Beato Niels Stensen


Beato Niels Stensen

Storia e informazioni

Lo stemma del beato Niels Steensen si blasona: “d’oro, al cuore di rosso, cimato dalla croce latina patente d’azzurro. Motto: DEO ET ANIMIS SERVIRE”.

 

Celebre scienziato noto in italiano come Niccolò Stenone o, latinizzato, Nicolaus Steno fu naturalista, geologo, anatomista. Per i suoi studi è considerato il padre della Geologia e della Stratigrafia.

 

Nacque a Copenaghen, Rundetårn (Torre Rotonda), il 1° gennaio 1638 in una famiglia luterana, il padre era Sten Pedersen, originario della provincia di Skåne (oggi in Svezia), e impiegato presso la corte del re, e di Anne Nielsdatter, originaria della provincia danese di Fyn; entrambi erano già stati sposati in precedenza e Sten aveva dal suo precedente matrimonio avuto due figli, Lisbeth e Johan. Oltre a Niels, Sten e Anne ebbero anche un’altra bambina, Anne. Dopo la morte precoce del padre, la cura del ragazzo fu affidata a Jørgen Carstensen, funzionario erariale, che aveva sposato anni prima la sorellastra maggiore di Niels, Lisbeth.

 

Niels, di salute cagionevole, all’età di dieci anni fu mandato alla scuola cattolica (privata) Vor Frue Skole(Scuola di Nostra Signora), in cui tra i suoi maestri ebbe il celebre poligrafo, medico e botanico Ole Borch, dal quale apprese l’interesse per la chimica. In quegli anni ebbe anche modo di frequentare la casa di Simon Paulli, medico personale di Federico III e noto anatomista, le cui pubbliche dissezioni nella Domus Anatomica(teatro anatomico dell’Università di Copenaghen), divennero fondamentali per la sua formazione intellettuale.

 

Nel 1656 Stenone si iscrisse all’Università di Copenaghen, alla facoltà di medicina, dove si rivelò un brillante studente e si laureò nel 1664, e scoprì il dotto principale della ghiandola parotide, o “dotto di Stenone”. Gli spetta anche il merito della corretta interpretazione della funzione ghiandolare e della distinzione tra ghiandole secernenti e linfonodi. Dimostrò che il cuore è un muscolo, e non la fonte del calore o la sede dell’anima. Interpretò correttamente le circonvoluzioni cerebrali come sede delle funzioni cognitive superiori, ponendosi in contrasto con le allora dominanti teorie cartesiane. Scoprì la funzione delle ovaie e delle tube uterine.

 

Viaggiò a lungo soprattutto in Francia e Italia, membro del circolo scientifico del granduca Ferdinando II de’Medici, che lo nominò anatomista presso l’ospedale di Santa Maria Nuova. Fu accolto nell’Accademia del Cimento, divenendo in particolare amico del suo segretario Lorenzo Magalotti, dell’archiatra granducale e biologo Francesco Redi e del fisico e ultimo discepolo di Galileo Galilei Vincenzo Viviani.

Fu durante il soggiorno toscano che rivolse il suo interesse alla geologia e mineralogia.

Durante la processione del Corpus Domini di Livorse si commosse al punto da convincerlo a convertirsi al cattolicesimo il 2 novembre 1667.

 

A Firenze diede alle stampe, nel 1669, De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus, in cui enuncia i principi fondamentali della stratigrafia, per cui è riconosciuto come fondatore della scienza della terra: la geologia. Enormi furono i suoi contributi scientifici anche nel campo della paleontologia.

 

Nel 1672 fu richiamato in Danimarca e nominato regio anatomico, ma vi rimase solo due anni, dopo i quali si spostò nuovamente a Firenze, dove fu benvoluto anche da Cosimo III de’Medici.

 

Alla Vigilia di Pasqua del 1675 venne ordinato sacerdote e celebrò la prima messa nel santuario della SS. Annunziata di Firenze il 14 aprile. Già nel 1677 fu nominato vescovo titolare (in partibus infidelium) di Tiziopoli, nell’attuale Turchia, e Nunzio apostolico per la Germania settentrionale, con sede ad Hannover. Ciononostante in quegli anni Stenone visse nella più assoluta modestia, donando tutto ciò che possedeva ai poveri, sino a indebitarsi.

 

Nel 1680 si trasferì ad Amburgo e nel 1685 a Schwerin, dove rinunciò alla dignità episcopale e visse come semplice sacerdote fino alla morte, avvenuta il 25 novembre 1686, all’età di 48 anni (probabilmente di una patologia gastroenterica).

 

Tutti i suoi debiti furono saldati da Cosimo III de’ Medici, che gli fu sempre amico e patrocinatore, e per volere del granduca la salma fu trasportata a Firenze, dove le vennero tributate solenni esequie nella Basilica di san Lorenzo il 13 ottobre 1687, il corpo venne sepolto nella cripta della chiesa. Nel 1953 la salma fu riesumata e traslata in una cappella a lui dedicata, nel transetto destro della Basilica. Niccolò Stenone è stato beatificato il 28 ottobre 1988 da Giovanni Paolo II nella basilica vaticana.

Nella primavera del 2021 la Santa Sede ha proclamato Niccolò Stenone patrono dei geologi italiani, rispondendo alla richiesta del Consiglio Nazionale dei geologi italiani sostenuta dal priore della Basilica di San Lorenzo, monsignor Marco Domenico Viola e dal cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze.

 

La vita di Niccolò Stenone è caratterizzata dalla grande intensità prima negli studi scientifici, poi nella sua attività pastorale. La sua famosa frase pulchra sunt quae videntur, pulchriora quae sciuntur, longe pulcherrima quae ignorantur (“belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano”) potrebbe ben essere presa come esempio di giusta curiosità intellettuale, fondamento per la ricerca scientifica di tutti i tempi” (Wikipedia).

 

© 2022, Massimo Ghirardi