Arcidiocesi di Lubiana


Arcidiocesi di Lubiana

L’antica sede vescovile di Emona sorgeva nell’attuale territorio diocesano di Lubiana nel IV secolo, suffraganea del patriarcato di Aquileia. In seguito alla distruzione della città, nell’VIII secolo, i vescovi, secondo l’opinione storica diffusa, si trasferirono e posero la loro sede a Civitas Nova (Novo Mesto), dove fu istituita la nuova Diocesi di Cittanova.

 

Lo stemma dell’arcidiocesi di Lijublijana (Archidioecesis Labacensis, dal nome tedesco della città: Laibach) venne creato all’epoca della sua rifondazione da parte dell’imperatore Federico III d’Asburgo il 6 dicembre 1461 (approvata da papa Pio II il 6 settembre 1462) con campo oro, con giustapposte una mezza aquila nera imperiale e mezza aquila azzurra del Ducato di Carniola, l’una caricata in petto dallo scudetto Lorena/Austria (il campo, d’Asburgo, con il leone rosso era omesso) e l’altra da una luna scaccata argento e rosso, al centro un pastorale vescovile d’argento.

Stemma nel periodo imperiale

Lo stemma in uso attualmente è leggermente diverso: il campo è argento e l’aquila imperiale mostra il leone Asburgo (ma di nero) e mezzo campo d’Austria, il volatile ha mantenuto le coroncine imperiali ma ha perso lo scettro e la spada della versione “imperiale”. In luogo del pastorale d’argento c’è oggi una croce patriarcale d’oro gemmata, simbolica del rango metropolitano della Diocesi della capitale slovena.

Stemma della diocesi con la croce astile al posto del pastorale

Inizialmente, l’imperatore si riservò il diritto di nominare i vescovi di Lubiana e gli undici canonici nel capitolo della cattedrale di San Nicola (Stolna cerkev sv. Nikolaja, composto da dodici membri). Dal 1533 ai vescovi di Lubiana spettava di diritto il titolo di “principe dell’Impero”.

 

Con le riforme dell’imperatore Giuseppe II la Diocesi comprendeva i distretti di Lubiana e Novi Sad e fu elevata per breve tempo ad Arcidiocesi (dal 1788 al 1807) e sede metropolitana.

Nel 1806, papa Pio VII abolì l’arcivescovado di Lubiana e ne subordinò la sede direttamente a Roma, e tale rimase fino al 1830, quando divenne suffraganea dell’arcidiocesi di Gorizia.

Il 20 febbraio 1932, papa Pio XI decretò la cessione della parrocchia di Fusine in Valromana all’arcidiocesi di Udine, i decanati di Idria e Vipacco all’arcidiocesi di Gorizia e il decanato di Postumia alla diocesi di Trieste.

 

Dal 1919, anno della fondazione dell’Università di Lubiana, il vescovo di Lubiana era anche il Gran Cancelliere della Facoltà di Teologia (il primo della serie fu Anton Bonaventura Jeglič). Il suo successore, Gregorij Rožman, guidò la diocesi durante il Regno di Jugoslavia. Il 7 aprile 1941, un giorno dopo l’attacco tedesco alla Jugoslavia, designò una serie di vicari generali che avrebbero guidato la diocesi nel caso in cui gli fosse successo qualcosa; il 15 giugno, nella riunione capitolare prima del suo esilio, il vescovo Rožman nominò Anton Vovk vicario generale. Rožman continuò a rimanere de jure vescovo residenziale, poiché la Santa Sede rifiutò di nominare un nuovo vescovo. 

 

Nel 1946 la diocesi era senza vescovo, Vovk chiese supporto al vescovo ausiliare di Zagabria Josip Lach, che celebrò i riti pasquali nella cattedrale e confermò le parrocchie. Papa Pio XII, il 15 settembre dello stesso anno, nominò Vovk vescovo ausiliare, a cui seguì la consacrazione episcopale il 1° dicembre, e nel settembre 1950 fu nominato amministratore apostolico con diritti di vescovo residente.

 

Nel periodo seguente le autorità furono pervicacemente ostili al clero cattolico, il 20 gennaio 1952, Vovk fu cosparso di benzina e dato alle fiamme alla stazione ferroviaria di Novo Mesto. Dopo l’indignazione dei media mondiali, la situazione si muta e, alla morte del vescovo Rožman, il 16 novembre 1959, Vovk fu nominato vescovo ordinario.

Il 22 dicembre 1961, papa Giovanni XXIII, nel 500° anniversario della sua creazione, elevò la Diocesi ad Arcidiocesi e conseguentemente nominò Anton Vovk arcivescovo. Vovk morì nel 1963 e gli successe Jožef Pogačnik. Papa Paolo VI, il 22 novembre 1968, designò l’Arcidiocesi come sede della metropoli (con l’unica Diocesi suffraganea di Maribor) finché il 10 ottobre 1977, con lo smembramento della Diocesi di Trieste-Capodistria, si aggiunse la Diocesi di Capodistria.

Il 7 aprile 2006, in seguito al cambiamento del sistema ecclesiastico in Slovenia, sul territorio della Arcidiocesi di Lubiana è stata istituita la nuova Diocesi di Novo Mesto, che insieme alla Diocesi di Capodistria è stata inclusa nella metropoli di Lubiana. In quel giorno, la Diocesi di Maribor venne elevata ad Arcidiocesi e metropolitana, per cui il suo territorio, insieme alle due Diocesi suffraganee di nuova costituzione (Celje e Murska Sobota), fu tolto alla metropoli di Lubiana.

 

Il 13 dicembre 1961, con la lettera apostolica Clarissimae tamquam, papa Giovanni XXIII ha proclamato i Santi Cirillo e Metodio patroni principali della Diocesi e i Santi Ermagora e Fortunato patroni secondari.

 

San Cirillo (Ciril) e san Metodio (Metod), noti come “apostoli degli slavi”, nacquero nella città greca di Salonicco, importante centro militare e commerciale dell’Impero bizantino. Impararono la lingua slava in giovane età, poiché l’area intorno alla città era prevalentemente slava. Il nome di battesimo di Cirillo era Costantino, mentre il nome di battesimo di Metodio era Michele. Dopo gli studi, Michele lavorò come funzionario della corte imperiale, ma a causa di disaccordi politici si ritirò in un monastero. Lì prese il nome Metodio. Costantino divenne prete e fu professore in un collegio. A causa della necessità di predicare il Vangelo in lingua slava, furono scelti dall’imperatore per questo compito. Costantino/Cirillo compilò l’alfabeto slavo (glagolitico che prenderà, da lui, anche il nome di cirillico) e iniziò a tradurre i Vangeli e i libri liturgici in lingua slava. Nell’863 i due fratelli andarono in Moravia e istruirono giovani sacerdoti, e nell’867 in Pannonia, dove vivevano gli antenati degli sloveni.
Costantino divenne un monaco e prese il nome di nome Cirillo, ma poco dopo si ammalò e morì. Metodio rimase solo e divenne arcivescovo e metropolita slavo. La sua opera fu ostacolata dai vescovi tedeschi e venne addirittura imprigionato, ma fu salvato da papa Giovanni VII.

I compatroni dell’arcidiocesi sono sant’Ermagora (Mohorus) e san Fortunato (Fortunat), martiri, nativi di Singidunum, attuale Belgrado in Serbia, dove svolgevano rispettivamente il ruolo di lettore e diacono nella chiesa locale. Entrambi furono martirizzati intorno al 305 durante la persecuzione di Diocleziano. Le reliquie di Sant’Ermagora arrivarono, intorno all’anno 400 a Ogle, dove si formò la leggenda di Ermagora come primo vescovo di quella città. Mohor e Fortunat furono i più antichi patroni della diocesi di Lubiana e dal 1961 ne sono i patroni secondari.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Giannandrea Andreoli per la gentile collaborazione

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Disegnato da: Massimo Ghirardi

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