Cardinale Bartolomeo Roverella
Cardinale Bartolomeo Roverella
Storia e informazioni
I Roverella sono una antica famiglia nobile di Rovigo, il cui capostipite fu Gennaro da Roverella, una località vicina a Lendinara, uomo d’armi al servizio dei Da Carrara di Padova e poi degli Este di Ferrara, città alla cui nobiltà verranno poi ascritti.
A questa famiglia appartiene il cardinale Bartolomeo, nato a Rovigo (allora sotto il governo estense) nel 1406, suo padre era il conte palatino Giovanni Roverella, notaio, e la madre Beatrice Leopardi da Lendinara, venne battezzato col nome del nonno.
Dopo gli studi venne associato all’età di vent’anni alla corporazione dei notai rodigini, e il 23 aprile 1438 si laureò a Bologna in Diritto Civile.
Nel giugno del 1439 il vescovo di Ferrara, Giovanni Tavelli, gli concesse il titolo e il beneficio di pievano e arciprete di Voghenza, la primitiva sede del vescovo ferrarese.
Papa Eugenio IV lo nominò vescovo di Adria il 15 luglio 1444 e, il 26 settembre 1445, arcivescovo di Ravenna. Nel corso di quell’anno Ludovico Trevisan, patriarca di Aquileia, che Bartolomeo aveva conosciuto a Bologna, ricevette in commendam l’abbazia territoriale di Santa Maria della Vangadizza (Badia Polesine, che verrà soppressa dai napoleonici nel 1797) e nominò Roverella suo vicario (diverrà a sua volta abate commendatario della Vangadizza nel marzo del 1465).
Fu governatore pontificio di Perugia nel 1448, nunzio apostolico in Inghilterra nel 1451, governatore della Marca di Ancona nel 1452, nunzio a Siena nel 1454, governatore a Viterbo nel 1459 e nel 1460 a Benevento, recentemente recuperata al dominio pontificio dopo una breve parentesi aragonese. Suo grande merito a Napoli dal 1459 al 1464 fu di riuscire a mediare la posizione pontificia circa il conflitto fra Angioini e Aragonesi. In quel contesto contribuì al progetto di nozze fra Ercole I d’Este ed Eleonora d’Aragona, da lui stesso celebrate a Ferrara nel 1473.
Papa Pio II gli concesse in compenso la dignità cardinalizia, col titolo presbiteriale di San Clemente, nel concistoro del 18 dicembre 1461 e, il 26 gennaio 1462, gli assegnò il titolo di San Marcello.
A 68 anni nel 1474 fece costruire per i fratelli il palazzo in stile rinascimentale ferrarese che si affaccia ancora oggi sulla piazza maggiore di Rovigo, che per gli standard locali risultò maestoso, che lo ospitò talvolta. Nello stesso anno ottenne il titolo di abate commendatario dell’abbazia di San Bartolomeo di Rovigo, che affidò agli Olivetani (Ordine del quale era Visitatore Generale il fratello Nicolò, abate di San Giorgio Maggiore di Venezia), facendo risorgere il monastero.
In previsione della nomina a camerlengo, il 9 gennaio 1475 si dimise dalla sede metropolitana ravennate per lasciarla al nipote, Sismondo Filiasio Roverella, per trasferirsi presso la Santa Sede, dove il 12 gennaio dell’anno seguente il collegio dei cardinali lo elesse formalmente alla carica di camerlengo.
Il 5 maggio 1476 morì a Roma e, secondo il suo desiderio, venne sepolto nella basilica di San Clemente, dove si può ancora ammirare il suo monumento funebre in marmo opera degli scultori Andrea Bregno e Ivan Duknovic.
Nota di Massimo Ghirardi
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Disegnato da: Massimo Ghirardi
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