Cardinale Nikolaus Krebs von Kues


Cardinale Nikolaus Krebs von Kues

Lo stemma del celebre cardinale Nikolaus Krebs von Kues, meglio noto con il nome italiano di Niccolò Cusano, mostra la figura di un gambero montante, crostaceo d’acqua dolce assai prossimo al “granchio”, il quale è assonate con il cognome Krebs: che significa, in antico tedesco, proprio “granchio” (oggi Krabben, mentre il gambero è Garnelen). Nell’araldica antica i due animali non si differenziavano e venivano convenzionalmente rappresentati simili ad aragoste, con la forma del corpo allungata e con le “chele” in avanti.

 

È simbolo di prudenza, perché procede a ritroso, nonché della Resurrezione perché, stando a quanto afferma Plinio nella sua “Naturalis Historia”, i crostacei all’inizio della primavera rinnovano il proprio carapace, il che ha fatto del gambero un simbolo cristologico. Per gli eruditi dell’epoca aveva un legame simbolico anche con la figura astrologica del “cancro” (cancer) e al suo periodo che inizia nel giorno del Solstizio d’Estate. Nel globo terrestre, la latitudine alla quale il sole risulta in posizione verticale al mezzogiorno del 21 Giugno (dove si celebra la nascita di San Giovanni Battista) viene detta “Tropico del Cancro”, e fa da contraltare a quella simile relativa al Solstizio d’Inverno del 21 Dicembre (nella domenica dopo il quale si celebra la nascita di Gesù), che dà origine al “Tropico del Capricorno”. L’ingresso nel solstizio lega dunque questo animale a tutta la simbologia associata alle celebrazioni solstiziali pagane (che avrebbero fatto propendere per la figura del gambero in luogo del più “compromesso” granchio/cancro).

 

Nella rappresentazione più nota dello stemma di Cusano, presso la tomba nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, si vede chiaramente un gambero, in campo oro (che lo rende pressoché identico a quello del cardinale Gambara, che aveva però il “capo dell’Impero”). Il cuore del celebre erudito però fu portato a Kues (in italiano Cusa), per sua volontà.

 

Nikolaus Krebs (la cui grafia era Cryfftz) nacque a Kues (Cusa, oggi nel Comune di Bernkastel-Kues, in Renania) nel 1401, dal ricco mercante di vini Johann Krebs (Henne Cryfftz) Schiffer e da Katharina Roemer.

 

Fin dalla più giovane età, fu tutelato e sostenuto dall’influente famiglia dei signori di Manderscheid, innalzati, nel 1457, al rango di conti del Sacro Romano Impero.

 

Si iscrisse all’Università di Heidelberg il 22 giugno 1416, dove si formò allo studio delle arti liberali, prima di trasferirsi a Padova e conseguire in quell’università il grado di doctor decretorum nel 1423. Nell’ambiente dei giuristi padovani ebbe modo di conoscere e stringere durature relazioni con i futuri cardinali Giuliano Cesarini, che era un suo insegnante, e Domenico Capranica, compagno di studi. L’ambiente culturale padovano ne allargò le vedute ben oltre il campo della sua formazione in diritto canonico.

 

Dopo una presenza a Roma, nel 1424, dove per sua stessa testimonianza assisté a una predica di Bernardino da Siena, ritornato in Germania, ottenne le prime prebende ecclesiastiche ad Altrich, Treviri, Oberwesel e Karden, tutti nella diocesi di Treviri, dove divenne segretario dell’arcivescovo-principe Otto von Ziegenhain.

 

Il 26 marzo 1426 venne immatricolato all’Università di Colonia, dove insegnò nella facoltà di giurisprudenza.

 

 

Nel 1433 fu invitato da papa Eugenio IV al Concilio di Basilea, nel quale ebbe un ruolo fondamentale; per l’occasione scrisse il De concordantia catholica: in questo scritto sostenne la necessità dell’unità della Chiesa Cattolica e la concordanza di tutte le fedi cristiane. In questo periodo divenne membro dell’Ordine del Drago, istituito in occasione dell’incoronazione di Sigismondo a imperatore, il cui statuto venne ratificato dal pontefice.

Partecipando al Concilio di Basilea ebbe modo di incontrare numerosi intellettuali italiani tra i quali Tommaso Parentucelli, futuro papa Niccolò V, Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II.

 

Il 17 maggio 1437 papa Eugenio IV lo inviò come Legato a Costantinopoli insieme ai vescovi Antão Martins de Chaves di Porto, Cristoforo Garatoni di Crotone, Pierre de Versailles di Digne ed al cardinale Francesco Condulmer, con l’intento di intessere colloqui in vista di una riunificazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente. La legazione fu coronata da un enorme successo, tanto che Cusano rientrò accompagnato dall’Imperatore Giovanni VIII Paleologo, dal patriarca di Costantinopoli Giuseppe II, dai cardinali Isidoro di Kiev e Basilio Bessarione e dal filosofo Giorgio Gemisto Pletone che sbarcarono l’8 febbraio 1438 a Venezia. Insieme si recarono a Ferrara, dove Eugenio IV aveva spostato la sede del concilio da Basilea.

 

I conciliaristi restati a Basilea tentarono, spalleggiati dalle Università, di schierare la Chiesa contro il Papa, proclamando decaduto Eugenio IV ed eleggendo in sua vece un antipapa, il duca di Savoia Amedeo VIII sotto il nome di Felice V provocando la Scisma d’Occidente.

 

Su pressione di Cosimo il Vecchio, nel 1439, il concilio venne trasferito a Firenze. Il capostipite dei Medici presiedette alla riunificazione (effimera) fra la Chiesa Latina, rappresentata da Papa Eugenio IV, e quella Bizantina, rappresentata dall’Imperatore Giovanni VIII e dal patriarca Giuseppe. La riunificazione sarebbe dovuta avvenire sul piano dogmatico e disciplinare, ma si sarebbero dovute mantenere le differenze sul piano liturgico.

 

Presente alla Dieta di Aschaffenburg nel 1447, insieme ad Enea Silvio Piccolomini, assistette al riconoscimento dell’autorità di papa Eugenio IV e sfiduciarono l’antipapa Felice V che, riconciliatosi, si ritirò nell’abbazia fortificata di Ripaglia come Gran Maestro dell’Ordine di San Maurizio.

 

Quando Eugenio IV morì, Cusano fu nominato camerlengo, ruolo che gli precluse il papato, ma divenne papa l’amico cardinal Parentucelli, col nome di Niccolò V, che lo nominò, nel 1448, cardinale col titolo di San Pietro in Vincoli.

 

Dal 1444 Cusano si era molto appassionato all’astronomia, alla quale dedicò i suoi studi insieme, si interessò alle teorie eliocentriche contro la visione dominante tolemaica.

 

Il 3 dicembre 1458 fondò, nella città natale, il Cusanusstift (o Ospedale di San Nicola), un ospedale di carità, in stile gotico, per 33 persone (in memoria degli anni di Cristo), di cui 6 nobili, 6 sacerdoti e 21 persone comuni. Il chiostro e la cappella del monastero (dove è custodito il cuore del cardinale) sono i luoghi principali dell’Ospedale dedicato al santo patrono dei marinai e della famiglia Cusano: San Nicola di Myra (o di Bari).

 

 

Il 23 marzo 1450 Cusano fu nominato principe-vescovo di Bressanone da Niccolò V contro il parere di Sigismondo d’Austria, che si autoproclamò duca di Bressanone e conte del Tirolo e fece costruire all’esterno della cittadina un castello. Cusano si batté aspramente contro il duca Sigismondo, che tentava di sopprimere la figura del vescovo-feudatario, cui spettava il dominio della Valle Isarco, della Val Pusteria e dell’Engadin.

 

Sigismondo aveva nominato principe-vescovo di Bressanone Leonhard Wismair, ma il 25 marzo 1450 giunse da Roma la notizia della nomina di Cusano perciò ci fu un tribolato accordo a Salisburgo, dove il duca riconobbe la carica di Cusano, cedendo alla pressione del papa. Dopo qualche anno però, Cusano entrò in conflitto con i nobili tirolesi, fedeli a Sigismondo, capeggiati dal conte Georg Künigl e fomentati dalla badessa Verena von Stuben, del monastero benedettino di Castel Badia presso Brunico.

Il 14 luglio 1457, Cusano fu costretto a fuggire da Bressanone dopo alcuni attentati, e tentativi di avvelenamento e si rifugiò al Castello di Andraz fino al 1458, quando si scontrò con Gregor Heimburg, appoggiato dal duca Sigismondo, che verrà sconfitto nella battaglia di Marebbe, il 5 aprile 1458, e dopodiché procedette alla scomunica della badessa von Stuben.

 

Cusano fu però il mandante dello sterminio dei contadini del monastero di Castel Badia (legato alla chiesa di Trento) e per questo venne fatto arrestare da Sigismondo nel 1460 e imprigionato, ma venne assolto e scrisse al papa  Pio II (l’amico Enea Silvio Piccolomini, già tutore di Sigismondo) che scomunicò il conte tirolese.

 

Rifugiatosi nel castello di Brunico venne assediato da Sigismondo, con un esercito con 4000 fanti e 1000 cavalieri, e venne liberato solo dopo che ebbe firmato un trattato di resa contro la sua volontà; il 27 aprile 1460 si recò a cavallo nella Valle d’Ampezzo dalla quale poi fuggì verso lo Stato della Chiesa, fermandosi solo ad Orvieto (del monastero locale era abate commendatario).

 

Tra le tantissime opere celebri del Cusano è famosa la De Cribratione Alchorani, una consapevole e benevola interpretazione di (alcuni) brani del Corano, che vennero utilizzati per una lettera di Pio II al sultano Maometto II.

 

Partecipò ai negoziati per porre fine alla Guerra dei Cent’anni tra la Francia e l’Inghilterra e agli accordi di Wiener Neustadt, che gli avrebbero consentito di tornare a Bressanone. Nel 1461 si ammalò gravemente di gotta ma fu curato da un famoso medico dell’epoca, Pierleone Leoni.

 

Nel 1453 i Turchi invasero Costantinopoli e collaborò, inutilmente, col papa Pio II per organizzare una Crociata. La morte lo colse a Todi nel 1453, tre giorni prima del papa e poco prima della capitolazione di Sigismondo d’Austria.

 

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Fonte: Andrea Angelo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’oro al gambero montante di rosso”

Colori dello scudo:
oro
Oggetti dello stemma:
gambero
Attributi araldici:
montante

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