Beato Giovanni Martinozzi da Montepulciano
Beato Giovanni Martinozzi da Montepulciano
Storia e informazioni
Giovanni nasce a Montepulciano alla fine del XIII secolo, da Martinozzo di Ugolino di Orlando, ha tre fratelli che esercitano la mercatura: Benedetto (Betto), Angelo (Agnolo) e Pietro, una sorella (forse di nome Giovanna) va sposa a Bertoldo di Giacomo del Pecora.
Entrato nel convento dei Francescani di Montepulciano e poi in quello di Siena, dove forse prese il nome di fra’ Bartolomeo, con il quale è anche conosciuto, in età avanzata si recherà missionario in Egitto dove venne arrestato e squartato a Menfi (o al Cairo, nota allora come Babilonia d’Egitto), alla metà dell’aprile 1345, con l’accusa di aver convinto un mercante genovese, convertito all’Islam, ad abiurare pubblicamente in una moschea e ritornare in seno al Cristianesimo, tradimento per cui meriterà la morte.
Un’immagine del beato Martinozzi è oggi visibile nel Dormitorio dell’Eremo de La Verna, nel Corridoio di San Francesco, sopra la cella n. 16, opera di Gerino Gerini (1501-1509) e Cartiglio di Fra’ Mariano Ughi da Firenze, dove si legge: “B. Bartolomeus de Monte Politiano, predicando Saracenis sectus, mirabilis patientia martyr extitit gloriosus”.
La famiglia del beato portava lo stemma “d’oro, alla fascia d’azzurro, caricata da tra stelle (6) del campo”.
Questa famiglia era feudataria del castello di Montelifrè (presso Siena), era originaria di Montepulciano e si trasferì a Siena nel 1300, dove ser Betto (Benedetto) ottenne l’ascrizione alla cittadinanza. Oltre a Giovanni anche altri membri della famiglia furono beatificati.
Solo nel 1753 la famiglia dei conti Martinozzi-Broccardi fu ascritta al patriziato senese, con Ettore e Fulvio Martinozzi, che adotteranno lo stemma “D’oro, alla fascia d’azzurro caricata di tre stelle (6, alias: 8) del campo, e al capo semipartito del secondo e del primo, caricato di un’aquila bicipite spiegata dell’uno all’altro”.
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