Bonifacio IX – Tomacelli
Bonifacio IX – Tomacelli
Storia e informazioni
Pietro, detto Piero, Tomacelli nasce a Casarano, allora appartenente alla Terra d’Otranto, nel 1354. Apparteneva a una nobile famiglia napoletana, l’antichissima e nobile famiglia Tomacelli presente in Napoli già dal 970 con Tomasello appartenente, a detta di alcuni storici, alla famiglia Cybo dei principi di Massa e Carrara, così i suoi discendenti adottarono il cognome Cybo Tomacelli per poi abbandonare definitivamente il primo. Il padre, barone Giacomo, e la madre, Verdella Caracciolo, erano feudatari di Casarano e della vicina Casaranello. Pietro venne battezzato nella chiesetta di Santa Maria della Croce. La notizia circa i natali casaranesi del futuro pontefice e quella del battesimo sono testimoniate da una lapide marmorea tuttora esistente, collocata dal vescovo Antonio Sanfelice (1708-1736) in Santa Maria della Croce. L’epigrafe settecentesca, come riportato nel suo stesso testo latino, sostituisce un’altra iscrizione commemorativa, più antica di trecento anni e rinnovata perché spaccata. Un altro dato, in sintonia con quanto affermato in precedenza, è relativo al secondo titolo cardinalizio assunto dal Tomacelli.
Si formò allo Studium di Napoli e, a poco più di trent’anni, si trasferì a Roma, chiamato da papa Urbano VI, suo conterraneo, che lo creò, nel 1381, cardinale diacono di San Giorgio e, nel 1385, cardinale presbitero di Sant’Anastasia in ossequio all’omonimo cenobio benedettino, sulle serre casaranesi, in cui il giovane Pietro aveva ricevuto la prima formazione, e aveva intrapreso la vita monastica. L’abbazia era una delle quattordici badiae inferiores, suffraganee di Santa Maria di Nerito, l’attuale cattedrale di Nardò.
Pietro Tomacelli fu eletto nel conclave del 1389 e scelse il nome pontificale di Bonifacio IX.
Il suo governo fu contrastato da due antipapi: Clemente VII (1378-1394) e Benedetto XIII (1394-1417 che risiedettero ad Avignone. Lui e Clemente VII si erano scomunicati vicendevolmente, ma la Germania, l’Inghilterra, l’Ungheria, la Polonia e gran parte dell’Italia lo accettarono come papa.
Malgrado ci fosse un forte movimento conciliare che sosteneva la convocazione di un Concilio come unico mezzo per ricomporre lo scisma, sotto il papato di Bonifacio IX questo non venne mai convocato.
Bonifacio IX celebrò a Roma due giubilei: il primo, nel 1390, molto partecipato da Germania, Ungheria, Polonia, Boemia, e Inghilterra. Tuttavia la concessione di indulgenze diede il via a parecchi scandali. Quello del 1400 attirò molti pellegrini che portarono anche la peste. Bonifacio, tuttavia, restò a Roma.
Per frenare le adesioni ai gruppi penitenti flagellanti dei “Bianchi” o “Albati, dapprima Bonifacio e la curia appoggiarono il loro entusiasmo penitenziale, ma quando questi raggiunsero Roma fecero bruciare sul rogo il loro capo e questi si dispersero rapidamente.
Si adoperò per la diffusione delle università fondando quella di Ferrara e di Fermo e riconoscendo quella di Erfurt.
Fin dalla sua elezione si trovò a dover lottare contro le ingerenze dell’antipapa Clemente VII. Nel 1386, infatti, alla morte di Carlo III di Napoli, Clemente VII, approfittando della vacanza della Sede apostolica, incoronò re di Napoli Luigi II d’Angiò, un principe francese. Ma l’erede di diritto al trono era l’italiano Ladislao d’Angiò-Durazzo, appoggiato dal papa. Bonifacio, appena eletto papa, decise di imporre Ladislao, come re di Napoli e di sostenerlo nelle invitabili lotte successive.
Anche il re d’Inghilterra, Riccardo II, entrò in contrasto con la Santa Sede poiché si opponeva all’uso di incamerare i benefici inglesi man mano che questi diventavano vacanti. A questo, il parlamento inglese rispose dando al re il potere di veto sulle nomine pontificie in Inghilterra. La lunga controversia venne infine appianata con soddisfazione per il re inglese. Ma, al sinodo di Londra, i vescovi inglesi condannarono John Wyclif, il maggiore teologo inglese dell’epoca.
Anche la sua richiesta di una crociata per salvare l’Impero bizantino non ebbe ascolto.
Bonifacio IX rirpristino la sovranità papale su Roma togliendola alle
Nel corso del suo regno Bonifacio ripristinò la sovranità papale su Roma sottraendola alle grandi famiglie feudatarie. Si alleò con gli Orsini per scacciare i Colonna da Roma, si impossessò del porto di Ostia e fortificò Castel Sant’Angelo e i ponti sul Tevere.
Negli Stati Pontifici riottenne gradualmente il controllo delle principali città e castelli e rifondò gli stati nella forma che avrebbero mantenuto per tutto il XV secolo.
Nel 1404, Bonifacio morì di calcolosi delle vie urinarie. Fu sepolto nell’antica basilica di San Pietro in Vaticano, ma la sua tomba andò distrutta nel 1507, durante i lavori di costruzione della nuova basilica.
Il suo stemma si blasona: “Di rosso, alla banda scaccata di tre file d’argento e d’azzurro”. Riprende lo stemma della famiglia Tomacelli del Sedile di Nido, mentre quella del sedile di Capuana presentava una banda scaccata di tre file d’oro e d’azzurro.
Nota di Bruno Fracasso
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
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