per costruire l’Università Americana di Madaba.

L’amministrazione di Pizzaballa, il 4 giugno 2020, ha elaborato uno Statuto del Patriarcato Latino di Gerusalemme dove «particolare cura viene posta nel dare indicazioni in merito alla trasparenza e alla sostenibilità economico-finanziaria di tutte le singole realtà e attività poste sotto il controllo del Patriarcato – parrocchie, scuole, università, presidi assistenziali».

Il 24 ottobre 2020 papa Francesco lo ha nominato patriarca di Gerusalemme dei Latini e il 28 ottobre seguente gli ha imposto il pallio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.

Il successivo 6 novembre Pizzaballa ha preso possesso della sede patriarcale.

Il 9 luglio 2023, al termine dell’Angelus, papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale; nel concistoro del 30 settembre seguente lo ha creato cardinale presbitero di Sant’Onofrio.

In seguito al conflitto Gaza-Israele del 2023, il 16 ottobre 2023 si è detto pronto ad offrirsi in cambio dei bambini in ostaggio di Hamas.

 

Lo stemma del cardinale Pizzaballa si blasona: D’argento alla città di Gerusalemme raffigurata come una cinta muraria uscente dai lati dello scudo, merlata di cinque alla guelfa, aperta del campo, cimata a destra da una cupola a cono troncato, al centro da una torre merlata di tre alla guelfa, a sinistra da una cupola ovoidale, il tutto d’oro, murato di nero e sormontato dal rotolo della Parola d’oro caricato del Chrismon di nero. Al capo d’azzurro al destrocherio posto in banda, vestito alla francescana, stimmatizzato di rosso e uscente da una nube d’argento movente dal fianco sinistro dello scudo, ed attraversato da un sinistrocherio simile, ignudo di carnagione, posto in sbarra, stimmatizzato di rosso ed uscente da una nube d’argento movente dal fianco destro dello scudo. Motto: Sufficit tibi gratia mea”.

 

Note di Bruno Fracasso

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“D’argento alla città di Gerusalemme raffigurata come una cinta muraria uscente dai lati dello scudo, merlata di cinque alla guelfa, aperta del campo, cimata a destra da una cupola a cono troncato, al centro da una torre merlata di tre alla guelfa, a sinistra da una cupola ovoidale, il tutto d’oro, murato di nero e sormontato dal rotolo della Parola d’oro caricato del Chrismon di nero. Al capo d’azzurro al destrocherio posto in banda, vestito alla francescana, stimmatizzato di rosso e uscente da una nube d’argento movente dal fianco sinistro dello scudo, ed attraversato da un sinistrocherio simile, ignudo di carnagione, posto in sbarra, stimmatizzato di rosso ed uscente da una nube d’argento movente dal fianco destro dello scudo. Motto: Sufficit tibi gratia mea”.

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