Alessandro IV – Segni


Alessandro IV – Segni

Storia e informazioni

Papa Alessandro IV, nato Rinaldo dei signori di Jenne detto anche dei conti di Segni nel 1199 circa. Rinaldo era figlio di Filippo II, signore di Jenne, e di una sorella di Gregorio IX, della quale si ignora il nome. La parentela materna, ha fatto sì che molti storici, nel corso dei secoli, lo abbiano considerato erroneamente del casato dei conti di Segni.

Essendo membro di un’importante famiglia legata da rapporti di parentela con i papi Innocenzo III e Gregorio IX, Rinaldo di Jenne fu canonico presso la cattedrale di Anagni e successivamente, entro il 1221, completò gli studi all’Università di Parigi conseguendo il titolo di magister.

Nel 1221 prese parte con lo zio cardinale Ugolino di Anagni a un’importante ambasceria a Milano. Quando, nel 1227, divenne papa Gregorio IX, lo zio fece creare Rinaldo cardinale diacono di Sant’Eustachio, titolo che mantenne fino al 1231 (o 1232) quando fu fatto cardinale vescovo di Ostia e di Velletri.

Fu consacrato vescovo nel 1235.

Papa Gregorio lo inviò più volte come suo legato ad Anagni, Perugia, Viterbo e in Nord Italia; conobbe in quegli anni Federico II (1194-1250), con il quale ebbe un rapporto amichevole.

Nel 1244 divenne decano del Sacro Collegio.

Sotto papa Innocenzo IV il suo unico incarico importante fu quello di cardinale protettore dell’Ordine francescano.

Il cardinale Rinaldo di Jenne partecipò a tre elezioni papali: al conclave del 1241 che elesse papa Celestino IV; al conclave del 1243 che elesse papa Innocenzo IV; al conclave di Napoli del 12 dicembre 1254 che lo elesse pontefice all’unanimità. Fu consacrato il 20 dicembre e assunse il nome pontificale di Alessandro IV.

Sin dall’inizio del suo Pontificato, Alessandro IV dimostrò grandi doti di mecenatismo, decidendo di circondarsi dei più illustri saggi e teologi della sua epoca, tra i quali san Bonaventura da Bagnoregio, sant’Alberto Magno protettore degli scienziati e san Tommaso d’Aquino.

Nell’azione politica e di governo, Alessandro IV si avvalse del potente cardinale Riccardo Annibaldi, nipote di Gregorio IX e suo parente.

Successe a Innocenzo IV come tutore di Corradino, l’ultimo degli Hohenstaufen, assicurandogli la sua benevola protezione; ebbe viceversa un rapporto di dura e difficile contrapposizione con lo zio di Corradino, Manfredi di Sicilia.

Alessandro IV, scontento per gli infruttuosi tentativi di conversione dei musulmani da parte dei frati mendicanti inviati a Lūǧārah (Lucera), mirando anche a conquiste sul Regno Svevo, nel 1255 emise la bolla Pia Matris contro Manfredi e i musulmani di Lucera, indicendo una crociata.

Alessandro comminò la scomunica e l’interdetto contro Manfredi e la sua fazione, ma ciò non servì a indebolirlo e non riuscì a convincere i re d’Inghilterra e di Norvegia ad una crociata.

Così Manfredi poté arruolare un ingente esercito e muovere guerra all’esercito pontificio, che sconfisse presso Foggia.

Roma stessa divenne ghibellina con il Senatore Brancaleone degli Andalò, e Papa Alessandro fu così costretto (1257) a trasferire la Sede pontificia in un luogo più protetto e ben fortificato, la città di Viterbo.

Il pontificato di Alessandro IV si segnalò soprattutto per i tentativi di riunificazione della Chiesa cattolica con la Chiesa ortodossa, che ebbero un significativo successo con la riunificazione con la Chiesa maronita; per l’istituzione dell’inquisizione in Francia; per il favore mostrato agli Ordini mendicanti.

Nel 1255, Alessandro IV elevò all’onore degli altari Santa Chiara (1193 ca. – 1253) e, nel 1256, unì in un solo ordine una serie di eremiti e di congregazioni minori fondando l’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino; diede inizio al processo di canonizzazione di Santa Rosa da Viterbo, dopo aver riesumato, il 4 settembre 1258, il corpo della Santa incorrotto nella nuda terra.

Creò solamente due cardinali in due concistori diversi.

Alessandro IV morì il 25 maggio 1261 a Viterbo, dove aveva prudentemente trasferito la Sede Pontificia. Dopo la sua morte, al fine di evitare profanazioni e saccheggi, le sue spoglie furono nascoste all’interno della cattedrale di San Lorenzo a Viterbo, dove a tutt’oggi riposano. Nei secoli successivi alla morte di Alessandro IV sono stati effettuati alcuni tentativi di ricerca della sua tomba, ma ad oggi nessuno è stato in grado di risolvere questo mistero.

 

Lo stemma di Alessandro IV riprende integralmente l’arma gentilizia della famiglia: «Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

 

Note di Bruno Fracasso

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

«Di rosso, all’aquila col volo abbassato scaccata d’oro e di nero, membrata e imbeccata d’oro».

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