Monsignor Antonio Riboldi


Monsignor Antonio Riboldi

Mons. Antonio Riboldi è nato a Tregasio (frazione di Triuggio, provincia di Monza-Brianza) il 16 gennaio 1923, da una famiglia di modeste condizioni economiche.

Entrato in religione nell’Istituto della Carità (noto come Padri Rosminiani) e consacrato sacerdote il 29 giugno 1951. Nel 1958 venne inviato come parroco di Santa Ninfa nella Valle del Belice dove nel 1968 subì, con tutti gli abitanti, lo spaventoso terremoto che sconvolse la regione. Si trovò a fronteggiare la Mafia, organizzando la loro lotta per ottenere una casa e abitando per anni in una baracca di legno con i suoi parrocchiani.

In quel periodo partecipò a cortei e manifestazioni in difesa delle richieste dei suoi concittadini e collaborò con diverse persone legate alla vita politica e istituzionale del paese, tra i quali il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa e il deputato Piersanti Mattarella, per la lotta contro il crimine organizzato.

L’11 marzo 1978 venne ordinato vescovo dal cardinale di Palermo, Salvatore Pappalardo (insieme a mons. Costantino Trapani e mons. Clemente Riva, anch’esso Rosminiano), per volontà di papa Paolo VI che, il 25 gennaio 1978 lo aveva nominato vescovo di Acerra.

Giunto nella sua Diocesi  si impegnò contro la Camorra: attraverso dure prediche ed esortazioni fatte dal pulpito, con la sua azione e l’esempio contribuì a rompere il muro di omertà, suscitando pentimenti e collaborazioni con la Giustizia; persino il boss Raffaele Cutolo volle incontrarlo durante la sua detenzione per confessarsi.

Negli anni ’80 del XX secolo ha svolto il suo apostolato anche in diverse carceri italiane, dove ha incontrato numerosi “pentiti” di mafia e di lotta armata contro l’ordine costituito.

Per raggiunti limiti d’età, seguendo le prescrizioni canoniche, rassegnò le dimissioni il 7 dicembre 1999.

Impegnato in molte attività da conferenziere, Riboldi è stato direttore responsabile del mensile Amici di Follereau dell’Associazione italiana amici di Follereau (AIFO) che dal 1961 realizza iniziative in favore dei poveri nei paesi del sud del mondo.

In occasione del compimento dei suoi 90 anni, la casa editrice Mondadori, ha pubblicato nel gennaio 2013, un libro dal titolo ‘Ascolta si fa sera’ dove sono racchiusi i suoi interventi alla trasmissione “Ascolta si fa sera”.

Il 30 maggio 2015, nella sede del Consiglio Comunale della città di Acerra, l’amministrazione riunita in seduta solenne gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 2017 è morto a Stresa, dove si era ritirato dall’estate precedente.

 

Lo stemma da vescovo di mons. Riboldi ha una chiara simbologia, la colomba della pace che si rialza verso il cielo, aprendo una strada nel deserto che si allontana dal baratro, come esplicitato dalla citazione biblica tratta da Isaia:

 

“Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa. (Isaia 43, 19, CEI)!

 

Nel suo sito personale, lo stesso mons. Riboldi dava la spiegazione dell’origine di questo stemma (il cui originale è in uno stile molto “pittorico”): venne realizzato per lui da un giovane che, avendo da lui ricevuto la Cresima, volle rappresentare con esso ciò che il suo Vescovo stava facendo. Nelle parole del prelato:  “Nello stemma è dipinto come base un deserto: al centro una colomba traccia un sentiero”.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini


Non ci sono altre immagini

Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro, oro
Partizioni:
troncato
Oggetti dello stemma:
colomba, strada

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune