Cardinale Karl Lehmann


Cardinale Karl Lehmann

Storia e informazioni

Karl Lehmann è stato un cardinale e vescovo cattolico tedesco.

Nacque a Sigmaringen il 16 maggio 1936 ed era il primo dei due figli di Karl Lehmann (1903 – 1986), insegnante di scuola elementare, e Margaret Lehmann (1911 – 1997), libraia specializzata. Trascorse la sua infanzia a Veringenstadt.

Dal 1942 al 1945 frequentò le scuole elementari a Liggersdorf e Langenenslingen, da dove provenivano i suoi genitori. Con l’ingresso al liceo statale di Sigmaringen entrò nell’allora studio arcivescovile «St. Fidelis» nella stessa città. Conseguito il diploma, dal 1956 al 1964 studiò filosofia e teologia cattolica presso l’Università di Friburgo in Brisgovia e la Pontificia Università Gregoriana di Roma. A Roma visse presso il Pontificio collegio germanico-ungarico. Nel 1962 conseguì il dottorato in filosofia.

Il 10 ottobre 1963 fu ordinato presbitero per l’arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia a Roma dal cardinale Julius Döpfner. Celebrò le sue prime messe nella basilica di San Saba a Roma e poi a Veringenstadt.

Da studente ebbe l’opportunità di vivere il clima del Concilio Vaticano II. Nel 1967 conseguì il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana con la tesi “Risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture. Studi esegetici e teologici sulla Prima Lettera ai Corinzi, 15 3b-5”.

Terminati gli studi riprese il suo lavoro come assistente di padre Karl Rahner per la cattedra di teologia dogmatica e di storia dei dogmi nella facoltà di teologia cattolica dell’Università di Münster. L’arcivescovo di Friburgo in Brisgovia lo esentò dall’ufficio pastorale per permettergli di seguire la strada accademica e cominciare la tesi di abilitazione sul tema “Il Dio nascosto e il concetto di Rivelazione”.

Nel 1968 vinse la cattedra di teologia dogmatica II della facoltà di teologia cattolica dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza. Nel 1969 divenne membro del circolo del lavoro ecumenico dei teologi evangelici e cattolici e, dal 1975, fu anche consulente scientifico per parte cattolica, per poi divenirne presidente nel 1989. Dal 1969 al 1983 fu membro del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZDK), mentre tra 1971 e il 1983 svolse l’incarico di professore di teologia dogmatica e di teologia ecumenica nella facoltà di teologia cattolica dell’Università di Friburgo in Brisgovia. Nel 1974 divenne membro della Commissione teologica internazionale. Tra il 1975 e il 1978 fu curatore responsabile dell’edizione ufficiale dei documenti del sinodo comune delle diocesi della Repubblica Federale di Germania che si era svolto a Würzburg dal 1971 al 1975. Il 26 marzo 1979 papa Giovanni Paolo II gli conferì il titolo di prelato d’onore di Sua Santità. Nel dicembre dello stesso anno monsignor Lehmann criticò tuttavia il ritiro della missio canonica – l’autorizzazione all’insegnamento della teologia cattolica – da parte della Congregazione per la dottrina della fede ad Hans Küng e definì questa decisione come una “giornata nera per la teologia”.

Il 3 giugno 1983 il capitolo dei canonici della cattedrale di Magonza lo selezionò come nuovo vescovo di Magonza. Il 30 dello stesso mese la nomina venne confermata da papa Giovanni Paolo II. Ricevette l’ordinazione episcopale il 2 ottobre successivo nel duomo di Magonza dal cardinale Hermann Volk, vescovo emerito di Magonza. Monsignor Lehmann divenne così l’87º successore di San Bonifacio e il più giovane vescovo della Germania Ovest.

Nel 1984, proseguendo il suo impegno ecumenico, divenne membro del circolo per il dialogo fra rappresentanti della Conferenza episcopale tedesca e del consiglio della Chiesa evangelica di Germania. Poi, dal marzo 1986 fino al 1988, fu dapprima membro e quindi presidente per parte cattolica del Dialogo evangelico luterano-cattolico romano fra la Federazione luterana mondiale e il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

Nel 1993 monsignor Lehmann, monsignor Walter Kasper, vescovo di Rottenburg-Stoccarda e monsignor Oskar Saier, arcivescovo metropolita di Friburgo in Brisgovia, pubblicarono una lettera pastorale secondo cui dovrebbe esserci un’apertura per la flessibilità pastorale nel permettere alle persone divorziate e risposate civilmente di ricevere l’eucaristia. Essi furono però subito fermati dall’intervento della Santa Sede.

Nel 1995 alcuni fedeli tedeschi – che poi confluiranno nel movimento Noi Siamo Chiesa – che chiedevano riforme quali il sacerdozio femminile e il matrimonio per gli ecclesiastici ottennero udienza da monsignor Lehmann.

Nella diocesi di Magonza monsignor Lehmann nel 1996 varò la riforma strutturale “… in modo che la comunità viva” in base alla quale le singole comunità furono incentivate a lavorare insieme e più da vicino. Questa riforma pastorale divenne vincolante nel febbraio del 2007 con la conclusione di accordi di cooperazione. Un altro evento significativo fu il 93º giorno della Chiesa cattolica tedesca del giugno 1998 che si svolse a Magonza.

Dopo essere stato vice presidente della Conferenza episcopale tedesca dal 1985, il 22 settembre 1987 fu eletto presidente. Venne rieletto negli anni 1993, 1999 e 2005. Le ultime elezioni si svolsero all’assemblea plenaria dei vescovi del 20 settembre 2005 a Fulda. Il 18 febbraio 2008 lasciò la presidenza della Conferenza episcopale per motivi di salute. Dal 16 aprile 1993 al 31 maggio 2001 fu vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d’Europa.

Nel 2000 fu al centro di una polemica per la sua opposizione a papa Giovanni Paolo II sul tema dell’aborto: in particolare il vescovo Lehmann difendeva il ruolo dei consultori. Secondo alcune fonti giornalistiche il presidente della Conferenza episcopale tedesca avrebbe addirittura chiesto le dimissioni del Papa.

Nel 1995, in Germania passò una legge in materia di aborto che rimase in linea di principio illegale, ma depenalizzato se compiuto nelle prime dodici settimane di gravidanza e se la donna incinta avesse presentato un “certificato di consulenza” rilasciato da un consultorio familiare autorizzato dallo Stato tra questo c’erano anche 265 consultori cattolici. Nel 1995, papa Giovanni Paolo II scrisse nell’enciclica Evangelium Vitae che la Chiesa non deve farsi coinvolgere in alcun modo, nemmeno indiretto, in procedure che convalidino aborti.

Il 21 febbraio 2001 papa Giovanni Paolo II lo creò cardinale e gli assegnò il titolo di San Leone I del quale prese possesso il 24 maggio successivo. Partecipò al conclave del 2005 che elesse papa Benedetto XVI e a quello del 2013 che elesse papa Francesco.

Alla fine del gennaio del 2009 dichiarò che: “La decisione di Benedetto XVI di riammettere Williamson nel seno della Chiesa è una catastrofe per i sopravvissuti dell’Olocausto”, chiedendo pubblicamente le dimissioni del cardinale Darío Castrillón Hoyos, colpevole a suo giudizio di negligenza per aver promosso la remissione della scomunica senza essere stato al corrente delle posizioni negazioniste del vescovo lefebvriano.

Nel 2011, in prossimità del compimento dei 75 anni, presentò la rinuncia per raggiunti limiti di età a papa Benedetto XVI che non la accettò. Nel marzo del 2013 accolse con favore l’elezione di papa Francesco e parlò di un “nuovo inizio”. Si schierò con il papa e lo difese dalle accuse di collaborazionismo con la dittatura militare argentina.

In un’intervista dell’estate del 2015 Lehmann dichiarò che avrebbe lasciato l’ufficio all’età di 80 anni, nel maggio successivo. Il 16 maggio 2016, giorno del suo ottantesimo compleanno, papa Francesco accettò la sua rinuncia per raggiunti limiti di età.

Nel dicembre 2016 divenne professore conferenziere all’Università di Duisburg-Essen. Nella sua prima conferenza, il 13 dicembre 2016, ribadì il suo rifiuto di una quota nell’accoglienza dei profughi. Si dichiarò favorevole alle politiche sull’immigrazione di Angela Merkel: “Che cosa doveva fare Angela Merkel, quando la gente era in grande difficoltà alle nostre porte”.

Morì nella sua residenza di Magonza alle 4.45 dell’11 marzo 2018 all’età di 81 anni. Dal 13 al 20 marzo la sua salma fu esposta nella chiesa agostiniana di Magonza. Le esequie si tennero il 21 marzo alle ore 15 nel duomo di Magonza e furono presiedute da monsignor Peter Kohlgraf. Al termine del rito fu sepolto nella cripta dello stesso edificio.

Il cardinal Lehmann, cui si riconosceva una grande incisività e determinazione, era considerato uno dei cardinali più progressisti.

 

Lo stemma del cardinale Lehmann è cambiato solo leggermente rispetto al precedente stemma da vescovo. Viene sostituito il galero verde vescovile con quello rosso cardinalizio. Lo stemma mostra uno scudo semipartito, troncato: nel primo, di rosso alla ruota a sei razze d’argento; nel secondo, di nero alle sei croci di oro, tre nel cantone sinistro del capo, poste 2,1 e tre nel cantone destro della punta, poste 1,2, alla chiave di argento posta in banda con gli ingegni posti in alto e all’ingiù; nel terzo, di oro, al libro di rosso, con le lettere d’argento Alfa e Omega, una per pagina. Motto: “Stato in fede”.

Lo stemma del cardinale Lehmann mostra la ruota di Magonza come simbolo dell’ex arcidiocesi e dell’odierna diocesi di Magonza. La chiave d’argento rappresenta la diocesi di Worms, che si estinse nel 1805. Lo stemma della diocesi precedentemente era inquartato, la perdita dei due quarti inferiori ha permesso l’inserimento del libro aperto “perché deve essere letta ora” e “perché contiene una parola viva”. L’Alfa e l’Omega sulle pagine del libro provengono dall’Apocalisse (capitoli 1:8). Le croci nello stemma lo rendono il simbolo della ricerca di amore verso il suo gregge del Cristo. Allo stesso modo, il motto “State in fide” della Prima Lettera ai Corinzi (capitolo 16:13) è spiegato dal libro: La fede si fonda sulla parola di Dio, che è stabilita una volta per tutte nelle Sacre Scritture, ma che deve essere proclamata viva. Lo stemma si fonda anche su di una prospettiva ecumenica, che si concentra sulla Bibbia.

Lo stemma è stato disegnato dall’araldista di Monaco Claus D. Bleisteiner.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Semipartito, troncato: nel primo, di rosso alla ruota a sei razze d’argento; nel secondo, di nero alle sei croci di oro, tre nel cantone sinistro del capo, poste 2,1 e tre nel cantone destro della punta, poste 1,2, alla chiave di argento posta in banda con gli ingegni posti in alto e all’ingiù; nel terzo, di oro, al libro di rosso, con le lettere d’argento Alfa e Omega, una per pagina. Motto: “Stato in fede””.

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