Beata Orsolina Veneri


Beata Orsolina Veneri

Storia e informazioni

Beata Orsolina Veneri (Orsolina da Parma)

Orsola (detta “Orsolina”) nacque a Parma il 14 maggio 1375 da Pietro Veneri e Bertolina, ottenne la guarigione miracolosa da una grave infermità che le impedì di camminare fino all’età di cinque anni, per intercessione di San Pietro Martire, nella cui chiesa venne portata per chiederne l’intercessione (l’agiografia sostiene che appena toccato l’altare, ricominciò a camminare e a undici anni guarì completamente). Questo evento segnò l’inizio di un intenso percorso di fede, testimoniato dai manoscritti che raccontano la sua devozione e il suo precoce dono per la contemplazione.

Pur non legandosi ad alcun istituto monastico, si avvicinò alle Benedettine del monastero di San Paolo di Parma, vivendo come oblata e dedicandosi alla preghiera e alla carità. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, tanto da attirare l’attenzione di personaggi influenti come l’antipapa Clemente VII di Avignone.

Mossa da un profondo senso di responsabilità verso la Chiesa, Orsolina compì due viaggi ad Avignone nel 1393, accompagnata dalla madre, nel tentativo di convincere Clemente VII a porre fine allo scisma che lacerava la cristianità. Pare venisse ricevuta dall’antipapa, che nonostante l’indubbio interesse mostrato, le rifiutò successivi incontri. Tornata in Italia si recò quindi a Roma da papa Bonifacio IX, il quale la rimandò ad Avignone, dove però non venne neppure ricevuta da Clemente VII. Al suo ritorno nella città natale avvenne l’incontro con Giangaleazzo Visconti, signore di Milano e governatore di Parma, al quale la Veneri si rivolse più volte per convincerlo a governare con maggiore clemenza e giustizia.

I suoi sforzi, seppur pressoché vani, testimoniano la sua tenacia e il suo coraggio di fronte a un problema di portata epocale. Di fatto è ancora ignota l’importanza della sua attività per la cessazione dello scisma, ma il fatto non può essere messo in dubbio.

Nel 1396 Orsolina intraprese un pellegrinaggio in Terra Santa. Al ritorno, si fermò a Venezia, dove lasciò un segno indelebile della sua santità compiendo prodigi.

Tuttavia, la sua vita venne sconvolta dalle lotte di potere che scuotevano l’Italia del tempo. Orsolina, infatti, apparteneva alla famiglia dei Veneri, schierata con i Rossi di San Secondo, avversari di Ottone (detto “Ottobono”) dei conti Terzi. Quando quest’ultimo divenne signore di Parma iniziò una campagna di persecuzione dei nemici, Orsolina nel 1405 fu costretta all’esilio e si rifugiò a Verona, dove morì il 7 aprile 1408. La sua salma venne riportata a Parma dalla madre Bertolina solo dopo la morte di Ottobono Terzi, linciato dalla folla esasperata dalla sua crudeltà, e venne sepolta nella Chiesa delle benedettine di San Quintino (terza cappella a sinistra)

 Il suo culto fu confermato da papa Pio VI l’11 febbraio 1786. La festa si celebra nella diocesi di Parma il 7 aprile.

Nelle biografie redatte dai suoi confessori si delinea una donna di profonda spiritualità, capace di elevarsi ad alti livelli contemplazione mistica. La Serenissima Repubblica di Venezia, quarant’anni dopo la sua morte, volle promuoverne la canonizzazione e diede inizio alla costruzione di un monastero di monache sotto il suo nome (così almeno affermano le monache di San Quintino in una supplica agli Anziani di Parma).

La famiglia Veneri, deriva da un avo di nome Venerio, ha uno stemma che si blasona: “fasciato di rosso e d’oro al capo d’azzurro caricato da tre stelle d’argento ordinate in fascia”.

 

© 2024, Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Fasciato di rosso e d’oro al capo d’azzurro caricato da tre stelle d’argento ordinate in fascia”.

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