Beato Amedeo IX di Savoia


Beato Amedeo IX di Savoia

Storia e informazioni

Amedeo IX di Savoia nacque nella fortezza di Thonon-les-Bains il 1 febbraio 1435, figlio del II duca di Savoia, Ludovico “il Generoso”, e la principessa Anna di Lusignano-Cipro.

Da sempre disinteressato alla politica e al governo dello Stato, fu politicamente insignificante, sposò senza convinzione Violante di Valois (conosciuta anche come Jolanda di Francia), sorella di re Luigi XI, con la quale era fidanzato fin dai primissimi anni della sua vita: il monarca francese s’intromise pesantemente nella gestione del ducato, arrivando a decidere di dare in moglie a Galeazzo Maria Sforza di Milano la sorella del duca, Bona di Savoia (matrimonio che era stato stipulato con il trattato di Pace di Ghemme).

Tale dipendenza dalla Francia si può notare anche nelle alleanze tenute da Amedeo nella guerra tra Luigi XI e Carlo il Temerario, duca di Borgogna: la Savoia appoggiò il re Luigi, che in cambio sostenne l’attacco, ideato dal fratello Filippo di Savoia (detto il Senza terra), al marchese Guglielmo VIII del Monferrato.

Sofferente di epilessia, favorì oltretutto lo strapotere dei suoi fratelli e dei cugini. Compresa la gravità della situazione, il duca convocò gli Stati Generali Piemontesi nel 1469, rendendo pubblica la sua volontà di abdicare per ritirarsi a vita privata e di lasciare un Consiglio di Reggenza capeggiato dalla moglie Violante.

Il fratello Filippo, che già nutriva profondo rancore verso Amedeo, contrario alla reggenza di Violante: assieme ai fratelli Giacomo e Luigi, capeggiò una rivolta contro Amedeo IX, che venne incarcerato e rilasciato solo dopo l’intervento del re di Francia. La duchessa Violante, sostenuta dai piemontesi e dai francesi, riuscì ad avere infine la meglio, mantenendo la reggenza sugli Stati sabaudi.

Amedeo IX, uscito dalla guerra civile esausto, si trasferì a Vercelli, città che molto amava e alla quale aveva fatto molti lasciti. Qui si concentrò soltanto al sostegno della povera gente fino alla morte, avvenuta il 30 marzo 1472. Le sue spoglie furono tumulate nel Duomo di Vercelli, dove verrà realizzata una monumentale cappella progettata all’ingegnere ducale Michelangelo Garove nel 1690, e realizzata da Francesco Aprile di Carona.

Amatissimo dal popolo, che ammirava il suo modo di vivere, parco ed austero, divenne terziario francescano. Fu tra i più accesi sostenitori della crociata indetta da papa Pio II per liberare Costantinopoli, da poco caduta in mano turca (e mai realizzata).

La causa di beatificazione venne sostenuta da importanti personaggi: Francesco di Sales, Roberto Bellarmino e il principe Maurizio di Savoia. Fu papa Innocenzo XI che ne concesse il culto, il 3 marzo 1678.

Iconograficamente si riconosce per lo stemma sabaudo e per la presenza della corona ducale.

 

Note di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso alla croce d’argento”.

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