Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Senigallia


Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Senigallia

Lo stemma del Capitolo dei Canonici della cattedrale di Senigallia presenta un faro sullo scoglio, sormontato da una stella, di fronte al mare, in pieno campo; un cartiglio lo avvolge dall’alto con la leggenda NON SUB MODIO, traducibile come “non sotto il moggio” in riferimento al passo evangelico della parabola “della lampada” riportata da ben tre evangelisti canonici: Marco (IV, 21-22:  «Diceva loro: “Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.”»), ma anche Matteo (V, 15-16) e Luca (VIII, 16-18). La luce è il riferimento alla parola di Gesù che non deve essere nascosta, ma rivelata a tutti, compito precipuo dei sacerdoti.

Il faro è anche simbolo di “guida” e fa allusione all’antico porto di Sena Gallica (Siena detta “dei Galli Senoni”, per distinguersi dall’altra Sena etrusca, l’odierna Siena). La stella è la Stella Maris, ispirata a una preghiera di San Bernardo da Chiaravalle: il navigante, metafora del credente pellegrino, nelle tempeste della vita si rivolge alla Vergine Maria come luce che lo guida verso il porto sicuro, un ulteriore riferimento alla città di Senigallia, posta sul litorale adriatico delle Marche.

Il Capitolo ha avuto sede inizialmente nella chiesa di San Giovanni, che venne distrutta dai Saraceni nel 1294, poi nella chiesa di S. Paolino, che però venne demolita nel 1458, per trasferirsi, infine, nella chiesa di S. Pietro che, dal 1493, divenne la Cattedrale di Senigallia. L’attività dei canonici fu regolata dal vescovo cardinale Marco Vigerio della Rovere (1456-1511) e poi, in maniera più organica, l’8 dicembre 1530, dal nipote omonimo che fu suo successore nella sede episcopale. Nel 1615 del Capitolo facevano parte tre dignità e tredici canonici.

Nel 1653 fu istituito il canonico teologo. Nel 1682 i canonici aumentarono a diciassette e nel 1742 a venti; nel 1847, alle tre dignità e ai diciassette canonici si aggiunsero quattordici mansionari.

A seguito del ridimensionamento che le leggi italiane del 1866-67 fecero del patrimonio, nel 1897, il Capitolo era composto dalle tre dignità, da nove canonici e da sei mansionari. Le prime costituzioni che si conservano sono quelle redatte e approvate nel 1806; ad esse seguirono quelle del 1907 e del 1961.

Dopo la promulgazione del vigente Codice di diritto canonico, secondo le disposizioni del sinodo diocesano del 1984 e del concilio plenario marchigiano del 1989, sono stati redatti lo Statuto e il regolamento approvati dal vescovo Odo Fusi Pecci il 4 maggio 1991.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

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