Beato Ambrogio Piossasco de Feis


Beato Ambrogio Piossasco de Feis

Storia e informazioni

Ambrogio nacque, molto probabilmente, a Bene Vagienna, membro della nobile famiglia dei Piossasco De Feis, il ramo principale dei conti di Piossasco.

Dopo gli studi e ancora giovane entrò nella Certosa di Pesio (Chiusa Pesio) dove condusse una rigida vita monastica nella solitudine della sua cella, alla ricerca dell’essenza di Dio. Nonostante cercasse di vivere nascosto al mondo venne nominato dai confratelli Procuratore del monastero.

Dopo una vita umile e ritirata, il 30 giugno del 1540 mentre era in una grangia del monastero, la cascina di Tetti di Pesio, svenne e alla ripresa sarebbe stato tentato dal diavolo, come riferì il suo aiutante frate Bruno, ma con l’esclamazione “Credo tutto quello che crede la Chiesa!” il demonio “svanì” ed egli sorridente concluse: “Vittoria! Trionfo!”. Subito dopo esalò lo spirito.

È ricordato come beato nel Martirologio Certosino, e festeggiato il 30 giugno. Resta a suo ricordo una lapide posta all’interno della Chiesa della Certosa di Pesio a la testimonianza scritta da Bruno, un monaco camaldolese che lo assistette durante gli ultimi momenti della sua vita.

I Piossasco, forse di origine longobarda, furono una delle più illustri famiglie piemontesi che, per diritto sancito rappresentava uno dei quattro grandi famiglie comitali del Piemonte e che, nelle occasioni solenni precedeva insieme ai Luserna, ai San Martino e ai Valperga tutta la nobiltà subalpina.

Il contado di Piossasco che costituisce l’agnome principale, comprendeva Piossasco vera e propria, con i territori di Scalenghe, Piobesi, None, Castagnole Piemonte, Airasca e Volvera. Il re Vittorio Amedeo III, in seguito ad una contestazione del Procuratore Generale sulla dignità comitale dei membri di questa famiglia, emanò una lettera patente del 30 marzo 1736 colla quale ordinò alla Camera che a tutti i Consignori di Piossasco fosse emanata formale investitura con titolo comitale.

Questa famiglia si distinse nei rami detti dei Federici, dei Feis (o Feys), dei Folgori e dei Rossi (o Rubeis), che per le giurisdizioni si suddivisero nei tre Quartieri dei Signori di Scalenghe, dei Signori di None e Airasca e dei Signori di Piobesi.

Secondo “i dotti genealogisti” pongono all’origine di questa famiglia un tale Merlo vissuto nel 1098 (anticamente molti membri di questa casata portavano il nome di Merlo, Merletto, Merlone e Merlotto).

L’ultima discendente, la contessa Gabriella Piossasco-None, è scomparsa il 16 dicembre del 1933.

Lo stemma antico dei Piossasco si blasona: “d’argento, a nove merli di nero, posti 3, 3, 2 e 1”, in seguito venne leggermente variato in “d’argento a nove merli di nero, membrati e imbeccati di rosso, posti 3, 3, 2 e 1”.

 

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BLASONATURA

“D’argento a nove merli di nero, membrati e imbeccati di rosso, posti 3, 3, 2 e 1”.

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