Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Parma


Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Parma

Erano già operativi un arcidiacono e un arciprete della cattedrale di Parma, allorché il vescovo-conte di stirpe franca Guibodo (860-895) fondò il 29 dicembre 877 il Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Santa Maria Assunta di Parma, come collegio di canonici che affiancavano il vescovo nella gestione del potere spirituale e temporale della Diocesi (il termine capitolo ha origine dalla consuetudine di leggere un capitolo della regola durante la celebrazione quotidiana della liturgia delle ore); oggi ricopre il solo ruolo di gestione della vita liturgica della cattedrale.

Per la nuova istituzione il prelato fece costruire un edificio con chiostro vicino alla Cattedrale (oggi sede del Seminario Vescovile Maggiore, in via Cardinal Ferrari) con una sufficiente dotazione di beni per il sostentamento dei membri che, come altrove, verranno detti “canonici” probabilmente per il fatto che la loro vita, nelle espressioni comunitarie, era guidata da un regolamento (canone). A tale scopo il vescovo concesse il beneficio delle decime, cioè parte delle tassazioni riscosse nel territorio, e li dotò di numerosi poderi e cappelle, oltre che della metà delle entrate della estrazione e vendita del sale e della terra di Salsomaggiore.

Il capitolo era retto dall’arcidiacono o dal prevosto, la disciplina era affidata al decano. Vi erano poi altri uffici, come il primicerius o il cantor a cui era affidata la liturgia. Ancora lo scholasticus che dirigeva la scuola cattedrale e vigilava sulle altre eventuali scuole presenti in diocesi; il custos cui era affidato il tesoro, il sacrista. Per l’amministrazione provvedeva il prevosto, aiutato dal camerarius e dal sacellarius.
Intorno all’anno 1000 troviamo 9 canonici preti e 4 tra diaconi e suddiaconi. Nel 1141 il vescovo Lanfranco fissa a 16 il numero dei canonici, cui nel 1426 se ne aggiunge un diciassettesimo.

Le leggi del 1867 è portarono il numero massimo dei canonici a 12.
Fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) i canonici costituirono l’organo collegiale che assisteva il vescovo nel governo della diocesi, con potere decisionale in caso di atti di straordinaria amministrazione. Il Concilio li ha sostituiti con i Consigli Pastorale e Presbiterale e dal Collegio dei Consultori. Ora il numero dei canonici è fissato ad un minimo di quattro.

Nei primi anni del XVI secolo, la Comunità di Parma istituì il Gimnasium generale e ne individuò la sede nell’edificio capitolare che fu completamente ricostruito. Nel 1514 i canonici del Capitolo e gli Anziani della Comunità fondarono, inoltre, la “Libreria del Capitolo”, che trovò sede nell’edificio raccogliendo anche le pergamene e i documenti dell’antica biblioteca della cattedrale, pervenuti in parte anche da donazioni private risalenti al X secolo.

 

Lo stemma si può blasonare: “d’azzurro all’arcangelo Raffaele crocifero d’oro, timbrato dalla corona ducale e accollato al gonfalone basilicale. Motto: CAPITULI PARMÆ RAPHAEL CUSTOS”.

 

Il motto è traducibile come “[l’arcangelo] Raffaele è il custode del Capitolo di Parma”. La figura dell’arcangelo che annunziò la maternità di Maria è il protettore del Capitolo, la sua effige di 142 cm in rame dorato (da cui l’appellativo vernacolare di “Angiol d’or”) dal XIII secolo domina la città dalla guglia del campanile della cattedrale (oggi in copia: l’originale è custodito nel Museo Diocesano “Benedetto Antelami”).

 

Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro all’arcangelo Raffaele crocifero d’oro, timbrato dalla corona ducale e accollato al gonfalone basilicale. Motto: CAPITULI PARMÆ RAPHAEL CUSTOS”.

Oggetti dello stemma:
arcangelo Raffaele, corona ducale, gonfalone basilicale
Attributi araldici:
accollato, crocifero, timbrato

LEGENDA

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