Beato Matteo Ricci


Beato Matteo Ricci

Storia e informazioni

La nobile famiglia Ricci di Macerata fa risalire la propria origine ad un tale Monaldo, che sarebbe vissuto all’inizio del secolo XI. Nel secolo XVI era una famiglia agiata e Amico Ricci fu nel 1509 nominato “Conte palatino del Sacro palazzo Lateranense“, titolo trasmissibile ai discendenti con la facoltà di porre nello stemma di famiglia – “di rosso al riccio al naturale” –  un capo “d’azzurro alla rosa d’oro”. Con matrimonio di Antonio III Ricci con Girolama Petrocchini, nipote del cardinale Gregorio Petrocchini da Montelparo, nel 1622, la famiglia acquisisce il principesco palazzo a Macerata e la villa di Pollenza.

Giacomo Ricci (1802-1881) si trasferì in Toscana dove nel 1842 sposò Ortensia Riccardi dando origine ai Ricci-Riccardi, e lo stemma del ramo pratese assumerà anche quello stemma “d’argento a due scaglioni di nero rovesciati”.

Nel 1740, un altro Amico Ricci ottenne il titolo di marchese in linea primogenita. Francesco ottenne invece la nobiltà di Civitanova.

Da un ramo di questa famiglia, iniziato da Andrea Ricci, nacque a Macerata il 6 ottobre 1552 Matteo Ricci, il grande missionario gesuita, matematico e cartografo, morto a Pechino l’11 maggio 1610. Suo padre era Giovan Battista esercitava la professione di «speziale» e fu anche governatore di diverse città, anche al di fuori dello Stato Pontificio. La madre Giovanna apparteneva alla nobile famiglia locale degli Angiolelli. Matteo probabilmente fu il primogenito di otto fratelli e quattro sorelle.
I primi studi avvennero in casa, sotto la guida del sacerdote Nicolò Bencivegni, poi con altri precettori, dopo che il Bencivegni entrò nell’ordine dei Gesuiti, dove anche Matteo proseguì gli studi dal 1561. Nel 1568 fu inviato dal padre a Roma per studiare giurisprudenza al Collegio Romano. Attratto dagli ideali e dalle attività dei Gesuiti, entrò nella Compagnia di Gesù, nel 1571, a San Andrea al Quirinale contro il parere del padre. Si dedicò poi a studi scientifici e, in particolare, ad astronomia, matematica, geografia e cosmologia sotto la guida di diversi maestri, tra i quali Christoph Clavius e Alessandro Valignano da Chieti con il quale maturò la decisione di dedicarsi ad attività missionarie.

Nel 1573 padre Alessandro Valignano venne nominato “Visitatore” delle missioni delle Indie Orientali, praticamente in tutta l’Asia, con poteri vastissimi e diretta emanazione del Superiore Generale dei gesuiti.
Nel 1577 si trasferì a Coimbra per prepararsi all’apostolato in Asia; nel marzo 1578 salpò da Lisbona per l’India con 14 confratelli. Il 13 settembre giunse a Goa, avamposto portoghese sulla costa indiana. Qui trascorre alcuni anni, insegnando materie umanistiche nelle scuole della Compagnia, dove, nel 1580, fu ordinato sacerdote, nella città di Cochin, dove celebrò la prima messa il 26 luglio. Nel 1582 lasciò l’India per la Cina, dopo arriverà dopo un complicato viaggio durato ben 18 anni.
A Shao-Chou strinse amicizia con lo studioso confuciano Chu T’ai su; al quale insegnò le nozioni basilari della matematica occidentale e mostrò un’invenzione europea: l’orologio. Questa relazione gli permise di entrare nei circoli culturali dei mandarini, gli alti funzionari imperiali. In questo periodo egli si impadronì della lingua cinese e riuscì a conoscere in profondità le culture del mondo cinese.
Il mandarino Wan Pan fu incuriosito dall’opera di Ricci ed in particolare agli orologi e lo invitò a Pechino: il 24 gennaio 1601 Ricci fece il suo ingresso a Pechino. Tre giorni dopo, ammesso a corte, Ricci offrì alcuni quadri raffiguranti il Salvatore, la Madonna e San Giovanni, assieme ad altri doni di vario genere. Ricci fu così ricevuto a Corte (anche se non fu presentato all’imperatore) ed ottenne il permesso di trasferirsi nella capitale. Nel 1602 fu inaugurata la prima missione cattolica a Pechino. In poco tempo Ricci divenne amico delle élite del Paese ed ebbe licenza di celebrare la messa in pubblico. Altri 40 padri gesuiti si unirono a lui.

Alle prese con il problema di creare un ponte tra due culture lontane, Ricci ritenne che la filosofia greca fosse quella più vicina al confucianesimo ed era perciò in grado di aprire le porte del continente asiatico al cristianesimo. D’altra parte la conoscenza degli usi e costumi locali era strumento necessario per ogni buon missionario: perciò Ricci e i suoi confratelli, nel 1594, iniziarono a prendere nomi cinesi e a vestirsi come tali, il suo nome in mandarino era Lì Madòu.
Padre Matteo Ricci introdusse nella cultura cinese i primi elementi di geometria euclidea, di geografia e di astronomia con l’uso del sestante. La sua autorità e il suo prestigio sociale divennero tali che la madre dell’imperatore e numerose dame di corte si convertirono alla fede cattolica.

Alla sua morte a cinquantotto anni fu sepolto nel giardino di Shal a Pechino, ove si trova tutt’ora. Matteo Ricci fu il primo straniero europeo, non diplomatico, ad essere sepolto in Cina. I suoi contributi vennero riconosciuti dall’imperatore Wan-li e le sue spoglie vennero traslate nel cimitero di Zhalan, in un terreno che oggi costituisce il parco della Scuola di Amministrazione di Pechino.

È stato proclamato Servo di Dio il 19 aprile 1984 da papa Giovanni Paolo II, mentre il 17 dicembre 2022 gli viene attribuito il titolo di Venerabile da papa Francesco.

Gli è stato dedicato un cratere lunare di 71 km di diametro.

 

 

Note di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso al riccio al naturale al capo di azzurro alla rosa d’oro”.

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